La complessa fisiologia del sonno

ISSSI{fe)S Crodo va in tutto il mondo LA STAMPA Anno 117- Suppleme LA storia della fisiologia del sonno è affascinante anche perché non è priva, nel corso degli anni, di veri e propri colpi di scena. Pavlov è stato il primo fisiologo, negli Anni 20. a occuparsi del sonno nei suoi aspetti funzionali, spinto dall'osservazione occasionale che i cani su cui sperimentava si addormentavano quando veniva loro dato ripetitivamente uno stimolo condizionato (uno stimolo che non ha significato in sé per l'animale, come il suono di un campanello o l'accendersi di una luce) non seguito da rinforzo (cioè da uno stimolo collegato ai bisogni dell'animale e capace quindi di conferire significato allo stimolo condizionato quando a esso è associato). Era implicito nel concetto di sonno di Pavlov quello di fenomeno attivo. Dopo pochi anni. però, prevalsero esperienze tese a dimostrare la natura passiva del sonno. Pioniere in queste ricerche è stato il neurofisiologo. Federic Bremer. recentemente scomparso, cui noi tutti dobbiamo molto di quanto conosciamo sui meccanismi del sonno. Bremer. sulla base delle sue esperienze di sezione del tronco dell'encefalo (una struttura situata profondamente nel cervello e connessa con il talamo e la corteccia cerebrale) avanzò l'ipotesi che il sonno fosse un fenomeno passivo di deaf/erentasrlone. cioè dovuto all'interruzione delle informazioni sensoriali che, in veglia, lo raggiungono attraverso le vie nervose che decorrono lungo il tronco dell'encefalo. La teoria della deafferentazione sembrava abbastanza soddisfacente ma, all'inizio degli Anni 50. cad- La complessa fisiologia del sonno messo in evidenza anche il ruolo di altre strutture del cervello, come l'ipotalamo anteriore, nel meccanismo che induce attivamente il sonno e li talamo come struttura «segnapassl» che guida l'attività dei neuroni corticali e media le informazioni dirette alla corteccia provenienti dalle strutture reticolari sottostanti e dalle strutture limbiche (appartenenti al cervello più antico) interessate all'immagazzinamento dei ricordi. La ricerca neurochimica ha anche contribuito attivamente alla fisiologia del sonno rivelando un insieme di neuroni e di vie in cui operano trasmettitori chimici, localizzati nelle aree centrali del tronco (nuclei del Rafe) o più lateralmente (locus coeruleus). Queste sostanze partecipano al processo di addormentamento e di approfondimento del sonno. Sulla base delle esperienze neurofisiologiche e neurochimiche è stato possibile costruire una specie di complessa mappa del cervello che traccia tutte le strutture e le vie che partecipano attivamente al meccanismo del sonno nelle sue varie fasi. Da quanto detto fino ad ora, appare chiaro che il sonno, anche se rappresenta un riposo per il nostro organismo e la nostra mente, non lo è altrettanto per il nostro cervello che, al contrario, è chiamato a nuove e diverse attività rispetto alla veglia, a controllare in vario modo le nostre funzioni vegetative e a fornire il supporto biologico per un'attività delle più complesse, indispensabile per l'economia della nostra stessa mente. Statistiche Usa provano che il contr mento a LA STAMPA - Numero 8 accettivo previene 2 - Mercoledì 20 Aprile 1983 \ y ne il cancro ISSSI{fe)S Crodo va in tutto il mondo ^ . " Idi

Persone citate: Bremer, Pavlov

Luoghi citati: Crodo, Usa