Se la civiltà è tortura è meglio vivere da barbari

Se la civiltà è tortura è meglio vivere da barbari Se la civiltà è tortura è meglio vivere da barbari Le allegre avventure nella Padania del tempo che fu mente tenute nel vago. Ci troviamo in un avamposto, in una terra di confine non specificata, un po' come, nel Deserto dei tartari di Buzzati; ma la minaccia dei barbari che premono incontrollati oltre le frontiere dell'impero è più teorica che reale; la cittadina vivacchia tranquillamente nel suo grigiore e la popolazione ha contatti abbastanza pacifici con gli indigeni di pelle scura e dalla lingua sconosciuta che ogni tanto si affacciano a offrire i loro manufatti. Il sonnolento tran-tran di colonia è controllato all'insegna del quieto vivere da un anziano e innominato magistrato, che racconta la storia. Tutto cambia il giorno in cui il potere centrale per motivi imperscrutabili manda un funzionarlo di polizia, il Colonnello Joll. a indagare su presunte imminenti sollevazioni delle popolazioni barbariche. Arrestando e torturando crudelmente quegli indìgeni indifesi che trova durante le sue escursioni, Joll instaura un regime di terrore che ha il risultato di inasprire gli animi dei barbari, provocandoli a quella Racconto di Lenz ne ribellione che probabilmente non rientrava affatto nel loro programmi. Questo noi lo apprendiamo obliquamente, attraverso l'esperienza del vecchio magistrato; il quale viene dapprima messo da parte, quindi incarcerato e torturato a lungo, in quanto reo di avere avuto commerci col nemico. Nella prima metà del libro infatti il magistrato si è appassionato al caso di una prigioniera barbara semìaccecata e azzoppata dagli aguzzini di Joll. Se l'è presa in casa, l'ha curata amorosamente, tentando di stabilire con lei un rapporto in cui l'eros consueto a lui gran frequentatore di indigene compiacenti, è lla vecchia Vienna l'Adda si butta a Po, in un Cinquecento insieme carnale e metafisico. Il Principe di Francia stringe d'assedio la fortezza di San Martino, ma ogni suo pensiero è per la Dama Infedele che ha lasciato a Parigi. Rovelli assai simili travagliano anche 11 comandante degli assediati, un Re intellettuale e sognatore, «Inabile al mestieri», condottiero per necessità, intristito da una sfortunata passione per un'attrice di Lodi. Più fortunato In amore è il Pendulus, pittore, barbiere e cerusico, autore di un quadro miracoloso che da una ferita soltanto dipinta getta sangue vero, di portentose qualità taumaturgiche. Sconfitto una prima volta da una stravagante sortita del Re padano, il Francese tornerà In forze a fare sfracelli. Sulla scena di tanto affannarsi resterà solo 11 saggio Pendulus, il quale ha imparato a guardarsi dal sognare «repni impossibili, o amori disperati o arti estreme», e bada a godersi il magatello, lo scamone, la corada e la sua Luigina. CHE cosa può indurre un narratore ad ambientare una vicenda nel Medioevo o In un altro periodo storico fortemente caratterizzato? Probabilmente l'agio di combinare ricostruzione documentarla e Invenzione fantastica, avventura e metafora, gusto del favoloso e strizzate d'occhio all'attualità, mitologie familiari e riscoperta delle cosiddette culture materiali. Un'adesione profonda alle proprie radici padane ispira ad esemplo Oiuseppe Pederiali, emiliano, ex marinaio, giornalista, e ora uomo di casa editrice, che dopo la felice riuscita del Tesoro del Bigatto (Rusconi 1980) ritenta la prova con la Co?npapnia della Selva Bella. Là si trattava di una missione diplomatica di Sant'Anselmo in viaggio verso Aquilela, Invano contrastato dal Diavolo,in una Valle del Po pullulante di mostri, gnomi, maghi e incantesimi. Qui siamo duecento anni più in là, al tempi di Federico II e di suo figlio re Enzo, fatto prigioniero del bolognesi a Fossalta, sotto gli occhi di una combriccola di contadini che sono insieme saltimbanchi e briganti, a seconda della fame, e dopo ogni impresa sono soliti ritirarsi nel recessi di un gran bosco alle porte di Finale Emilia. ■ Il caso vuole che Sandrone, suo figlio Butafogh, il capitano modenese Nero Neri e il Nlnèt di Romualdo, porcello di umano sentire e gusti da signore, siano coinvolti nei tentativi di liberare re Enzo dalla torre in cui è rinchiuso (e in cui forse non si trova tanto male). A movimentare l'Impresa sopravvengono casi, personaggi e funzioni tipicamente fiabeschi; bambini-maghi, sirene di palude metà donne e metà rospo, maghi inventori, gnomi delle querce, asini volanti, pupari arabo-siculi, e naturalmente metamorfosi, sortilegi, agnizioni. Collaudata la ricetta nel romanzo precedente. Pederiali ha Impresso al suo ritmo narrativo una accelerazione da cartone animato, bruciando ad ogni pagina Invenzioni e gags, e Introducendo nella scrittura più ampie dosi di dialetto saporoso, con perfetta scelta di tempo. Come succede In Imprese di questo genere, 11 problema è di tenere sull'arco delle duecento pagine lo scintillio delle trovate. Il romanzo parte di gran carriera,col rapimento del maestoso porcello Nlnèt, poi si affida soprattutto alle risorse di un artigianato cordiale, che si prodiga generosamente per garantire 11 divertimento. SE Pederiali, alunno di Tolklen, punta sul ritmo, l'Intreccio e 11 cromatismo del dialetto, l'esordiente lombardo Adamo Calabrese (dirigente Industriale sul quarant'annl, a quanto è dato sapere) Imbandisce un «pasticcio» maccheronico rifacendosi alle ombre magnanime di Rabelais, Folengo e Celllnl, e coniugando l'artificiale e 11 naturale. Questa volta siamo nelle terre In cui per una volta subordinato a complessi di colpa. Infine si è sobbarcato a una lunga spedizione oltre confine per restituirla alla sua gente, con la segreta e puntualmente delusa speranza di vederla, all'ultimo momento, preferire invece, la sua compagnia. La seconda metà del libro contiene soprattutto il resoconto della miserabile esistenza condotta dal magistrato degradato a prigioniere in attesa di giudizio e umiliato in ogni modo dagli uomini di Joll; con molta vivezza dobbiamo assistere agli stadi del suo progressivo abbrutimento fra le sofferenze. Alla fine però, sconfitti dai barbari che hanno follemente inseguito nel deserto, 1 soldati imperlali lasciano la cittadina, ormai devastata e depressa; e al magistrato purificato dall'estrema abiezione tocca il compito di raccogliere i cocci, nel tentativo di dirigere il ritorno al quieto vivere di prima. Scrittore • indiscutibilmente forte e suggestivo (e ottimamente servito dal traduttore Attilio Veraldi). grande evocatore di luoghi inospitali — i campi avari che circondano l'avampo¬ sto, con le loro stagioni grame, le stanzette fumose, le cucine unte, le celle maleodoranti della cittaduzza di confine — Coetzee paga questa volta lo scotto dell'aver voluto raccontare un apologo e non descrivere un luogo storicamente riconoscibile. Malgrado la bravura con cui Inventa i suol indigeni e la loro civiltà barbarica, l'autore non ha stavolta materiale per un romanzo, e si ha l'impressione che in parte le pur vivide descrizioni delle privazioni inflitte al povero magistrato siano 11 per far massa e aumentare il numero delle pagine. Il messaggio di fondo, poi, sembra ambiguo. Tutti d'accordo sulla criminale stupidità (o sul cinismo politico) di uno Joll teso a esasperare un conflitto che drammatico non era; ma la mediocrità dell'esistenza prima dell'arrivo di costui era davvero il miglior traguardo auspicabile? Masollno D'Amico J. M. Coetzee: «Aspettando i barbari», trad. Attilio Veraldi, Rizzoli, 180 pagine, 13.000 lire. Come vuole la maccheronea, l'iperbole è qui la norma, e la psicologia coincide con le maschere del personaggi. Vero protagonista del libro è 11 linguaggio, un calco cinquecentesco culto e plebeo, compassato e ammiccante, In cui l'autore ha modo di rendere esplicita la sua sanguigna intelligenza della vita, e canta 1 misteri gaudiosi della corporalità, l'epica del lardo e del fagioli, la poesia di uno spiedino di passeri intercalati di salvia e pancetta», o di anguille .nettate nel vin brulé e marinate in un ristretto sugo di pepe». Destreggiandosi tra gli opposti precipizi del manierismo barocco e del goliardico, 11 libro ha pagine suggestive (le battaglie, la morte accidentale dell'attrice, le angosce del Principe, certe metafore In cui si aggirano con araldica incisività serpenti, tordi, merli e falchi). La sua ambizione, sotto 11 tono burlesco, è quella di attingere fuori dal tempo le verità sostanziali di ogni vicenda umana: Il cibo, 11 sesso, la morte come unico approdo certo nella babelica confusione della storia. della signora, e il racconto precipita in una soluzione tragica, senza convimlone, come per gioco: la signora si impicca alla testiera del suo letto dopo aver fatto l'amore col boia, questi si costituisce ma nessuno lo prende sul serio, l'imperatore si stupisce alla notizia che coinvolge il suo irreprensibile subalterno. C'è un po' di turbamento, ma passeggero e sema scandalo, perché la morte è di casa. Il boia riprenderà la sua vita di ligio funzionario con un tavolo fisso all'osteria e un banco in chiesa, l'imperatore distoglierà gli' occhi dalla realtà per assistere agli scavi archeologici di Carnuntum e immergersi nella lettura di Marco Aurelio. Hermann Lenz non è austriaco, ma tedesco: tutta¬ via non stupisce che, volendo scrivere un racconto di morte—La dama e il boia è del 1976 — abbia scelto la Vienna dell'inizio del secolo, luogo ormai consacrato dalla letteratura all'attesa della fine, alla presema della morte. Ma potrebbe essere una città qualsiasi perché nella scrittura di Lem la morte è dappertutto: nei muri scrostati come nei gesti distratti della dama, nella luce del globi delle strade di periferia come nell'attemlom meticolosa del boia per l suoi attrezzi, nello zoccolio dei cavalli della carrozza imperiale come nel reperimento di una fanciulla mummificata mgli scavi di Carnuntum. Laura Mancinelli Hermann Lenz: «La dama e II boia», Serra e Riva, 118 pagine, 7000 lire. Giuseppe Pederiali: «La Compagnia della Selva Bella», Bompiani, 200 pagine, 14.000 lire. Adamo Calabrese: «Il libro del Re», Einaudi, 151 pagine, 10.000 lire. I libri piu venduti Pubbllchlamo la closslllca settlmanale nella qulnta colonnlna della tabella. Andel llbrl plii venduti In Italia, elaborate die questa settlmana «Cent'annl dl solldalla Demoskopea au un gruppo cample- tudlne* dl Garcia Marquez e presente In ne dl llbrerie, In eacluelva per «Tuttoll- due diverse edlzlonl, della Mondadori: gll brl». II puntegglo vlene atablllto con un 88 puntl ottenutl rlaultano dalla somma meccanlsmo proporzlonale. Al llbro plii vendlte dell'edlzlone «Omnlbue» a 15.000. venduto della settlmana, «Caaa nostra*, lire (62 puntl) e deU'Oacar a 6000 lire (26 dl Camilla Cederna, e attrlbulto un Indlce puntl). Nella sesle colonnlna e Indlcato II dl cento puntl. II puntegglo degll altrl tltoll numero delle aettlmane dl preaenza In vlene determinate dalla proporzlone ven-. claaaldca. Queata rllevazlone e atata eldlte con II prlmo. II numero Indlce e dato fettuata dal 7 al 13 aprlle. NARRATIVA ITALIANA Autore Tltolo Lire Editore P.li Sett. Bevilacqua II curloso delle donne 14.000 Mondadori 82 11 Pontiggla II ragglo d'ombra . 12.000 Mondadori 48 2 Glnzburg Latamlglla Manzonl 18.000 Elnaudi 39 10 Eco II noma della roaa 15.000 Bomplani 31 95 Sllone Fontamara 4.000 Mondadori 23 40 Pirandello II fu Mania Pascal 4.500 Mondadori 17 19 NARRATIVA STRANIERA Autore Tltolo Lire Editore P.tl Sett. Garcia M6rquez Cent'annl dl solltudlne 6.000/15.000 Mondadori 88 22 Thomas L'albergo bianco 12.500 Frassinelii 52 4 Besson- Thompson II tempo delle mele 9.000 Vallardi 42 3 Castaneda II dono dell'aqulla 14.000 Rizzoli 34 3 E.K.Gann Oil erol dl Maaada 10.000 Sperling eK. 34 2 Frltzhand 'Lequattro aorello 8.000 Mondadori 32 2 Wilbur Smith La voce del tuono 12.000 Longanesi 28 7 Cartland Lucedl prlmavera 2.500 Mondadori 26 1 Konsallk L'lsola delle sette palme 4.500 Mondadori 24 1 Gulmares La achlava Isaura 3.500 Mondadori 23 1 Hesse Slddharta 4.000 Adelphi 20 111 SAGGISTICA Autore Tltolo Lire Editore P.tl Sett. Camilla Cederna Case Nostra 12.000 Mondadori 100 7 Angola ^Vlaggl nella aclenza 15.000 Garzanti 61 9 Bertoldl Umberto 16.000 Bomplani 48 7 Musattl Questa notte ho latto un aogno 7.000 Ed.Rlunlti 37 2 Moncalvo PannellaII poteredellaparola 9.500 Sperling eK. 28 1 SeWCarraro Rlcordl Emanuela 10.000 Rizzoli 26 3 Pafetta II ragazzo rosso 12.000 Mondadori 21 1 De Quincey Gll Ultlml glornl dl ImmanuelKant 6.000 Adelphi 18 1 Maragllano- Vertecchl La programmazlone dldattlca 6.500 Ed.Rlunlti 14 1 VARIA Autore Tltolo Lire Editore P.tl Sett. . Jane Fonda II mlo llbro dlglnnaatlca 12.000 Mondadori 73 20 Eyton l.adlota fibre 12.000 Longanesi 38 1 Mlchelln Guide Mlthelln Italia 1983 13.600 Mlchelln 30 6 Varl CampegglevHlagglturistlcl 15.000 Touring Club It. 15 3 Ernesto Ferrerò

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