La donna un peccato brasiliano

«Il Mulo» di Ribeiro «Il Mulo» di Ribeiro La donna un peccato brasiliano gl. Follia». Neppure l'interessato si riconosce nelle sue varie pelli ormai abbandonate, e si chiede: «Che animale sono?». Forse, la parole chiave è questa: animale, palesata nel titolo, soprannome del protagonista, ricorrente per pagine e pagine come unico motivo unificatore. Darcy Ribeiro, nato a Montes Claros, nel centro del Brasile, nel 1922, è uomo politico e antropologo, autore del saggio «Il processo civilizzatore», (1973) e di un primo romanzo, «Maira», (1979), entrambi tradotti in italiano della Feltrinelli. «Maira» è la vicenda di una donna bianca che innamoratasi di un «indio» seminarista, cerca rifugio con lui in una comunità primitiva. A proposito di questo libro un lucido saggio (fir¬ LA realtà quotidiana è più imprevedibile di qualsiasi fantasia. Graffia con rasoiate di ironia la crosta di una vita in apparenza quieta e programmata sugli schemi di un computer. E' questa la chiave che accomuna le ventuno storie metropolitane raccolte da titolo Mosca sotto il titolo La città respira. Sono quadri fulminei, «spaccati di vita» sui sogni, i conflitti latenti e le contraddizioni della gente. Teatro di queste vicende di stralunata follia, percorse da colpi di scena assurdi e quasi surreali, è Milano, ma potrebbe essere New York o Berlino, Amsterdam o Londra. Dopo quattro romanzi non sempre felici nel tono e controllati sullo stile, Mosca ha scoperto il suo ritmo più congeniale nella misura breve del racconto, nella scrittura rapida che in tre o quattro pagine riesce a Paolo Mosca mato da Angelo Morino e altri autori nella raccolta «Terra America»,, Ed. La Rosa, 1979) osservava che la ricerca di verginità da archetipi e ruoli era, per la donna, sostanzialmente fallita. Nella coppia «donna bianca» «uomo indio», «il capovolgimento dei ruoli», nascondeva, «ancora una volta», come in una «Lady Chatterley» aggiornata, «le proiezioni di un io che utilizza la donna per travestire le proprie sotterranee fantasie». Nel «Mulo», tale analisi rimane più che confermata. La donna, anzi, diciamo, le donne, né emancipate né affrancate, appartengono a un sottomondo di negri e animali. Nell'universo del Mulo, tutto stalle, sfregamenti, copulazioni, mestruazioni, escrementi, ubriacone per le sue avventure erotiche, una coppia di vecchi che discute con il custode del cimitero sulle forme della propria sepoltura, un cieco che cammina nella neve di piazza del Duomo credendo di trovarsi in un bosco canadese. Sono storie comuni e allucinate di una «mostruosa, gelida città», dove il fantastico lievita dal quotidiano e gli scatti della passione provocano gelosie e tentativi di suicidio, struggimenti e nostalgie, al di là delle convenzioni esteriori del ceto sociale. Barboni e miliardari, impiegati di banca e portinaie, lottano disperatamente, dalle osterie sui navigli ai salotti più sofisticati, per conquistarsi una briciola di sentimento, una sclieggia di umanità autentica. Massimo Romano Paolo Mosca, «La città respira», Rizzoli, 142 pagine, 12.000 lire. LE saghe evocano un viaggio eroico e difficile, voluto dagli dei per gli uomini. Il comune mortale perde il senso dell'obiettivo finale, o per meglio dire il significato della fiaba: nascono cosi le avventure, i banchetti, le gìganlesclie battaglie, le razzie del bestiame, al di fuori di ogni tutela mitologica. E' la vocazione dell'uomo a essere vindice di se stesso, a ritagliarsi con effusione la propria storia, lasciando die il patlios sfoghi senza particolari calcoli e disegni. Ma nasce ugualmente

Persone citate: Angelo Morino, Darcy Ribeiro, Maira, Massimo Romano, Montes Claros, Paolo Mosca, Ribeiro

Luoghi citati: Amsterdam, Berlino, Brasile, Londra, Milano, Mosca, New York