Otello creatura d'inferno Marilyn, la sua Desdemona di Osvaldo Guerrieri

Otello creatura d'inferno Marilyn, la sua Desdemona Otello creatura d'inferno Marilyn, la sua Desdemona DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE 1 NAPOLI — L'Otello del Falso Movimento è una storia di mare e di coltello, fedele ai versi di Boito come la musica di Peter Oordon è fedele a quella di Verdi: poco o tanto, a seconda del punti di vista. Poco, perché nella vicenda del Moro, della sfortunata Desdemona, del perfido Jago, ' il regista Mario Martone innesta visioni di viaggi mediterranei e spostamenti nel tempo; tanto, perché ciò che si racconta è proprio l'Otello, le battute (scarse) che si pronunciano sono quelle di Botto. E come se ciò non bastasse, per sottolineare 11 debito verso il capolavoro di Verdi, Martone ci fa ascoltare Mario del Monaco che, sull'orchestra diretta da Von Karajan, canta i passaggi fondamentali dell'azione. . Ma in questo spettacolo coprodotto dal Kaaltheater di Bruxelles, patrocinato dal Comune di Napoli e andato in scena con grande successo al San Ferdinando, la falsariga' di Boito e quella di Verdi servono come punto di fuga per un'azione proiettata su altre direttrici che non stano il racconto di un amore grande e sfortunato, di un perfido inganno, di una gelosia acuta che stringe l'animo di Otello mentre declina nella valle degli anni. La sostanza dello spettacolo è data dal tema del viaggio e dalla nozione di movimento scenico. E' un viaggio marino, da Venezia a Cipro, in cui ir¬ rompe uno squarcio di casbah, luogo di miti cinematografici, cosi come il transatlantico che solca li Mediterraneo, quel Normandle che è in realtà 11 Rex di Felllni. Queste contaminazioni e digressioni visive alludono a un viaggio nel tempo che, dai fatti secenteschi, richiamati da scene che sembrano incise dal Dorè, si strema sui mitizzati e cineamatl Anni 40, con rapide incursioni nella società tribale di chissà quale tem- po. o forse in un tempo interiore, poiché è 11 tempo della gelosia e del delitto, cosi perpetuo, cosi continuo. Ma ciò che più conta, oltre alle bellissime e fondamentali, musiche di Peter Gordon, e il modo in cui Martone ha dato movimento alla vicenda di Otello. Con l'aiuto di schermi cinematografici, di teloni che attraversano la scena, spuntano e si ritraggono, serven-. dosi di alettoni laterali, di un numero indefinito di proiettori, ha creato un globo avvol-' gente di immagini in movimento, . E' terribile avere un grande spettacolo dietro le spalle. Con questo Otello, Falso Mo-; vimento doveva staccarsi dal divertito, futuribile Tango glaciale a cui deve la sua notorietà internazionale. SI è perciò proiettato nel passato senza effusioni sentimentali, ha affrontalo la favola di Otello con l'intento di trasformare 11 teatro in cinema e viceversa, ricorrendo necessariamente a una sofisticata «machlnerle» che è il paradiso e l'Inferno di questo spettacolo angoscioso e lancinante. Oli stessi attori, da Tomàs Arana (Jago), Licia Maglietta (Desdemona), Andrea Renzi (Otello), sono creature d'inferno. Otello è sporco di polvere e di sudore, imprigionato in un cappottone di cuoio; vestito di bianco con un Boreali-' no in testa è Jago; e lei, Desdemona, altri non è che Marylin magnifica preda. Osvaldo Guerrieri

Luoghi citati: Bruxelles, Cipro, Comune Di Napoli, Napoli, San Ferdinando, Venezia