La riforma sanitaria è fallita più clienti ai servizi privati di Gian Carlo Fossi

sanitaria e fallita più clienti ai servizi privati Una ricerca del Cnel denuncia ritardi e inefficienze sanitaria e fallita più clienti ai servizi privati I dati più negativi riguardano gli ospedali: gliorata, ma negli altri è rimasta uguale o Veneto ha attuato pienamente la riforma; nel 5% dei casi la loro funzionalità è miaddirittura è peggiorata (37,2%) - Solo il «sufficiente» il Piemonte; indietro il Sud ROMA—E" proprio nel settore dell'assistenza ospedaliera, turbato In questi giorni da una nuova raffica di scioperi del personale medico, che la riforma sanitaria è clamorosamente fallita, anche per le ripercussioni «destabilizzanti» del sistema pubblico rispetto a quello privato. Una imponente ricerca svolta dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro sullo «stato di attuazione della riforma sanitaria» (con 11 concorso della maggior parte delle Re gioni italiane, dei ministeri interessati, dei sindacati e di numerosi esperti) ha accertato che solo nel 5,1% del casi la funzionalità degli ospedali è migliorata dopo la riforma, mentre è rimasta immutata nel 51,8% dei casi e peggiorata nel 37,2% con valori più elevati nell'Italia meridionale ed insulare. Solo tre Regioni — Piemonte. Friul 1-Venezia Giulia e Toscana — hanno assunto iniziative per garantire una maggiore qualità delle prestazioni ed il controllo della funzionalità ospedaliera. Nel complesso delle Regioni, comunque, 11 peggioramento è determinato per il 54.4% dagli aumentati tempi di attesa per il ricovero e per il 21,9% dai lunghi tempi di degenza rispetto alle reali necessità di diagnosi e di cura. Da tale situazione deriva che, dopo la riforma, il ricorso a strutture specialistiche e a laboratori privati convenzionati è aumentato del 52,6% dei casi osservati, mentre è rimasto invariato nel 28,6% ed è diminuito nel 10,2%. Solo nell'Italia nord-orientale si è notata una minore denuncia di aumento (43%). ma ovunque il ricorso a strutture private risulta inversamente correlato alla funzionalità e alla efficienza delle strutture pubbliche. I risultati dell'indagine, che si è conclusa alla fine del 1982, saranno resi noti prossimanenie dal presidente del Cnel, Storti. Il documento finale, elaborato dal relatore prof. Coppinl, ordinario di tecnica delle assicurazioni sociali presso l'Università di Roma, si compone di 375 pagine, ricche di tabelle e dati relativi, per ciascuna prestazione, alla situazione nazionale e a quel le regionali. Se ne deduce fa cllmente che anche in tutti gli altri settori assistenziali gli effetti della riforma sono stati largamente.deludenti, talvolta sconcertanti; cosi come sono negativi 1 giudizi espressi, nella maggior parte del casi, sulla funzionalità dei servizi resi dalle Unità Sanitarie Locali. La funzionalità operativa dei servizi attivati è giudicata «piena» in una sola regione, il Veneto; «sufficiente» in sei (Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Molise) e nelle province autonome di Bolzano e Trento; «non sufficiente» in tre regioni, Basilicata, Calabria e Lombardia. Il rapporto tra 11 personale delle Unità sanitarie locali e l'utenza è ritenuto «soddisfacente» soltanto dal 37,1% degli intervistati, con valori più alti nell'Italia nord-orientale (48,6%), centrale (43,7%) e nord-occidentale (42,6%). Le percentuali dei contenti sono sensibilmente più basse nell'Italia meridionale ed insulare (21,5% e 23,9%). Il 40,2% degli utenti ha denunciato un peggioramento di funzionamento degli am¬ bulatori e del laboratori delle Usi, con maggiore accentuazione dei valori negativi nell'Italia meridionale ed insulare (56.6% e 51%) e minore accentuazione nell'Italia Nordorientale (23.9%). A tali giudizi negativi fa riscontro soltanto il 10,7% di giudizi positivi sul totale, con andamento territoriale dei valori inverso rispetto ai dati precedenti, cioè il 15% per l'Italia nord-orientale, il 6,6% per l'Italia meridionale, l'8,2% per l'Italia insulare. L'assistenza del medico di famiglia rispetto al passato è migliorata soltanto per 114,9% degli intervistati, il consumo dei farmaci è aumentato in media del 7,3%, le confezioni farmaceutiche prescritte sono utilizzate interamente solo per 1151,9% (nell'Italia centrale solo 1141%), le visite specialistiche e gli esami di laboratorio prescritti dal medico si sono incrementati del 16.1%, le Regioni meridionali ed insulari sono agli ultimi posti nell'attivazione del servizi per la maternità e l'infanzia, l'assistenza agli anziani, i consul tori familiari. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Storti