Persone di Lietta Tornabuoni

Persone Persone di Lietta Tornabuoni Le spalle nude di Scarlett Louise Shaw, una bostoniana seria che dirìge il settore dell'arte e del costume dell'Università di Georgia, dice che nessuno più di Searle» O'Hara e niente più di Vìa col vento ha danneggiato igni ricerca storica sullo stile di vita delle donne, sulla moda, sulla «Bella del Sud» americana nel tempo della Guerra Civile. «Lo stereotipo del film popolare, la leggenda del personaggio di Vivien Leigh e il loro successo inesauribile hanno distorto la realtà, e ancora oggi costringono gli storici a dedicarsi a smentire quel mito anziché ad approfondire la propria conoscenza dell'epoca». Nella realtà, dice: «Atlanta era allora ancora una città di frontiera, le donne che la popolavano erano soprattutto schiave e prostitute; la regione circostante era troppo povera per ospitare le piantagioni immaginarie di Margaret Miniteli. Anche le signore, nel Sud, avevano nella vita vera un guardaroba limitato essenzialmente a quattro vestiti: uno per tutti i giorni, quasi sempre nero giacché lavare e stirare non era così semplice; uno per la domenica; l'abito da ballo dei sedici anni, e il vestito da sposa. Le Jbelle spalle nude e le scollatu'ife profonde di Vivien Leigh In Via coi vento si ispirano più che altro allo stile degli Anni Trenta: con la Guerra Civile, poi, le donne del Sud sconfitto, stremato e impoverito avevano preoccupazioni molto diverse*. ' Esistono, a testimoniarlo, tante immagini d'epoca, esistono ancora alcuni abiti d'epoca che la Historical Society di Atlanta esibì anni fa in una mostra. Ma non c'è verso: «Scarìett O'Hara del cinema è ormai l'immagine mitica della femminilità del Sud, e magari lo resterà per sempre». La realtà appariva al confronto cosi deludente, racconta Louise Shaw, che molte signore, compiendo un'azione storicamente bla- sfema e distruttiva, gettarono via interi guardaroba autentici delle loro antenate' perché i vestiti veri non somigliavano per niente a' 'quelli disegnati nel 1939 da 'Walter Plunkett per Vivien Leigh, Americana Linda Carter, la figlia dell'ex presidente americano, una brunetta con gli occhi verdi, presta la propria faccia molto carina e la propria firma autografa per la pubblicità di ombretti e rossetti. Si vende per ottantacinque dollari una «Bambola Marilyn» identica all'attrice suicida, sessanta centimetri, grande abito da sera scollato e strizzato di raso rosso, volpe bianca sulle spalle, slogan: «Oh, you Beautiful Dolll». Persino all'interno dei taxi si fa appello al patriottismd texano con la placca: «Drive with Pride», guida con orgoglio. Dappertutto si vedono nuovi nomi italiani, dopo quelli vecchissimi della mafia e dei ristoranti, dopo quelli già logori della moda: la Toyota chiamata Corolla e le scarpe marca Corelli, i club Boccaccio e Bellini, gli inquietanti negozi Arresta e Alfresco, i posti per mangiare Farfalle Crescendo e Zucchini, gli inopportuni cosmetici Adolfo. Ma c'è di meglio in uno di quei disperati Milton Inn accanto .all'aeroporto, motel provvisori e sbandati dove come nei film non si può che fissare il soffitto è la tv, bere, ripercorrere ' penosamente tutta la propria vita, aspettare. Nella sala fintolusso c'è una pianola che suona, e seduto davanti alla tastiera come un'impossibile pianista c'è un antiquato manichino femminile. Vestita di verde, con la sua parrucca bionda, la sua collana, le mani di gesso sospese in un'eterna indecisione d'artista, la finta donna sta 11 sullo sgabello, e. intanto i tasti continuano a muoversi da soli allineando meccanici le note di canzoni dimenticate: dove sei, Dario Argento? Farnesina «A Dallas abbiamo invitato, e sono venuti volentieri, anche un distinto gruppo di ambasciatori: la nostra città non è soltanto ricca, diventa cosmopolita-), informa con orgoglio Frank Chavez, funzionario dell'associazione locale dei banchieri, industriali e commercianti. «Prima del gran ballo del sindaco», s'entusiasma a raccontare, «abbiamo portato gli ambasciatori a vedere Southfork, il ranch privato a cinquanta chilometri dalla città dove stato in parte girato e dove si svolge il celebre serial televisivo Dallas. Visita ai luoghi, poi un allegro barbecue... Gli ambasciatori si sono molto divertiti». Bella gita; E chi c'era? «Gli ambasciatori del Pa raguay, del Portogallo, della Thailandia, dell'Italia, della Giamaica, del Belgio, altri..-». Nell'i»Ordine di precedenza ■ dei dignitari stranieri» stabilito per il ballo, il nostro ambasciatore Rinaldo Petrignani stava dopo l'ambasciatore del Salvador Ernesto RivasGallont e prima di Abdourahmane Dia, ambasciatore del Senegal.

Luoghi citati: Atlanta, Belgio, Dallas, Italia, Portogallo, Thailandia