Vandali e ladri superspecializzati all'assalto degli orologi nelle strade

Vandali e ladri superspecializzati all'assalto degli orologi nelle strade Spesso i preziosi quadranti sono fermi perché non hanno più i meccanismi Vandali e ladri superspecializzati all'assalto degli orologi nelle strade «Non facciamo in tempo a ripararli» dice il responsabile della società appaltatrice - In corso Traiano l'impianto è stato smontato pezzo per pezzo due volte - Appello ai cittadini Tempi duri per gli orologi troppo esatti: i vandali dell'era tecnologica non risparmiano neppure i quadranti agli angoli delle strade. Non bellissimi — esteticamente parlando — ma precisi, fanno gola a qualche banda specializzata che ruba la parte centrale, il «movimento», particolarmente sofisticato, che scandisce lo spostamento delle lancette: una parte di nessun valore per i profani, utilissima (e in questo caso a buon mercato) per elettricisti e elettronici). Le segnalazioni dei cittadini sono numerose. Telefonano al giornale: •E'un servizio pubblico, lo paghiamo tutti, perché non funziona?». •Perché non facciamo in tempo a ripararli — risponde Armando Pavarini. responsabile del • servizio per la Opa, la società appaltatrice — a volte spariscono i pezzi più. costosi e più appetibili, altre, specialmente in periferìa, i quadranti diventano veri e propri tiri al bersaglio». L'orologio di piazza Peyron è stato preso a rivoltellate, quello di piazza Villari viene regolarmente frantumato a sassate, quello di corso Traiano, di fronte alla Fiat, è stato rsps rubato due volte: «Un'impresa di tutto rispetto, visto che pesa 40Ochili e che deve essere smontato pezzo per pezzo». L'Opa controlla tutti gli orologi (120 «trilaterali», più un'ottantina di «murali»),' una volta alla settimana: Un 'operazione complessa, perché devono essere regolati, eventualmente riparati, si verificano le batterie, ogni 6 mesi si sostituiscono, e si fa un censimento delle parti mancanti». Nei periodi più caldi (giugno dell'anno scorso, e marzo di quest'anno), sparisce tutto: oltre ai «movimenti» in grado di sopportare sbalzi di temperatura da —20° a +60°, i temporizzatori che fanno accendere le luci (costano sulle 60 mila lire l'uno) e le «schedine al quarzo». • Ogni accorgimento è inutile — conclude Pavarini—non è servito neppure metterli sottochiave: hanno tagliato i lucchetti e hanno saccliegglato i meccanismi. L'unico rimedio sarebbe la collaborazione dei cittadini: telefonando quando stanno rubando l'orologio invece di segnalare che è fermo. In fondo sono beni comuni, che tutti pagano e che tutti dovrebbero difendere».

Persone citate: Armando Pavarini, Pavarini