Tanti perché ancora senza risposta sulle cause della strage in galleria

Turati perché ancora senza risposta sulle cause della strage in galleria Turati perché ancora senza risposta sulle cause della strage in galleria La meccanica della tragedia è tutta da stabilire - Per il magistrato «è stato un incidènte strano, singolare» - L'autista del pullman:, «Non so, io ho visto solo quel grande tubo che mi veniva addosso» - il camion i sarebbe entrato in galleria prima che il traffico fosse bloccato dall'altra parte - Le accuse dei presenti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — .Come al fronte. Da una parte l'elenco dei feriti o di chi era rimasto illéso, dall'altra, per esclusione, quello dei "dispersi". E più andava avanti il primo più aumentava l'angoscia. E ora siamo qui, sema più sperarne, sema più lacrime', dice una donna dall'età indecifrabile, 40 o 50, il viso stravolto dal dolore e gli occhi ormài asciutti. Quel nome che cercava è tra i «dispersi», tra gli 11 ragazzi napoletani in gita scolastica rimasti uccisi sotto una galleria dell'autostrada del Sole a due passi dalla Certosa di Fi' renze. Le bare sono allineate nella bianca sala quadrata dell'obitorio di Pareggi, soltanto pochi singhiozzi spezzano il si' letizio. Un uomo mormora «Morire cosi a 13 anni non è giusto: Sono le 8 passate da pochi minuti, i genitori dei ragazzi che non risultano ricoverati negli ospedali avanzano a gruppetti per il vialetto costeggiato di pttosforo. Il pianto diventa straziante. Si sa che due ragazzi sono rimasti decapitati, altri corpi sono orrendamente mutilati. Un signore dice ad un infermiere: «Sono medico, sono il padre di Alessandro. Mi dica se è in condizioni di esser visto». Suo figlio è nell'ultima bara, l'infermiere fa «no» con il capo, l'uomo si allontana Soltanto Io sbigottimento, a momenti, sembra prevalere. C'è rabbia sorda, qualcuno mormora: 'Questa non è stata una disgrazia, è stata una negligenza che diventa colpevolezza'. Per ore i genitori erano rimasti in un'angosciosa incertezza. A Napoli si èra saputo a pomeriggio inoltrato che il pullman con gli alunni della terza C e p della media Nico lardi aveva avuto un lriclden te presso' Firenze. Poi c'era stata la convocazione a scuola, la prima conferma. Alcuni erano partiti subito, in auto in una corsa disperata nella notte, mentre altri, quelli rintracciati più tardi, erano stati trasportati con un aereo militare a Pisa e da qui a Firenze. Soltanto poco prima dell'alba il gruppo dei genitori è giunto alla questura. Lo accompagnavano Giuseppe Riccardi, vicesindaco di Napoli, l'assessore alla pubblica istruzione Grieco e 5 rappresentanti jiei consigli di quartiere. L'attesa è proseguita nei corridoi della questura, nell'ufficio stesso del questore, Umberto Catalano. «Molti piangevano, ma pudore e riservatezza prevalevano su tutto: ha detto il dottor Catalano. Occorreva rispondere, però, alle tante domande disperate. E allora, nel cortile, è stata decisa la lettura dell'elenco dei ragazzi illesi e di quelli feriti. Dopo ogni nome un volto si illuminava, sugli altri il dolore lasciava segni profondi. Finalmente il calvario sì è concluso per i genitori dei sopravvissuti che hanno raggiunto i ragazzi al seminario minore, sulle colline di Careggi. Per alcuni c'è stata una corsa negli ospedali, dove i 16 piccoli ricoverati non apparivano in gravi condizioni. Ieri mattina sono stati dimessi in 13; alle 13,30 un treno speciale ha riportato a Napoli ragazzi e genitori; alle 17 da Pisa due aerei hanno portato via le 11 bare e su un altro sono saliti i genitori degli uccisi. A Firenze sono rimasti Massimiliano Rizzo. 13 anni, e Antonio Chiamenti di 14, ricoverati al Cto, e Daria Deangelis, 13 anni, ricoverata alla clinica neurologica, tutti e tre della terza C. Ih ospedale sono rimasti anche la professo- ressa Renata Golia Alberti, 53 anni, l'autista del pullman, Nazzareno Giorglone, 45 anni, di Benevento e 11 brigadiere Vittorio Roberti, 30 anni, della polizia stradale di Siena. Sulla sua moto viaggiava in coda all'articolato con il largo tubo della «Jceb Dea» di Brescia che ha agganciato e aperto come una scatola di sardine il pullman della ditta « Viaggi Nardone» che dal Sud correva con i ragazzi e i loro accompagnatori verso Limone sul Garda per una spensierata gita di 5 giorni. La meccanica della tragedia è ancora da stabilire, si attendono gli interrogatori ufficiali del protagonisti, qualcuno è stato sentito, ma niente è .stato ricostruito. Il magistrato, sostituto procuratore Pietro Dubolino, non ha ancora preso prowe- dimenti, nessuna comunica-' zlone giudiziaria o altro è stata emessa. Per 11 momento e ancora tutto prematuro. Dobbiamo verificare i fatti; acquisire la documentazione, verificare se vi sono state violazioni sui regolamenti per i trasporti eccezionali. E' stato un incidente singolare. E' la prima volta die due mezzi si "sbucciano". E' stata una 'pizzicata" come se si fossero toccati due specchietti retrovisori, solo diesi sono tocca ti i punti esterni delle sagome'. Ci si chiede perché il camion sia entrato in galleria prima che 11 traffico fosse bloccato dall'altra parte. Nel tunnel del Melarancio lungo 600 metri e con una carreggiata larga al massimo m 7,65 il traffico scorreva nel due sensi. Dalla corsia Sud circa 100 metri prima dell'ingresso in galleria gU autoveicoli erano dirottati nell'altra corsia. Velocità consentita 40 km all'ora, per chi arrivava da Roma il doppio. Ma, ha sottolineato il magistrato, •'l'articolo 102 del codice della strada stabilisce die l'automobilista in situazione di difficoltà particolare deve bloccare il mezzo'. Anche il capo della scorta per il trasporto speciale ha facolta di bloccare il camion. La pattuglia aveva rilevato a Bologna la scorta partita da Brescia e 11 grosso tubo aveva ormai superato il tratto appenninico; considerato, a ragione, il piti pericoloso. Ma quella corta galleria in salita e con una curva sulla sinistra ad arco piuttosto stretto è diventata una trappola. Il grosso veicolo procedeva a velocita limitata, forse non più di 35 km orari. Un poliziotto, l'appuntato Loreto Luscltti, 43 anni, ha accelerato per portarsi al fondo e bloccare il traffico. Gli sonò sfilati al fianco un pullman, un furgone e due auto.-Forse, arrivato dall'altra parte, ha comunicato che dopo quegli automezzi si poteva far avanzare l'ingombrante trasporto. Forse. Ma l'articolato probabilmente non si è fermato. A questo punto non si sa più che cosa è successo esattamente. L'appuntato Roberti ha forse cercato di fermare l'autista. Antonio Cannone, 45 anni, di Milano, o forse ha cercato di farsi vedere dal pullman, che arrivava a 75 km l'ora. I due automezzi, neppure con molta fortuna avrebbero potuto evitarsi. Il tubo di 13 tonnellate è stato come un tremendo artiglio sulla fiancata sinistra del pullman. La morte deve essere stata istantanea quasi per tutti. Soltanto Alfredo Lombardi. 13 anni, è vissuto qualche minuto ancora. Ma quando è giunto all'ospedale non c'era più nulla da fare. Ieri mattina, l'autista del pullman Nazzareno Giorglone, ancora disteso in un letto d'ospedale, diceva a mezza voce: «Ho visto soltanto quel tubo, quel gran-. ile, tubo che mljgnjga ai-, tfttM®»'.*. : .t:» ,4-" u ',Vincenzo Tessa ndori ■ Nupoli. L'aula della 3" C, la classi; a cui apparteneva (>raii parte dei ragazzi morti liei terribile incidente' sull'autostrada del Sóle nei,pressi di Firenze. Su ogni banco, 1 compagni hanno.posto un fiore. Sulla lavagna invece hanno scritto: «Fino all'altro giorno erano qui con noi» ( telcfoto) Firenze. La mamma di una delle giovani vittime della tragedia avvenuta sull'Autostrada del Sole nei pressi di Firenze in lacrime durante l'opera di riconoscimento avvenuta ieri pomeriggio all'esterno dell'Istituto di Medicina legale di Careggi (Telefoto Ansa)