Cobham, la morbida batteria

SPETTACOLO, CULTURA E VARIETÀ' Al Colosseo concerto affollato fra jazz e rock Cobham, la morbida batteria Un assolo di 7 minuti e 12 secondi, con rilassata eleganza e ritmo TORINO — I grandi batteristi si portano dietro un fascino legato alle sonorità magiche, misteriose, evocative di ritmi ancestrali, che s'allargano dalla percussione cupa e forte del loro tamburi; ma è un fascino misto anche di rispetto e considerazione per la capacita mostrata di riscattare 11 ruolo d'accompagnamento della batterla e farne motore e corpo del linguaggio musicale. Nella lista poi non affollata di questi innovatori (e con Baby Dodds e Max Roach che la batterla si fa centro d'espressi vitfi nel jazz, e solo nel tardo Novecento la musica classica concede alle percussioni una funzione di primo piano tanto nell'orchestra quanto nelle formazioni cameristiche), Bllly Cobham si è guadagnato un posto di diritto ormai da un sacco d'anni. Alle spalle ha una carriera fatta di grandi incontri, da Miles Davis a John McLaa ghltn e George Duke; e questo suo percorso ha tagliato trasversalmente le correnti principali della musica contemporanea, accompagnando le sperimentazioni che hanno impresso accelerazioni alla storia del jazz e del rock. La seconda parte del concerto che ha tenuto l'altra sera al Colosseo — una suite unitaria lunga 27 minuti può esser considerata una sintesi di questo percorso ormai storico, in un'alternanza fascinosa di stilemi jazzistici e di moduli rockantl: dentro c'era di tutto, dal blues al pop, dal reggae al jazz elettronico, e la sintassi disorganica di tante forme musicali riusciva a trovare omogeneità, nella solidità della scansione ritmica, robusta, puntuale, fantasiosa, Cobham ha una straordinaria tecniea, che impasta lo strumento e ne ammorbidisce le sonorità (ha tenuto un assolo per 7 minuti e 12 secondi, variando con rilassata eleganza velocita e intensità di ritmo); 11 solo rischio che corre è che questa sua performance si fissi nel canoni d'una esibizione di stili, smarrendo il filo d'ogni tracciato linguistico. Il pubblico l'altra ■sera non ha mostrato d'avere perplessità, e ha sostenuto l'Intero concerto con entusiasmi contagiosi. Accompagnavano Cobham la chitarra di Dean Brown (un tipetto che fa molta scena ma suona anche un buon rock progressivo), 11 basso di Tim Landers e le tastiere di Oli Ooldsteln, che è parso tra tutti quello che più è fedele al jazz. Il nome del quartetto è Glass Managerie, hanno suonato con molto successo al Festival di Montreux della scorsa estate, e lunedi arriva in Italia il disco che hanno inciso dal vivo durante quel Festival: il titolo e Smokin. m. c. ri Billy Cobham durante il concerto al Colosseo di Torino

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