Quel «samizdat» è invincibile di Lia Wainstein

Quel «samizdat» è invincibile DUE STORICI FRANCESI INDAGANO SULLA DISSIDENZA IN URSS Quel «samizdat» è invincibile Quasi ogni giorno, negli ultimi anni, qualche notizia sui dissidenti nei vari Paesi dell'Europa orientale compare nei quotidiani, tanto che il concetto fa parte ormai del bagaglio informativo, e scrivere la storia della dissidenza potrebbe quindi a prima vista sembrare un'impresa banale. In realtà, é tutt'altro che facile, tant'è vero che solo recentemente è stata tentata per la prima volta. Autori dell'Insolita opera sono due storici francesi, Jean Chiama, nato nel 1937, specializzato in studi sulla stampa, e Jean-Francois Soulet. nato nel 1942, che insegna all'università di Toulouse-Mirail e lavora In una radio privata locale. Chiama e Soulet si sono alternati nella stesura dei nove capitoli che costituiscono le 600 pagine dell'Histoire de la dissidence - Oppòsitlons et révoltes en Urss et Hans les démocraUes populaires de la mort de Statine à nos jours (ed. Seuil, Parigi). I mass media, osservano gli autori, in genere si occupano del. dissidenti solo quando costoro fanno notizia, e argomenti privilegiati sono perciò la resistenza degli intellettuali, le rivolte violente, l'Urss, mentre meno spazio è concesso al problemi delle minoranze o del credenti, e a Paesi quali la Germania orientale o la Romania, i Secondo gli autori: «Tutto si svolge come se l'Occidente si fosse fermato alla sola immagine diffusa dalla propaganda ufficiale del Paest dell'Est, die riduce la dissidenza ai gesti clamorosi di alcuni intellettuali In vena dt divismoDi quest'enorme iceberg, che a partire dal 1953 continua ad espandersi, l'opinione pubblica occidentale ha conosciuto finora le sole parti emerse. Conviene adesso... valutare ti fenomeno della dissidenza nella sua globalità». In sostanza, si trattava di analizzare i tentativi di opposizione, fatti nel corso di tré decenni nel sette Paesi dell'Europa orientale. Come e dove si possono ottenere delle Informazioni sulla dissidenza, su queste iniziative clandestine, prese in un regime totalitario? La diversità delle vie che è stato costretto a percorrere Soulet già mostra le difficoltà dell'indagine. In molti casi, come avvenne per esemplo nel 1956, quando delle manifestazioni fi'.ostallniane scoppiarono in Georgia, le voci cominciano a diffondersi con un ritardo considerevole, sono contraddittorie, mentre le autorità appaiono reticenti o elusive. Nella stampa, ligia all'ideolo- già ufficiale, si osserva una maggiore autonomia solo nelle pubblicazioni destinate agli intellettuali, quali il Novyj Mir in Urss o la Gazzetta letteraria in Ungheria, o ancora, in Romania, la Romania Literara, cui collaborò Paul Goma. Ponte principale della documentazione è il Samizdat, le Informazioni clandestine; diffuse dai dissidenti nell'Europa orientale e in Occidente. Esse compongono ormai un archivio di oltre 25.000 cartelle dattiloscritte, che gli studiosi possono consultare In otto biblioteche europee e americane. Vi sono anche le pubblicazioni degli emigranti in Occidente, quali per esempio a Parigi le riviste russe Konttnent (diretta da Makslmov) e sintaksìs (diretta da Sinjavskij) e la rivista polacca Kurltura, o, a Roma, Ltterarny listi/, diretta dal ceco Jlrl Pellkan. Soulet esamina attentamente le contestazioni scoppiate dopo la morte di Stalin, le repressioni dei credenti e dell'Intelligencija, la scontentezza del contadini e degli operai: «Non c'è bisogno della propaganda occidentale per convincersi che la pianificazione a oltranza dell'economia... la creazione del Comecon (1949) nel quale il peso dell'Vrss risultava opprimente, erano altrettante misure unilaterali, adottate da Stalin conformemente al suo progetto personale di rimaneggiare l'Europa orientale In funzione del soli interessi sovietici: Vi furono, in quel trent'anni, delle rivolte nel Gulag, 1 noti avvenimenti in Ungheria, in Polonia, in Cecoslovacchia, gli internamenti coatti del dissidenti nel manicomi, e in taluni casi, la loro espulsio- ne dall'Urss. A partire dagli Anni Settanta, le minoranze discriminate formulano le loro rivendicazioni, sia per ottenere 11 diritto di tornare nelle terre dei loro antenati (1 tartari In Crimea, i tedeschi in Germania, gli ebrei in Israele) sia per arginare il processo d'integrazione nel sistema sovietico. In questa lotta, cui partecl-! pano 1 georgiani, gli armeni, gli ucraini, 1 popoli del Baltico, è particolarmente originale la forma scelta dai 50 milioni di musulmani residenti nel Caucaso e nell'Asia centrale. Rinunciando ai procedimenti tradizionali, la gerarchla musulmana privilegia «l'entrismo», cioè «una partecipazione massiccia ed attiva alle organizzazioni politiche e sodali Istituite dal regime sovietico al fine dt modificarne II contenuto». Sin da ora, a quanto pare, 1 risultati di questa tattica sono chiaramente discernibili e le autorità sovietiche non sono In grado di opporvi-, si. Non vi è riuscito nemmeno' Gridar Aliev, che iniziò la sua! carriera nella polizia segreta di Stalin, fu per tredici anni, leader del partito nell'Azerbaldzan, diventò capo del; Kgb di Baku e attualmente, dallo scorso novembre, è vice primo ministro dell'Urss. Lia Wainstein

Persone citate: Aliev, Francois, Jean Chiama, Paul Goma, Sinjavskij, Stalin, Toulouse