La rivolta dei traduttori oscuri cottimisti che riscrivono grandi libri

Si sentono sfruttati e mal pagati: un'ondata di assemblee e convegni Si sentono sfruttati e mal pagati: un'ondata di assemblee e convegni La rivolta dei traduttori oscuri cottimisti che riscrivono grandi libri Parla Saba Sard viene pagata dalle 6-7000 lire per una traduzione dal francese o dall'inglese, 7500 lire dal tedesco, 6-6500 dallo spagnolo. 8-9000 dal russo, per quelle scientifiche 11 prezzo si aggira sopra le 10.000 lire. Naturalmente ci sono traduttori particolari che possono ottenere condizioni diverse: se Sciascia si mettesse a tradurre Stendhal o Moravia Balzac le tariffe sarebbero altre. Quanto incide sul costo del libro la traduzione? E' un calcolo difficile da fare perché ogni casa editrice, a seconda delle sue dimensioni, ha costi generali diversi, cambiano i coefficienti e il prezzo di copertina si ottiene con moltiplicazioni diverse. Su di un saggio, dall'Inglese, di difficoltà media, di 200 pagine incide sul costi di produzione tra 11 10-12%, sul prezzo di copertina dal 2 al 3%. Che importanza ha il lavoro del traduttore nel' successo di un libro? Mario Spagnol, della Longanesi, ricorda come sia importante 11 traduttore bravo se 11 testo da tradurre ha qualità letterarie. «Afa — dice — i traduttori bravi sono rari. Per tradurre Von Rezzori dal tedesco abbiamo cercato e fatto fare tantissime prove 'prima di trovare chi fosse in grado di "renderlo" in italiano. Oggi comunque gli editori perdono, non ci sono margini e non credo che possano dire di si alle richieste dei traduttori. Penso che in alcuni casi essi abbiano ragione, ma si sono mossi in ritardo. Mentre è auspicabile la loroprofessionalità è deprecabile una loro chiusura corporativa, come quella di creare un albo. Sono mestieri che vivono nella libertà. Lo so, è un mestiere faticoso che non trova adeguate ricompense materiali e morali. Il basso livello in cui versa la categoria dei recensori fa si che di loro ci i, esponente dell'Associazione Italia in Francia con i nostri scrittori. Un appunto? Tra- ' duciamo abbastanza anche se le risposte sono scarse, ma t nostri editori non insistono. Penso ad autori come Le Clézio, Oracq, Si-, man, si è tradotto qualcosa poi li si è abbandonati. Abbiamo tradotto Leiris e Caillois: è un merito. Credo che lo dobbiamo anche a piccole case editrici. Serra & Riva, Selleria». •Rimane un lavoro ingrato — dice Claudio Magrls —. Pochi riconoscimenti culturali, sui giornali, scarso riconoscimento della traduzione, anche in campo accademico. E penso al valore che Goethe attribuiva alla traduzione, alla sua importanza nell'ambito della cultura di un Paese. Con questo non voglio disconoscere che in Italia la letteratura tedesca vive una condizione privilegiata: dai dibattiti su Luckas, Adorno, alla letteratura austriaca con la sua rappresentazione della "marginalità" del dissenso, delrifiuto». Anche per Attilio Veraldl, uno dei grandi decani della traduzione con più di cento titoli alle spalle, da Tom Wolfe a Dahlberg, da Purdy a Schneck, e oggi autore di romanzi di successo come «La mazzetta», il traduttore è «una figura maltrattata, non riconosciuta ufficialmente ma solo fiscalmente». Dice Veraldi: «Per l'editore quello della traduzione è un costo comprimibile. Il traduttore è una forza debole, non ha sindacati. Ma un albo sarebbe pericoloso: "Chi giudica chi?". E' un mestiere poi che richiede umiltà per capire l'autore su cui si sta lavorando ma che non rende. Io guadagnavo di più. a parità ài cartelle, 25 anni fa. Negli Anni 60 cinquecentomila lire erano una cifra, un milione e mezzo oggi, no. Mi ricordo che quando ho tradotto Selby che anche grazie a loro si è tradotto, e mi riferisco alla letteratura angloamericana, enormemente. Praticamente tutto ciò che di buono c'era da tradurre. Da dopo la guerra siamo stati all'avanguardia. Faulkner i è uscito prima da noi che in Francia. Si lavora in perdita, per passione, divertimento. Si guadagna di più con i doppiaggi cinematografici, con il teatro. Ma la traduzione in teatro cerca di farla, per prenderne i diritti, il regista. Tradurre è un gioco di pazienza, è ricreare un equivalente, cercare il ritmo». Per Giovanni Bogliolo, che insegna francese a Urbino, «mancano i buoni traduttori dal francese. Ci. sono troppi traduttori della domenica. Non basta sapere una lingua, ci vogliono riscontri e verifiche culturali, bisogna aver elaborato una teoria della traduzione. Avere quella "distanza" dal testo di cui parlava Beniamin, ma non perdere di vista la creatività, la capacità di interpre- " tare un autore e la sua opera, cercare una mediazione. Anche se sono contrario ad un albo dei traduttori penso che, almeno per quanto riguarda la letteratura francese, il nostro livello sia migliore di quello francese. Traduciamo meglio noi di quanto non avvenga Illustrazione di Roland Grunberg (dalla rivista «Plexus») si accorga solo per citarli se hanno sbagliato. Ma i bravi, ripeto, vengono disputa-k ti dagli editori». Floriana Bossi, traduttrice di Burgess, ComptonBurnett, Huxley, Malamud, per venticinque anni ha lavorato coi vocabolari, su più di ottanta titoli. «Ho. quasi smesso — dice —, non si può vivere con le traduzioni, si è pagati troppo pò-' co. Bisogna avere un altro lavoro, fare l'insegnante. E' un mestiere che ho amato perette amavo la letteratura, perché è un'attività, creativa in cui bisogna avere umiltà. Ma non rende. Quando ho tradotto 2"'A- rancla meccanica" di Burgess ho fatto una fatica tremenda che mi ha reso pochissimo». Perché, è utile ricordare, il traduttore lavora a forfait, per venti anni l'editore ha i diritti sulla traduzione, può ristampare, passare in economica senza dover dare nulla, se non qualche copia omaggio, al traduttore. «Sfamo lavoratori pagati' a cottimo — dice Masolino D'Amico —, i peggio pagati al mondo. I bravi traduttori non sono stimolati sufficientemente, non cengono mai elogiati per la traduzione che han fatto. E dire; na Traduttori Piccolo campionario di celebri s

Luoghi citati: Francia, Italia, Urbino