Machiavelli non abita all'Intersind
Machiavelli non abita all'Intersind Lettera al direttore del presidente degli industriali pubblici Machiavelli non abita all'Intersind Egregio direttore. Un'espressione di dubbio significato che mi è stata attribuita (l'intesa Intersind per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici non è esportabile ai privati) ha consentito a Mario Plrani di scrivere un. piacevole articolo («Voltaire all'Intersind», La Stampa, 23 aprile 1983). Non mi si accusi di troppa disinvoltura: se l'ambiguità serve a stimolare fantasia e penna, tanto vale, qualche volta, essere ambigui... Ciò premesso, visto che Plrani l'articolo l'ha scritto e visto soprattutto che di questa mia presunta «uscita» si è fatto un gran parlare, tanto vale spiegare bene come stanno le cose per evitare equivoci e incomprensioni. Il «contratto Intersind non è esportabile...»: si tratta della semplificazione giornalistica di un discorso sviluppato subito dopo la firma dell'accordo con la Firn e che sostanzialmente ruotava intorno al riconoscimento delle differenze tra noi e Federrheccanica relativamente al numero e al tipo delle aziende rappresentate. I contratti hanno eguale impalcatura, ma istituti e norme tengono conto, per quanto possibile, delle realtà concrete a cui si devo-, no applicare. E così in Inter-' sind abbiamo negoziato avendo come necessario punto di riferimento il fatto che le imprese associate sono soprattutto di grandi dimensioni; verosimilmente alla stessa maniera la Federmeccanica negozia tenendo conto della presenza al suo interno di circa diecimila aziende, la maggior parte delle quali piccole e medie. La diversa «platea associativa» determina una non perfetta consonanza della disciplina contrattuale e talvolta un diverso peso specifico dei -capitoli,, che compongono il grande libro del contratto. Non c'è valenza politica dietro questo discorso, non c'è furbizia, né machiavèllo: solò' il richiamo del motivi che determinano qualche differenza tra il contratto dei metalmeccanici privati e quello delue aziende a Partecipazione statale. Come dire che un vestito sta a pennello su un corpo e fa qualche piega su un altro. Tutto quL Credo di essermi spiegato, anche se, quando si va in fondo, si trovano ovvietà e cose risapute. L'«enigma» contenuto nella frase incriminata non va quindi risolto nel senso accennato da Plrani (anche se il suo appare più come un tentativo di «capire» che come intima convinzione). Non è vero — ed è dimostrabile — che 1 contratti dell'Intersind si differenziano da quelli del settore privato perché dietro c'è lo «Statò pagatore». Non è vero soprattutto questa volta: gli aumenti salariali sono nell'ambito delle disponibilità indicate dal prò tocollo Scotti e la lunga e sofferta negoziazione con i sin¬ dacati ha dato qualche risultato per quel che riguarda i recuperi di efficienza e di prò-, duttività. Abbiamo trattato avendo come punto di riferimento lo stato di crisi di molte nostre aziende e l'esigenza di migliorare i livelli di competitività. Il motivo ricorrente nella trattativa è stato quello di arrivare a una reale «par condicio» tra aziende a Partecipazione statale e aziende private, gicché tutte operano in un mercato aperto e devono potersi muovere sulla base di comuni condizioni di partenza. Possiamo cosi tornare al 1765 e al «Trattato della tolleranza»: «...ogni giorno in Francia la ragione penetra nelle botteghe dei mercanti come nel palazzi dei signori. Bisogna dunque coltivare i frutti di questa ragione, tanto più che è impossibile impedire loro di maturare». D'accordo con Plrani: Voltaire all'Intersind. Agostino Paci presidente Intersind
Persone citate: Agostino Paci, Machiavelli, Mario Plrani
Luoghi citati: Francia
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