Da Baudelaire a Burroughs i sentieri rischiosi che portano alla droga
Da Baudelaire a Burroughs i sentieri rischiosi che portano alla droga Da Baudelaire a Burroughs i sentieri rischiosi che portano alla droga La carica trasgressiva di De Quincey si riduce alquanto se si pensa che l'uso dell'oppio era per cosi dire endemico nell'età vittoriana, e tutt'altro che elitario, perché costava meno del whisky; d'altronde, vi ricorrevano personaggi della serietà di Wilberforce, l'apostolo dell'abolizione della schiavitù. De Quincey consegna al suo amico Coleridge e a Baudelaire l'ovvia lezione che la droga conta per l'artista soprattutto in quanto metafora, e dunque là si nali e tendenze a Venezia usa non in sé, ma come referente. Coleridge dichiarò • sempre un vittoriano rimorso per l'uso della droga accanto alla professione. della sua insostituibilità nel propiziare il sogno e la visione alla radice della sua poesia: si definisce cosi un densissimo reticolo di rapporti tra fantasia, memoria, visione, e soprattutto linguaggio, condensato in una parola chiave per Coleridge, mistico, la cui • valenza anticipa in modo quasi folgorante non Hux¬ MILANO — Un sarcofago in bronzo con in bassorilievo tutti i simboli tetri della morte, teschio, ossa incrociate, eccetera: lo apri e dentro trovi una giovane coppia sempre bronzea ma in carne e bene avvinghiata nell'amplesso. Oppure un portacipria d'argento, sul coperchio, a smalto, innocenti e freschi ramoscelli e roselline ma c'è un doppio coperchio e quello segreto, sempre in argento e sempre finemente lavorato, raffigura una di quelle scene che eufemisticamente si chiamano -galanti: Stampe eroticlie del grande Utamaro, .giapponese, anonime illustrazioni cinesi di -libri da capezzale» che a noi sembrano sconci ma che nella vecchia Cina venivano dati in dono alle giovani spose perché si ' istruissero, imparassero come si fa. Una quarantina di dipinti a olio su tavolette di legno, colori squillanti e tecnica pittorica volutamente ingenua, naive, come quella degli ex voto delle chiese, ma i soggetti illustrati sono decisamente cocìion. Preziosissime miniature del Settecento, con lui e lei in parrucca bianca che ne fanno di ogni colore e poi quadri, acqueforti e incisioni di grandi firme, da Rembrandt a Klossowki passando per Boldini e Guttuso ma lasciando fuori Morandi perché lui, si sa, dipingeva soltanto bottiglie. Qui, nelle sale dell'albergo Diana di Milano, sono appese opere e oggetti d'arte esclusivamente imperniati sull'eterno tema del sesso, con tutti i suoi annessi, i suoi strumenti (inclusi quelli della seduzione, il portacipria, il gioiello, il ventaglio) e le sue varianti che non sono poi tante, perché le posizioni più semplici'e le più folli si ritrovano puntualmente in una geometria necessariamente limitata. L'attiviti sessuale della coppia, spinta in questo emisfero o nell'altro, nella nostra epoca o in "Ma anni fa, dalle stesse pulsioni e Quindi sempre allo stesso modo esercitata potrebbe cristallizzarsi in un'aneddotica fastidiosa; se il concetto di peccato, di trasgressione, non desse sapore di pepe e di sale a tutti questi accoppiamenti, che ■altrimenti colnvolgerebbe- ley o Leary, ma Wittgenstein. . ) D'altronde, come giustamente rilevava di recente Almansi, la trasgressione per l'Ottocento vittoriano non è la droga e neppure il delitto, bensì il sesso. E allora notate Io scarto tra la . asetticità della prostituta delle Confessioni di De Quincey, la sua casta Innocenza, e il significato della prostituta in Baudelaire, che a De Quincey guardava quale modello privilegiato: in entrambi, giusta la penetrante osservazione A Milano un'asta co ài Benjamin, essa è una figura guida nel labirinto della metropoli. : Il controllo della visione, l'ingegneria del sogno, appaiono evidenti in De Quincey, in Coleridge, e una simile progettualità persino assertiva rimane in Baudelaire, mentre un sentiero diverso imbocca risolutamente Rlmbaud con il suo dérèglement del sensi. Da questo punto di vista, 11 Coleridge del film televisivo di Ken Russell resta vittima di un travestimento a posteriori asso¬ n «offerte segrete»
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