In quell'oboe un alito del Settecento

In quell'oboe i In quell'oboe i qun alito del Settecento I«Mannheimer.., cioè quelle due generazioni di strumentisti e sinfonisti che fecero di Mannheim e Monaco (auspice il principe del Palatinato, Carlo Teodoro) due capitali musicali del secondo Settecento, beneficiarono di una grande fama retroattiva: a conferirla fu niente meno che Mozart, il quale con Mannheim e Monaco commerciò parecchio, conobbe molti esponenti di quella scuòla strumentale, strinse nodi amichevoli con molti di loro, ne studiò i caratteri, ne sperimentò le trovate più originali. In realtà, per carattere e orizzonte inventivo i due Stamitz, Richter. Filtz, Danzi, Holsbauer sono assai lontani dal genio mozartiano; visti dagli storici come precursori di Mozart e Haydn, sono piuttosto gli ultimi portati della civiltà, del concerto barocco; Johann Stamitz, il caposcuola, ha aperto nuovi territori alla sinfonia, ma presto la serie dei suoi allievi as¬ Op. 89. Richard Wagner: «Estratti da Tristano e Isotta, Tannh&user, L'Olandese Volante, Il Crepuscolo degli Dei-, Montserrat Caballé, soprano. New York Philharmonlc. Direttore, Zubin Menta (Cbs Digitale). Potere degli anniversari. Proprio ora che, In finire di carriera, è costretta a rifugiarsi sistematicamente nell'angolo delle mezze voci, la seftora Caballé decide di cimentarsi con il compositore il cui peso strumentale esige più di tutti dall'ugola, e si unisce alle celebrazioni wagneriane con quattro brani: Morte di Isotta, la ballata di Senta dal Vascello Fantasma, l'aria di Elisabetta dal Tannhauser, la scena dell'Immolazione di Brunilde dal Crepuscolo. Amplissima tolleranza nella dizione tedesca e nel fraseggio wagneriano. Fra Caballé e Wagner, Mehta non sa che fare. sunse la forma cristallizzata dell'accademia, senza reali contatti con l'impetuoso slancio creativo di Haydn e Mozart. In questo panorama, che certo richiede ancora approfondimenti e precisazioni, fa eccezione la spiccata personalità di Ludwig Una nuova etiche August Lebrun, oggetto di questo bellissimo album Archiv, una realizzazione tecnica di rara perfezione per presenza sonora e risalto di piatii timbrici. Lebrun visse solo trentotto anni, fra il 1752 e il 1790 ed evitò l'indolenza, dell'accademia viaggiando in tutta Europa senza mete fisse, invitato ovunque per la sua fama di oboista; dotato di grande istinto musicale e di vera sensibilità nello slancio formale dei suoi temi, nella predilezione per le tonalità minori, nella capacità di cantare, avverti la nuova temperie spirituale del ventennio 1770-90: ma tutto contemplò dall'angolo visuale del concerto solistico, dal terreno del grande tecnico che trova nel suo strumento, conosciuto in ogni particolare, il principio e il fine del suo fare artistico. Questi sei Concerti per oboe e orchestra, suonali da Heinz Holliger con meravigliosa bravura, ne danno quindi un ritratto com¬ tta

Luoghi citati: Europa, Mannheim, Monaco, New York