Rileggere De Roberto con la lente di Bachtin

Rileggere De Roberto con la lente di Bachtin Rileggere De Roberto con la lente di Bachtin . XTO, la nostra razza non è degenerata: è sempre « J\j la stessa». Queste ultime parole di / Viceré di Federico De Roberto hanno il valore lapidario di un'epigrafe e coronano la desolante conclusione del principe Consalvo de Uzeda, il quale si esprime con il cinico sarcasmo della sua razza padrona. Nella parabola di Consalvo e nel rissoso intrigo di un mondo nero senza fine De Roberto ha narrato, più che la storia di una decadenza, le norme di una sopravvivenza, la logica inesorabile — ancorché malata — di una prepotenza araldica. A rimeditare il senso di uno dei romanzi più densi e compatti della nostra letteratura, non soltanto ottocentesca, arrivano a proposito due libri complementari: il primo, a cura di Gaspare Giudice, esce nella collezione «Classici Italiani» della Utet e offre il testo annotato di / Viceré Insieme con alcune novelle, un dramma e un saggio di argomento verghiano. Ma è soprattutto il secondo a offrirsi come un exploit di stupefacente intrepidezza esegetica. La monumentale monografia di Gianni Grana, «/ Viceré» e la patologia del reale, frutto di un ventennio di lavoro, è la summa di una lettura agguerrita e coinvolta, in cui la dettagliata e diversamente orientata analisi delle strutture narrative di / Viceré comporta recisi dissensi e quasi costanti correzioni critiche. Al bersaglio privilegiato della critica marxista o della «socio-orltica» fa riscontro l'assunzione di alcune idee-forza bachtihiane, e prima fra tutte la «carnevalizzazione» della storia e del potere. Lo scrittore che esce da questa interpretazione sta, nel suo pessimismo reattivo, ben oltre la lirica e ancora patetica commiserazione verghiana e ben oltre anche le barriere del naturalismo, che contraddice nel momento stesso in cui se ne serve come un involucro. Cosi facendo De Roberto si pone sul percorso che, come Grana scrive, •sarà fino in fondò di Pirandello». Giovanni Tesio Federico De Roberto, «I Viceré' e altre opere», a cura di G. Giudice, Utet, 815 pagine, 38.000 lire. Gianni Grana, «I viceré'.e la patologia del reale», Marzorati, 658 pagine, 38.000 lire.