Una vita in fabbrica, senza rimpianti di Franco Badolato
Una vita in fabbrica, senza rimpianti Una vita in fabbrica, senza rimpianti Parlano quattro maestri del lavoro che domenica riceveranno il riconoscimento firmato da Pertini - «Abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca ai giovani» - Oltre 40 anni di servizio Condotta morale, laboriosità, perìzia, disponibilità. Quattro virtù, Innate o acquisite, che hanno contraddistinto le vite di migliala di lavoratori: 82 riceveranno, domenica, alla Camera di commercio, le "Stelle al merito del Lavoro* conferite dal Presidente della Repubblica. Abbiamo parlato con quattro di loro: 11 tipografo Arcldanio Tenca, 69 anni, via Casale 40. Druento, che che ha accumulato 48 anni di servizio (un record, o quasi), prima come contadino, dal '28 al '75 al poligrafico "Roggero e Tortia» di Belnasco; Domenico Antonicelli. 63 anni. 47 vissuti alla Gilardetti. stampaggi per auto; Lorenzo Castellano, 60 anni, dal 1941 collaudatore motorista all' Aeritalia. in pensione da 2 mesi; Luigi Aristo, 67 anni, teorizzatore dei quadri intermedi (marcia del 40 mila, autunno '81). un futuro, forse, in politica. Arcidanio Tenca: "Accetto il riconoscimento anche perché è firmato da Sandro Pertini, un uomo che ammiro. Ho smesso da otto anni, ma fino a qualche tempo fa mi chiamavano ancora in ditta, per consigli. Lavoravo alla monotype, ero fonditore, ma mi occupavo anche di manutenzione. Al lavoro stavo più a mio agio che a casa. C'era la fiducia tra datore di lavoro e dipendente, forse per questo ho resistito tanti anni là dentro». Domenico Antontcelli: «Ho cominciato dalla gavetta: quando da apprendista sgarravo, l'operaio che mi insegnava il mestiere mi colpiva le mani con il manico del martello; sono diventato attrezzista e capo reparto. Due volte I mi ero quasi stufato di pensa! re soltanto a stampare lamieI re, creare i soliti pezzi. Il mio ' datore di lavóro mi ha preso da parte, mi ha fatto capire che non poteva fare a mene di me». SI guarda intorno, nella linda casa al quinto piano di via Sestriere 53/2 in Borgo S. Pie tro, a Moncalleri: -Da tre anni sono in pensione, all'inizio è stato un trauma, mi sentivo un po' escluso. Mi ha aiutato il pensare che molti gióvani sono in cerca- di occupazione. Mio figlio, 27 anni, si è sistemato in ferrovia, lo stesso lavoro che faceva mio padre in Puglia, quando .1 fascisti, nel 22, lò costrinsero ai emigrare. Tocca a lui ora: la mia parte io l'ho fatta». Lorenzo Castellano. Ha accumulato all'Aerìtalia mille ore di volo come collaudatore motorista, tutti su velivoli ad elica. Ma ricorda: "Nel dicembre '51 ho dato il via al decollo del primo aereo a reazione, il Vampire, quando Caselle era soltanto una pista. Da allora Ito lavorato a terra, arrivando alla pensione a febbraio come capo reparto. Ma ero preparato a lasciare, l'unica malinconia è forse il rimpianto di non aver fatto di più». «La fedeltà al lavoro? Costa tanto impegno, coerenza con se.stessi, sapere di aver potuto perdere di vista altri valori»: è 11 pensiero di Luigi Arlslo, nato come calibrlsta, prima In Lancia, poi in Fiat, ora conosciuto come il «creatore» del quadri intermedi. Ha raggiunto 42 anni di servizio, pensa di lavorare per altri tre o quattro. "C'è stato un periodo buio, gli anni in cui imperversava il terrorismo, stavo quasi pensando di mollare tutto». '"Adesso — conclude — che si sta cercando di recuperare la professionalità, in fabbrica si vive mealto». . Franco Badolato
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