Un artista sconfitto tra i rifiuti di Los Angeles

Un artista sconfitto tra i rifiuti di Los Angeles Un artista sconfitto tra i rifiuti di Los Angeles gola per entusiasmare l'ultimo «poeta maledetto» americano. I suoi temi di fondo sono: il tormento dello scrittore che deve trovare 'la forza di distrùggersi come uomo per costruirsi come artista; la sua vocazione a sublimare con il proprio furore visionarlo -uno squallore quotidiano che soltanto al culmine della degradazione sa rivelarsi ricco di potenzialità creative. Per poter parlare della vita, l'artista deve porsi fuori da ogni norma for¬ NON sorprende che Chiedi alla polvere sia stato e sia tuttora uno del libri più amati da Bukowski. Il romanzo di John Fante' (scritto nel 1939 e già tradotto in Italia nel 1941 da Elio Vittorini per la Medusa di Mondadori) ha tutte le carte in re¬ male di comportamento: farsi diverso, escluso, outsider, reletto e deviante; abbandonarsi, con precisa scelta masochistica, a una sofferenza privata, incom1 presa o fraintesa, dalla quale tuttavia, se il talento lo sostiene, potrà faticosamente sgorgare una scrittura verace e significativa. Questa è la filosofia (e la vicenda) di Arturo Bandinl (protagonista di Chiedi alla polvere ma anche di un altro romanzo di John Fante, Aspetta la primavera, Bandini): soltanto op¬ ponendosi con disperazione alla felicità che potrebbe derivargli da un amore sempre rifiutato e sognato per una ragazza messicana, cioè soltanto fallendo sistematicamente l'obiettivo di una serena esistenza personale, Bandini riuscirà a scrivere qualcosa degno di essere pubblicato e letto. Non a caso, forse, il romanzo di John Fante è ambientato ai margini del deserto, nella periferia di Los Angeles: l'arte è un fiore che spunta nella sabbia. più Importanti — spesso una serie scalpitante di aggettivi o sostantivi apriva una poesia o ne incideva con violenza il ritmo verso la metà, qui lo stesso uso lessicale diventa mestamente catalogante, una successione di afflitti rintocchi; se prima boia o cavalieri martellavano una morte destinata e precisa e solo «sua», qui l'ultimo i evento della vita è una impersonale briciola della catastrofe generale. Ma qui, ancora una volta, Cattati ci rimanda alla sua scontrosamente mitica Sicilia, «misconosciuta Itaca», per farla assorbire dal , buio o da buio sangue, quasi a «mischiare poi tutto» — disse Marco Forti dieci anni fa: e ne viene oggi una ulteriore conferma — ' «nella fionda metaforica di una sia pur terremotata 'dimensione del tempo». Rossana Ombres Bartolo Cattati, «Chiromanzia d'inverno», Mondadori; 110 pag. 16.000 lire. non serve a.frenare-la degradazione dei rapporti familiari, dove ciascun individuo è cristallizzato nella solitudine Un eccesso di letterarietà e di gusto saggistico ostacola talvolta la fluidità del racconto, che cresce di tensione quando prevale uno stile di cose e di fatti, più in sintonia con la materia trattata. Massimo Romano Giancarlo Lunati: «Il recinto degli dei», Rusconi, 150 pagine, 10.000 lire.

Luoghi citati: Italia, Los Angeles, Mondadori, Sicilia