Il governo è battuto alla Camera in pericolo la Cassa Mezzogiorno

Il governo è battuto alla Camera Cassa Mezzogiorno Franchi tiratori hanno aiutato l'opposizione a bocciare la legge di proroga Il governo è battuto alla Camera Cassa Mezzogiorno Il decreto manteneva in vita l'ente fino al 31 dicembre • Il ministro Signorile ha subito proposto un nuovo provvedimento - Nel caso non fosse approvato, diventerebbero nulli tutti gli atti compiuti negli ultimi mesi dalla Cassa DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La Cassa per il Mezzogiorno non sarà sciolta, ma poco c'è mancato. Ieri pomeriggio la Camera ha bocciato 11 decreto-legge governativo che manteneva in vita questo ente fino al 31 dicembre prossimo. Il decreto scade con la fine di aprile e se respinto non può essere ripetuto prima di sei mesi: le leggi precedenti stabilivano che la Cassa durasse fino al 28 febbraio scorso. Il ministro per il Mezzogiorno Claudio Signorile ha annunciato a sera di aver trovato la soluzione di ripiego: un disegno di legge, da approvare con proceduralampo nel giro di quarantotto ore. Il meccanismo si è già avviato- Sono stati dai 20 ai 30 •franchi tiratori» a far cadere la legge dì conversione del decreto che era stata già approvata dal Senato. Duecentoquattro no hanno prevalso su 198 si, nel giorno centrale della settimana, in cui le assenze dei parlamentari dovrebbero toccare 11 minimo. Le opposi - zioni totalizzavano circa 180 presenti e non si erano impegnate particolarmente. Perché la bocciatura? Il comunista Giorgio MacciOtta sostiene che 11 decreto introduceva ••nuovipoteri discrezionali del ministro che hanno determinato tensioni all'interno della maggioranza., n ministro è socialista, quindi 1 franchi tiratori sarebbero democristiani. Signorile incolpa una 'grande alleanza restauratrice», che avrebbe spinto alcune frange della de a schierarsi con l'opposizione comunista. I laici erano in gran parte assenti e i socialisti presenti in aula per poco più d'un terzo. Era la settima volta che si prorogava per legge l'esistenza della Cassa per il Mezzogiorno, ente del quale da tempo si discute la sostituzione con altre strutture più agili ed efficienti. Negli ultimi mesi, è una storia di rinvìi all'ultimo momento. La scadenza del 31 dicembre 1982 era stata portata al 28 febbraio 1983 con una legge approvata nel terz'ultimo giorno utile, il 28 dicembre. Il decreto-legge bocciato ieri era stato approvato dal governo a poche ore di distanza dal nuovo termine, nella giornata del 28 febbraio stesso. Le somme in gioco sono notevoli. Il decreto affidava alla Cassa per il 1983 uno stanziamento di 4300 miliardi, di cui 2500 effettivamente disponibili durante l'anno (1000 in realtà già attribuiti prima, e 1500 nuovi). La proroga della Cassa era a carattere straordinario, tanto è vero che il consiglio d'amministrazione avrebbe dovuto intitolarsi «comitato provvisorio di gestione»; ma quasi tutto l'intervento avrebbe continuato a funzionare proprio come prima, n ministro per il Mezzogiorno avrebbe avuto pieni poteri di direttiva .per adeguare l'organizzazione della Cassa a quanto previsto per dopo il suo sciogliménto (separare incentivi e promozione dalle «azioni organiche d'intervento» condotte direttamente). II. disegno di legge che dovrà mettere la toppa al vuoto che minaccia di crearsi è stato concordato ieri sera tardi; Conterrà le modifiche apportate dal Senato, ma non nuovi poteri per il ministro. E' di iniziativa parlamentare (si risparmia cosi la convocazione del Consiglio dei ministri) ed è stato già assegnato «in sede legislativa» (senza bisogno di passare per il voto nell'aula di Montecitorio al completo) alla commissione competente. Trasmettendolo subito a Palazzo Madama, si dovrebbe fare in tempo. Si conserveranno le principali norme del decreto, aggiungendo una salvaguardia o sanatoria per evitare che gli atti compiuti dalla Cassa dopo 11 28 febbraio siano nulli. Questo, infatti, sarebbe successo: scaduto il decreto al termine del 60 giorni (fu pubblicato sulla Gaesetta Ufficiale il 1° marzo) la Cassa sarebbe risultata Inesistente dopo il 28 febbraio, e le sue decisioni prive di valore. Un nuovo decreto, come si sa, non sarebbe stato possibile: il governo non può rlpresent are prima di sei mesi i decreti-legge che il Parla-! mento ha respinto. Il disegno di legge, una volta approvato, non può avere effetto retroattivo Nelle prossime ore l'aula di Montecitorio si troverà di fronte, anche al delicato problema delle due leggi rinviate al Parlamento dal Presidente della Repubblica perché prive di copertura finanziarla. SI sa che i due provvedimenti in sé hanno poca importanza ma 11 Quirinale vuole mandare un messaggio preciso: non esagerate con le «leggine» di spese pre-elettorali che toccherà poi coprire con nuove tasse dopo il voto. Per la legge sulle zone terremotate della 8icilia, la commissione Bilancio ha respinto i rilievi di Pertinl; per l'altra legge, la commissione Esteri 11 ha accolti con qualche mugugno. Oggi sarà l'assemblea a decidere.

Persone citate: Camera Cassa, Claudio Signorile, Giorgio Macciotta

Luoghi citati: Roma