Cowboys che giocano col computer di Lietta Tornabuoni

Cowboys che giocano col computer NEL TEXAS, LUOGO ESEMPLARE DI TUTTE LE MITOLOGIE AMERICANE —————— \ Cowboys che giocano col computer La famosa squadra di football di Dallas è stata una delle prime ad usare l'elettronica nello sport - Come fanno, a che cosa servono i computer*: «Adesso che tutti li hanno è come se nessuno li avesse» - Già sede delle imprese spaziali e degli astronauti, il Texas diventa un centro dell'alta tecnologia: «Nuove rivoluzioni, nuova mistica, nuove utopie» -1 Supermen DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE . DALLAS — «La nostra è stata una delle prime equa-' dre di football americano a. usare 1 computer: sin dall'inizio degli Anni Sessanta», dice Dan Werner, manager dei Dallas Cowboys. «Il calcio europeo ci arriva ora: 11 Beai Madrid ha appena preso contatto con la Mohawk Data Sciences per farsi preparare un programma completo di computerizzazione sportiva». Ci sta arrivando in Italia anche la Roma, ma un inconveniente esiste, nell'elettronica: «Adesso che tutte le squadre americane ce l'hanno, è come se nessuna l'avesse. I computer hanno molto semplificato 11 lavoro d'Informazione, di conoscenza delle squadre avversarie, di previsione delle loro strategie In campo; ma il lavoro successivo, come reagire, come opporsi, è diventato molto più difficile». La possibilità tecnologica, da parte di tutti, di prevedere tutto con buona approssimazione, ha già cambiato la natura del gioco: «SI sa che rispetto al calcio, le cui azioni possono essere lunghe, imprecise, variabili. 11 football americano, Impostato su azioni brevissime ed esplosive, era maggiormente prevedibile. L'avvento dei computer l'ha reso ancora più simile a un gioco di scacchi, magari feroce: ora slamo costretti a tentar di fare cose sorprendenti, capricciose, che l'avversario non si aspetti e che non sia In grado di anticipare». Quella dei Dallas Cowboys è una squadra fiammeggiante per tradizione di vittorie, ricchezza, splendore stilistico, superorganizzazione, adorazione popolare e qualità mondana. Appartiene al potente petroliere Clint Murchison; è diretta da Schramm, un general manager che si chiama persino Texas di nome; è allenata da Tom Landry e da una équipe d'altri allenatori escouts che da ventitré anni è sempre la stessa. Videoterapia Gioca in casa al Texas Stadium, costruzione in gran parte coperta, meravigliosamente ideata dagli architetti dello studio Warren Morey, ìdotata di 176 suites slmili al palchi d'un teatro d'opera ottocentesco: ciascuna suite ospita dodici poltrone, due televisori a circuito chiuso, telefono, frigorifero, tavolo di cristallo e metallo, bar per i liquori che nel resto dello stadio sono proibiti; nell'arredamento personale di ciascuna sulte sì sfrenano l'esibizionismo e la costosa pacchianeria texani, bolseries, tende di seta, quadri d'autore o multipli •preziosi, stile Regina Anna o [stile western, Chippendale o ■Duemila, affreschi, arazzi, 'bandiere, moquettes di velluto, computer. j Naturate che una squadra simile possa apparire simbolica, che si ispiri alla proiezione verso il futuro, alla fede nel progresso senza fine, alla mistica tecnologica che sono uno dei miti americani. Specialmente texani. E non soltanto perché il Texas ospita il Manned Spacecraft Center, centro nervoso delle imprese spaziali e sede degli astronauti: l'alta tecnologia è diventata negli ultimi dieci anni l'attività plìi vitale e crescente, assorbe tra Dallas e Fort Worth il venti per cento dell'occupazione; le industrie elettroniche con più di cinquanta dipendenti sono oltre sessanta; e nella maggiore, la Texas Instruments, lavorano soltanto a Dallas pia di 34.000 persone. La Apple Computer's Incorporateti è già avanti nella preparazione di personal computer per gente fisicamente inabile, primi strumenti di quella videoterapia in cui alcuni medici credono molto: secondo loro l'elettronica e in particolare certi tipi di videogames possono risultare preziosi per curare i bambini ritardati, i malati bisognosi di riabilitazione mentale, quelli che hanno sconnessioni del linguaggio o cattiva coordinazione tra vista e gesto, quelli che non riescono plit ad eseguire nell'ordine corretto i movimenti ad esempio necessari per vestirsi o lavarsi i denti. Isaac Aslmov fa presto a immaginare la posta elettronica, lettere scambiate attraverso computer: ma già sin da ora a ogni ingresso di «Galleria*, cattedrale del lusso di Dallas, 6 un computer a informare i clienti su dove si trovi l'oggetto che vogliono comprare o il negozio che cercano, a fornire la mappa del piano relativo e le indicazioni per raggiungerlo. Negli studi legali, un computer che ha memorizzato leggi, sentenze e regolamenti americani o non, sostituisce la biblioteca dei codici: e i programmi d'intelligenza artificiale sono in sviluppo. «Esco proprio ora da una riunione con dei tipi che mi Illustravano la possibilità di giocare a football col computer», con/ernia Dan Werner del Dallas Cowboys. All'università di Yale, sotto la guida del trentasettenne Roger Schank, un computer dell'Artifldai Intelligence Laboratori sta già imparando a fare l'allenatore d'una squadra. Il tentativo sarebbe il solito, creare un modello computerizzato del processo dintelligenza umano. Noam Chomsky, docente universitario di linguistica e filosofia, non ci crede («Il computer può fornire risposte specifiche a domande molto specifiche, non può realmente capire»), e areche i Dallas Cowboys ci van¬ no cauti: «E' una nuova frontiera», dice Werner. «Oggi il sistema viene sperimentato soltanto da due squadre universitarie del Canada: è ancora ad uno stadio molto iniziale». Lo scouting Quale uso fa Invece la loro squadra dei sistemi più sperimentati? Come si gioca al football elettronico, a cosa gli servono i computer, cosa ci fanno? «Per cercare nuovi giocatori, per lo scouting, ce ne serviamo, come ho detto, sin dal principio degli Anni Sessanta». Gli scouts fanno a veder giocare le squadre universitarie, osservano ijgiocatori.'ne annotano i manierismi, le caratteristiche témperamentali, le qualità di velocità, rapidità di riflessi, agilità, equilibrio, il livello di forza fisica unito alla capacità di tensione esplosiva, ipotizzano quale posizione potrebbero assumere tra i Cowboys: immettono tutte queste informazioni nel computer, che s'Incarica poi di selezio¬ nare sulla base dei dati gli atleti migliori da acquisire. «Per programmare e guidare la partita, per 11 coaching, abbiamo cominciato negli Anni Settanta», precisa Werner, solerte. Ogni incontro, spiega, viene filmato dalla squadra ospitante, che ha l'obbligo di fornire alla squadra avversaria il film dell'ultima partita comune e, a richiesta, di ogni partita precedente. Il gruppo degli allenatori dei Dallas Cowboys assiste al completo alla proiezione del film, spesso interrotta da frequenti fermi di immagine: discute quanto ha visto, ne condensa le informazioni essenziali e le immette nel computer^ • La iHqXChinA memorUza;{ cosi il modo altrui di condurre le azioni, lo stile d'attacco o di difesa, le abitudini e capacità di ogni giocatore avversarlo. Prima di un incontro, il piano di gioco viene preparato in base a questo complesso di conoscenze: «Se un giocatore sistematicamente passa la palla a un dato momento, esiste 11 sessan- ta per cento di possibilità che continui a farlo. Quando lo sai, sei In grado di reagire adeguatamente. Certo non pretendiamo di sapere dal computer cosa esattamente accadrà nella partita futura: ma può aiutarci a identificare le tendenze, le costanti, cosi da tenerne conto». I computer arricchiscono quindi in quantità e scientificità ciò che anche gli allenatori del calcio europeo hanno sempre fatto, magari più approssimativamente, usando lo spirito d'osservazione, l'esperienza e la memoria. A tutto questo lavorio elettronico partecipano in qualche modo i giocatori? «Certo. Parte delle Informazioni vengono fornite anche a loro, perché ci lavorino su». Questo non moltiplica l'impegno mentale dei giocatori? «Certo: la differenza, rispetto al passato, è come quella che corre tra un aeroplano e un Jet. n lavoro intellettuale aumenta molto, ma l computer rendono più forte una persona Intelligente». E tutti sono intelligenti? «Oggi no, non tutti: Infatti 1 meno intelligenti verranno a pòco a poco eliminati. Adesso non basta che 1 giocatori siano forti, coraggiosi e veloci: le qualità mentali diventano sempre più Importanti». I computer che hanno già cambiato il football americano dovrebbero adesso selezionare una élite di Superuominl intellettuali e muscolari, una perfetta razza elettronica? limito del futuro tecnologico non vacilla, l'utopia avveniristica resiste impavida alle obiezioni del buon senso: «Certo. L'elettronica non è forse una rivoluzione tecnologico-scientifica, non muterà totalmente, oltre al Dallas Cowboys, anche tutto il resto del mondo?». Lietta Tornabuoni p Dallas. Dcnnis Thurman, un giocatore dei «Cowboys», placcato in una mischia furibonda dalla difesa dei Giants