Shultz parte per il Medio Oriente vuole «chiudere» la crisi libanese
Shultz parte per il Medio Oriente vuole «chiudere» la crisi Reagan: «Rilanciamo Camp David, le trattative non dipendono solo dall'Olp» Shultz parte per il Medio Oriente vuole «chiudere» la crisi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Il segretario di Stato americano Shùltz partirà domani sera per il Medio Oriente «per portare a conclusione con successo i negoziati nel Libano» e per ottenere la ripresa delle trattative di Camp David sull'autonomia palestinese in Cisgiordania e a Gaza. Lo ha dichiarato' ieri il presidente Reagan in un'inattesa conferenza stampa, aggiungendo che re Hussein di Giordania potrebbe partecipare a Camp David senza un accordo con l'Olp. In un chiaro monito all'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Reagan ha sostenuto che «le trattative non devono dipendere da essa-: «Forse — ha detto seccamente — attribuiamo aìl'Olppiù importanza di quanto non abbia». Nel corso della conferenza stampa, il presidente ha anche dato una notizia che potrebbe avere profonde ripercussioni sulla crisi in Centro America. Egli ha affermato che una cinquantina di piloti dell'Olp si trovano in Nicaragua per addestrare i sandinisti e che la Libia, «come altri Paesi del blocco sovietico-, è coinvolta nella destabilizzazione dell'Istmo. Il capo di Stato Usa ha con vocato d'improvviso i giorna listi al termine di un'importante riunione del Consiglio di sicurezza nazionale alla Casa Bianca sul Medio Oriente. Il fatto stesso che egli abbia voluto annunciare le sue. decisioni alla radio e alla tv. in collegamento diretto col popolo americano, indica che Reagan considera il prossimo sforzo in Libano risolutivo. Il presidente ha letto un breve comunicato, deprecando l'attentato contro l'ambasciata americana a Beirut e dichiarando che esso ha rafforzato la sua determinazione di stabilire la pace tra arabi e israeliani. Il punto di partenza, ha quindi aggiunto, deve essere il ritiro di tutte le truppe straniere dal Libano (per errore, ha dapprima detto «israeliane», correggendosi subito). «Spero che un accordo sulla sicurezza del confini libanesi possa essere raggiunto presto», ha sottolineato, lasciando intendere che esso è l'ultimo ostacolo dei negoziati In corso. La missione di Shultz non si limiterà tuttavia a uno sprint finale all'accordo: investirà l'intero piano di pace americano pcr il Medio Oriente. A proposito del piano, il presidente ha insistito che esso verrà attuato nonostante le battute di arresto. In particolare, ha dichiarato, non è vero che re Hussein di Giordania non voglia più andare a Camp David. «E' accaduto soltanto che Arafat abbia introdotto delle modificlie alle sue proposte inaccettabili a lui, a me e ai leaders arabi moderati», ha proseguito Reagan. «Tocca a Arafat cambiare registro. Se non lo farà ce ne andremo per la nostra strada». E' stato qui che il presidente ha minacciato l'Olp di estromissione dal processo di pace. «L'Olp non è mal stata eletta in rappresentanza di tutti i palestinesi —ha ricordato —. Le richieste di una o più. fazioni estremiste non possono impedire la soluzione delle vertenze tra arabi e israeliani». Reagan non ha precisato l'itinerario di Shultz, ma dalle sue dichiarazioni è emerso che il segretario di Stato visiterà Beirut, Gerusalemme, Il Cairo, Amman, Riad, Rabat e forse — con un gesto che avrebbe un enorme significato politico — la Siria, considerata il braccio armato dell'Urss. L'accenno del capo di Stato Usa alle interferenze della Libia e dell'Olp in Nicaragua è scaturito dalla domanda di un giornalista. Questi gli ha chiesto se 6 vero che l'Olp ha 50 piloti in territorio nicaraguense, e il Presidente gli ha risposto di si. «La scoperta die quattro aerei libici trasportavano armi per l sandinisti — ha continuato riferendosi al fatti del Brasile — conferma cìte i Paesi nell'orbita comunista alimentano la guerriglia nel Centro America». Di que sto tema, ha detto Reagan «parlerò in un discorso al Congresso mercoledì-, e. c.
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