Le opere d'arte «collezionate» dai ladri esposte in una insolita mostra a Roma
Le opere d'arte «coUezionate» dai ladri esposte in una insolita mostra a Roma Le opere d'arte «coUezionate» dai ladri esposte in una insolita mostra a Roma DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — I primi a venire incontro ai visitatori, con le braccia tese in avanti e la lunga coda di uno strumento musicale a bocca, sono due angeli di legno policromo, con densi boccoli raccolti in cima al capo e le gote ben gonfie sotto le ciglia scure ridisegnate di recente: risalgono al XVII secolo, opera di autore ignoto, ed erano scomparsi nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1981 dalla chiesa di San Francesco, a V'isso, in provincia di Macerata. Adesso le due sculture fan¬ no parte di una stravagante esposizione, in mezzo a pezzi archeologici e dipinti di diverse epoche, al secondo piano della palazzina di piazza Sant'Ignazio dove ha sede il Comando dei carabinieri specializzato nella tutela del patrimonio artistico. Tutte le luci sono accese. E' giorno di festa per gli uomini che. insieme con il col. Vitali, lavorano a tempo pieno contro falsari, ricettatori, ladri. •Ma no, non pensi che siamo degli 007. si schermisce l'ufficiale. Ammette: «Pazienza, si. Ne abbiamo tanta. Un'operazione la seguiamo passo passo, spesso per tanto tempo. E magari poi non possiamo fare niente, non riusciamo a riprenderci indietro un bel niente. Ad esemplo, quando un'opera ha preso la strada dell'estero, magari di un grande museo. Sappiamo attraverso quali canali è arrivata fin lì. Ma non esiste una legislazione di tipo internazionale che ci sia di sostegno: per avere l'opera indietro, dovremmo poter dimostrare che all'origine di quel viaggio c'è stato un furto. Non sempre questo siamo in grado di do- cumentarlo. Altre volte le no-' stre piste arrivano fino a un certo punto, e poi si interrompono: quando di passaggio tn passaggio l'opera arriva nelle mani del collezionista privato, allora è come se non esistesse più per noi. Anche in questo caso la speranza è nel tempo, che col passare degli anni il collezionista o i suoi eredi decidano di valorizzare le loro opere e le espongano o le prestino a musei aperti al pubblico. Allora possiamo almeno riawlare il filo per sapere che cosa ne è successo.. Aspettare sembra essere la prima regola degli uomini nel Nucleo tutela del patrimonio artistico. Più un'opera è importante, più tempo ci vuole perché si metta in movimento verso la destinazione finale Del gruppo esposto adesso a Sant'Ignazio ci sono i dodici dipinti che nella notte fra il 4 e il 5 dicembre scorso furono rubati nella casa dell'indù striale torinese professor Corrado Sofia, a Roma. I carabinieri incominciarono a pedinare un gruppo di ri cettatori finché scoprirono il luogo in cui 1 quadri erano custoditi Insospettiti, e col dubbio di essere stati individuati a metà aprile 1 malviventi de cisero di trasferire 11 bottino in un luogo più sicuro. Di notte caricarono le tele su un camion e partirono dal quartiere della Montagnola, diretti verso la Cristoforo Colombo Ma si accorsero di essere pedinati e tentarono di far perdere le proprie tracce. Quando si accorsero che non ce l'avrebbero fatta, piantarono tutto e se la svignarono a piedi. Per ora Bono stati beccati in due. A Viterbo, invece, ferveva un'attività di falsari. Riproducevano opere grafiche di pittori come Outtuso, Oentlllni, Greco, Vespignani, \
Persone citate: Corrado Sofia, Cristoforo Colombo, Greco, Vespignani
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