Governare la società è difficile? Diventiamo autoritari

Le tesi del sociologo tedesco Luhmann Le tesi del sociologo tedesco Luhmann Governare la società è difficile? Diventiamo autoritari DI Luhmann si sono spesso lodati l'assenza di dogmatismo, la polemica contro l'idea di applicare allo studio della società procedure tratte dalle scienze naturali, l'atteggiamento critico nei confronti delle ideologie che sovrappongono schemi semplificatori alla realtà sociale. A maggior ragione tali appressamenti vanno rinnovati in presenza di questo ampio volume di saggi, un genere in cui Luhmann eccelle. Toccando temi che vanno dal diritto alla politica, dalla teoria dei sistemi al compito della sociologia nelle società moderne, essi offrono un profilo a tutto tondo d'un sociologo, uno dei maggiori di lingua tedesca dei nostri tempi, per il quale la riflessione sulla società e sulla scienza della società, la sociologia, deve sempre astenersi da ogni atteggiamento manipolativo verso i fenomeni sociali e culturali. Ma nella teoria sociale, come nella pratica quotidiana, le intenzioni non coincidono necessariamente con gli effetti. Una teoria sociale produce degli effetti con l'immagine della società che diffonde e assicura essere scientificamente valida. L'immagine della società proposta dalla sociologia di Luhmann è quella di una società che a mano a mano che si evolve, raggiungendo nuovi livelli di differensiasione interna, accrescendo l'interazione e la comunicazione tra i suoi membri e tra i sistemi che la compongono, richiede per forza di cose un potere centrale piti forte e pervaslvo, senea il quale la sua accentuata dinamica interna rischierebbe di disintegrarla. Al centro della propria riflessione Luhmann pone il fenomeno della ere-' scente complessità delle società moderne. Gli sviluppi della tecnologia è delle forme organizzative danno oripine di continuo a nuovi settori produttivi e a nuove professioni. L'economia e la famiglia, la religione e l'e- E' questo il punto in cui la sociologia di Luhmann finisce per dare un contributo al pensiero autoritario. Un principio fondamentale della scienza dei sistemi, la cibernetica, afferma che per poter regolare un altro sistema ogni sistema deve essere almeno altrettanto complesso. Ora, nota Luhmann, è impensabile che il sistema politico possa mai diventare altrettanto complesso della società civile, poiché a questo punto esso si confonderebbe con questa, perdendo ogni capacità di regolazione autonoma. Ne segue che il sistema politico deve compensare la propria complessità inferiore attraverso il potere, inteso come mezzo per trasmettere alla collettività delle decisioni rivolte a ridurre la complessità sociale. Ribaltare sul sistema dei governati le difficoltà in cui incappa il sistema di governo, asserendo che se il primo diventa più complesso e turbolento il ■secondo dovrà assumere—nel suo interesse —un maggior numero di decisioni, è un argomento classico del potere politico. Anziché dare appoggio a tale argomento, pur non avendone forse l'intenzione, il pensiero sociologico potrebbe ricordare al potere politico un altro principio della teoria dei sistemi. Esso dice che il modo migliore per non essere travolti dalla complessità consiste nel far si che i sistemi locali, i tanti sotto-sistemi o .gruppi o associazioni che formano la' società, provvedano da sé a regolare ■la maggior parte dei disturbi che li toccano da vicino. Solo quando ciò risulta impossibile il disturbo dovrebbe salire sino al sistema centrale. Il problema, per questo, non è allora come ridurre la complessità dei sistemi lo'call, ma come farvi posto in un disegno non autoritario dell'organizzazione sociale. Luciano Gallino Niklas Luhmann, «Illuminismo sociologico», Il Saggiatore, XLIV + 382 pagine, 35.000 lire. ducasione, la politica e l'amministra-' eione, un tempo intrecciate fra loro, si differenziano In sistemi relativamente autonomi. Un numero crescente di individui appartiene a un numero sempre piti elevato di associazioni differenti, mentre la facilità di movimento e di comunicazione infittisce la rete dei rapporti sociali. Simile incremento della complessità sociale rappresenta una sfida senza precedenti per l'organo che deve assicurare, nell'interesse comune, il controllo e la regolazione d'una società: il sistema politico. sordini mentali deve utilizzare la stessa emotività che li ha prodotti e deve svolgersi in ambienti da cui ■ siano il piii possibile rimossi i fattori di punizione e di pena (fino al 1794 i folli erano abitualmente incatenati e, anche più tardi, i trattamenti si avvalevano di espedienti molto drastici: percosse, reclusione, gilst ■di correzione, docce gelate, bagni a sorpresa). Sarebbe troppo facile andare a caccia di antlcipasioni delle pili raffinate e moderne teorie dinamiche; ma nello stile di Esquirol, nel suoi vivaci e drammatici resoconti clinici, nella galleria di ritratti che corredano il libro quasi a delineare un'ideale tipologia fisiognomica del diversi disturbi mentali, c'è uno slancio umanitario, magari ingenuo, che esprime l'irripetibile fervore di una scienza allo stato nascente. Col secondo volume siamo alla fine del secolo,. quando isteria e fotografia si incontrano, essendo l'isteria la più appariscente e plastica fra le malattie mentali; perciò le storie narrate da Bourneville e Regnard si raccomandano soprattutto per Vinsistensa, tutta positivistica, sulle stimmate della malattia e per l'apparato fotografico che le accompagna e documenta. Ma al tempo stesso mostrano l'angustia, essa pure positivistica, di un approccio al male che tenta di mescolare insieme disturbi isterici, gesta degli indemoniati ed estasi di santa Margherita Maria Alaco- que' Augusto Romano Esquirol: «Delle passioni». Marsilio, 210 pagine, 15.000 lire. Bourneville e Regnard: «Tre storie d'isteria». Marsilio, 254 pagine, 20.000 lire.

Persone citate: Augusto Romano, Luciano Gallino, Luhmann, Niklas Luhmann