Nel tempio babilonese la Simonato esalta l'arte di Rossini

<<Semiramide>> in un'edizione del '62 <<Semiramide>> in un'edizione del '62 Nel tempio babilonese l Sii pla Simionato esalta l'arte di Rossini almeno in parte, gli antichi fasti del belcanto fiorito inteso In chiave espressiva: non più astratti gorgheggi affidati all'agilità dei soprani leggeri ma la coloratura piena di luci ed ombre, sorretta da un robusto registro basso, e soprattutto affrontata «di forza» con vero e proprio empito drammatico. Questa era stata la lezione della Callas che, In pochi anni, produsse i casi rivelatori delle varie Sutherland, Sills, Home, Caballé. Ver¬ che da una parte conduce all'iperbole lo stile del belcanto acrobatico pronto a zampillare freneticamente, con vitalità tutta rossiniana (e quindi moderna), In ogni angolo della partitura; dall'altra scava nel dramma, e persino nella parola, con romantica serietà di approfondimento tragico, anticipando più d'una volta il teatro di Verdi: che il delirio di Assur stia tra Macbeih e Rigoletto, balza evidente, anche al primo ascolto. rete Ma la Simionato non era da meno e la sua superba prestazione nell'acrobatico ruolo di Arsace dà a tutta questa esecuzione una incisività drammatica di primo piano. Grandiosa summa di tutto il melodramma serio di tipo settecentesco, di cui eredita uno dei miti prediletti già messo in musica da Porpora, Vivaldi, Caldara, Hasse, Jommelli, Traetta, Oluck. Galuppi e altri, la Semiramide è opera ambiguamente bifronte L'ultimo album di Eddy Grant