I nostri soldi di Mario Salvatorelli

A I nostri soldi di Mario Salvatorelli A I nostri soldi di Mario Salvatorelli Anonimo: colpevole o virtuoso? Tra i tanti casi della vita, può capitare anche che arrivi una lettera in difesa di chi si nasconde dietro l'anonimato, e. contemporaneamente, ne arrivi un'altra che lo giustifichi, senza chiederlo. Eccole. Prima lettera: «Sono d'accordo che il ricorso all'anonimato, per lettere di denuncia, di insulti, di minaccia, eccetera, deve essere bandito. Ma, nel caso di un suo lettore, che non vuole il nome sul giornale, ma si rivolge a lei per un consiglio, che male c'è? A questo punto, il fatto è suo, che giudica se questo argomento è interessante, se la sua risposta va a favore di motti, e non solo di chi l'ha suggerito. Il proporre a un giornalista, come a qualsiasi altra persona che si occupa di problemi comuni, un suggerimento, non deve essere considerato anonimato. E' già molto che un cittadino, anche sconosciuto, si sia preso la briga di scrivere per il bene (a suo parere) di tutti». E il lettore, coerentemente, conclude: «Firmo senza indirizzo e con un nome che mi piace: Pietro...». Stavo riflettendo sulle argomentazioni, indubbiamente valide, di questa lettera, quando, continuando nello spoglio della corrispondenza, ho aperto quest'altra lettera, debitamente firmata e «localizzata», ma che denuncia un fatto cosi singolare, delicato e, aggiungerei, incredibile, che sono io, a questo punto, a «nasconderlo» .dietro l'anonimato, pronto.'' naturalmente, a precisarlo;' se la mia segnalazione do-vesse cadere nel vuoto; . Si tratta di questo. Un lettore, residente nella Riviera Ligure di Ponente, mi informa di avere versato, all'inizio di febbraio, presso un'azienda di credito locale, un assegno di conto corrente di 6 milioni di lire, «ottenendo, \ovvlamente, dalla banca, re- 1 ' golare ricevuta». Ma, dopo, un mese, quella banca gli ha comunicato, verbalmente (ed ecco il primo fatto incredibile), che l'assegno era andato smarrito, e che, pertanto (secondo fatto incredibile), il nostro lettore, e il traente dell'assegno dovevano rilasciare due dichiarazioni con le quali: il primo solleva l'istituto che aveva perso l'assegno da qualsiasi responsabilità, c, il secondo, autorizzava la propria banca a onorare l'assegno, anche senza la materiale presentazione del titolo. Non mi dilungo sul fatto, che, al rifiuto di entrambi a sottoscrivere i documenti richiesti, il nostro lettore è stato informalo, «sempre verbalmente», dalla sua banca che i sei milioni erano stati' addebitati sul suo conto cor11 rente, e che la pratica di ammortamento doveva essere fatta a sua cura e spese. Mi limito solo a rispondere al lettore, di cui sono io a non fare il nome, che non mi sembra assolutamente necessario suggerirgli, come egli vorrebbe, la via legale più opportuna per far valere i suoi diritti. Ritengo che la «regolare ricevuta» del versamento dell'assegno di 6 ' 6 milioni di lire, sia più che sufficiente. E concludo, almeno in questo caso, dando ragione al lettore che difende l'anonimato. Evidentemente, in certe circostanze, e in piccoli centri, vige ancora la legge del più forte, quella denunciata alcuni millenni fa dai poeti latini. Calcio e Borsa «Scrivo per sfogare il mio malcontento nei confronti della Rai e anche delle radiotelevisioni private che, durante le centinaia di ore di trasmissione complessive giornaliere, non trovano dieci minuti di tempo per trasmettere il listino della Borsa, ma lo trovano per darci, anche in diretta, i calci di Rossi o di Falcao che buttano la palla in rete. Si capisce, allora, perché siamo i primi della classe nel calcio, e gli ultimi in economia», scrive da Asti il signor A. Moiso (oppure Moiro, la firma è poco leggibile). A me sembra che una cosa non escluda l'altra, cioè che si possano dare, possibilmente in diretta (e magari fossero, almeno quelli di uno dei due, più numerosi) i gol di Rossi e di Falcao, e trasmettere anche i bollettini della Borsa. Forse, questo non camberebbe di molto le nostre posizioni nella classi fica economica, come hanno dimostrato le ultime, infelici esibizioni, pur trasmesse in diretta, della Nazionale di calcio. Non c'è dubbio, però, che una maggiore attenzione alla Borsa e alla sua funzione, da parte delle radiotelevisioni, gioverebbe alla cui tura del Paese. A proposito: speriamo che la probabile esclusione della «Nazionale» dall'Europa, in campo calcistico, non preluda a un'uscita anche in campo economico, del nostro Paese dal Vecchio ma sempre valido Continente. m

Persone citate: Falcao, Moiso, Ponente, Rossi

Luoghi citati: Asti, Europa