Cento chilometri al Polo Nord Un'altra settimana per Fogar di Gianfranco Quaglia

chilometri al Polo Nord Un'altra settimana per LFogar chilometri al Polo Nord Un'altra settimana per LFogar Secondo Claudio Schpotrebbe arrivare add Poco più di cento chilometri al Polo Nord. Ambrogio Fogar sta bruciando le tappe, anzi il ghiaccio, che sotto i suoi piedi ben calzati e imbottiti adesso è levigato e non presenta più le pericolose crepe incontrate all'inizio. L'esploratore milanese, con il cane siberiano Armaduk che gli fa da guardia e lo aiuta di tanto in tanto nel traino della slitta, sta per raggiungere il letto del mondo. E' questione di pochi giorni. La data da luì prevista è verso l'otto maggio ma considerando una media di 15 chilometri al giorno il traguardo sarà raggiunto molto prima. Claudio Schranz, che lo assiste via radio dalla base di Resolute Bay (Nord Canada) ieri sera era molto ottimista: -Se va avanti cosi e la bufera non lo ferma — ha comunicato per telefono — io dico che Ambrogio arriva il primo o due maggio». Quella di Schranz, il forte alpinista di Macugnaga che ha allenato Fogar in questi hranz, l'alpinista di Macdirittura il 1" maggio ultimi anni nelle scalate e in Orocnlandia, è la previsione di un tecnico. Nel campo base ai margini dell'Artico, dove Schranz mantiene i conlatti da quasi due mesi con il marciatore, c'è agitazione. Giovedì, o al più tardi venerdì, giungerà dall'Italia una troupe del «TG> 1». Con questa, ou un piccolo aereo. Schranz partirà per il Polo Nord il 29 aprile. «Arriveremoprima di Fogar — dice — e lo aspetteremo al "Crystal Station", la base sperimentale della marina statunitense dove vivono una decina di militari che stanno compiendo un programma sdentifico. Lì vedremo arrivare Ambrogio Fogar al traguardo. Poi torneremo con lui a ResoIute Bay, quindi in Italia». Mentre marcia spedilo verso la meta, Ambrogio Fogar sta già facendo un bilancio di questo viaggio infernale, vissuto a cinquanta-sessanta sottozero. Quindici giorni fa, quando il ghiaccio su cui cam ugnaga che tiene i conta - Il marciatore atteso minava si staccò dal resto del pack polare, tulio sembrò finito: Fogar, dopo una settimana di drammatica ansia, fu salvato da Schranz che in acreo lo spostò lateralmente sulla banchina per riprendere la marcia. E' di pochi giorni fa un altro imprevisto: l'incendio della tenda dovuto a una vampata sprigionatasi dal fornellino. «/ pericoli — dice Schranz — non sono finiti. Ogni tanto mi chiama via radio e mi dice che attorno alla piccola tenda di riserva vede al mattino le impronte dell'or-; .so polare. Meno male die Armaduk gli fa da guardia». Ogni particolare della spedizione è stalo allenlamente seguito non solo a Milano, dove vivono la moglie e la figlia, ma soprattutto a Bognanco, in Valdossola, la vera patria di Fogar. E' qui che è nata la nonna materna ed è nella frazione San Lorenzo che il navigatore trascorre i weekend e l'estate nella sua casa. Su queste montagne ha matura¬ tatti dal Nord Canada, alla Crystal Station to con Schranz l'idea pazza di conquistare il Polo Nord da solo e nella stazione termale ha promesso di tornare vincitore. Fogar, secondo il programma stabilito alla partenza arriverà alla Malpensa e da qui. con un elicottero, sarà catapultato direttamente a Bognanco dove dovrebbe tenere la prima conferenza starnila. Nel centro turistico si è costituito un comitato festeggiamenti che vuole tributare all'esploratore gli onori del caso: .spettacoli folcloristici, discorsi, autorità, persino un circo con gli orsi pole.ri e naturalmente tante gigantogra f ie di Ambrogio. Ma la velocità di Fogar nell'arrivare al Polo sta prendendo in contropiede gli organizzatori: lutti pensavano che tornasse a giugno Schranz invece ha comunicato: «Fate presto, non vede l'ora di essere a Bognanco». Gianfranco Quaglia

Luoghi citati: Artico, Bognanco, Canada, Italia, Macugnaga, Milano