Uomo di potere all'ombra di Moro

Uomo di potere all'ombra di Moro Uomo di potere all'ombra di Moro Sereno Freato conobbe lo statista de nel '52 - Da allora cominciò una lunga e continua ascesa nel mondo degli affari - A Camisano Vicentino, suo paese natio, ha una grande tenuta agricola e una fabbrica di tappi ROMA — -Horas non numero nisi serenas», non conto che le ore piacevoli, sta scritto sull'etichetta delle bottiglie di Pinot- prodotto nella tenuta Sant'Elena, a Gradisca, vicino Gorizia. Tra le tante altre proprietà, la tenuta è di Sereno Freato, che da mercoledì chiuso com'è in una cella di Torino, in attesa dell'interrogatorio e delle contestazioni —certo non trascorre ore piacevoli. Lontano dal suo vino, dai suoi affari, per il momento anche dai suoi avvocati, il vicentino che a Roma ha trovato amicizie potenti avrà modo e tempo per pensare al propri guai. Che sono molti. Quando un politico — come Freato — finisce ammanettato, gli amici non parlano, dimenticano. Eppure questo corpulento ex ufficiale dei granatieri, con laurea e lode in diritto canonico, tre figli e tre figlie, di amici ne ha e ne ha avuti molti. Oggi Freato ha 55 anni, e da due si è ritirato dai clamori romani: era tornato a Camisano, il suo paese. Una scelta obbligata: un po' perché, nonostante li suo impegno in quei tremendi 55 giorni, era stato assassinato Aldo Moro, suo tutore e mentore; un po' perché queste inchieste sullo scandalo petroli erano già arrivate al suo nome. Figlio di un conladino, ultimo di quattro fratelli. Sereno Freato di carriera e di ricchezze se ne intende. Trentenne appena, ma con le idee chiare e tanta ambizione, era sceso a Roma alla fine degli Anni Quaranta, Esperienza politica, per la verità, ne aveva ancora pochina. Però era in ottimi rapporti con Mariano Rumor, vicentino, allora tra gli emergenti del partito guidato da Alcide De Gas peri. Nel 1952 la svolta, l'Incontro con Moro, l'ingresso nella segreteria del gruppo democristiano alla Camera è 11 primo passo. Per il giovane Freato è un'occasione da non perdere. E comincia l'ascesa. Moro diventa segretario del partito nel '59, e vuole Freato nella segreteria amministrativa: gli affari 11 sapeva fare. Moro nel 1905 si occupa della fusione tra Montecatini ed Edison, e incarica Freato, divenuto consigliere dell'Enel, di seguire le trattative. Moro cerca una sede per la corrente di partito, e Freato la trova in via Savoia. La corrente ha bisogno di danaro — allora il finanziamento pubblico ai parlili non esisteva — e Freato provvede. Più che l'ombra di Moro, un personaggio che ha saputo crescere all'ombra di Moro: contattare, conoscere, favorire. E incassare, investire, guadagnare molto. A Camisano Vicentino, l'ex consigliere comunale della de Sereno Freato è considerato a metà strada tra l'Istituzione e il benefattore. Settemila abitanti, paese agricolo, e quattro filiali di istituti di credito. C'è la Banca Cattolica del Veneto, che in realtà anni fa si chiamava Cassa Rurale, fondata da Freato, inaugurata da Moro e dall'allora Governatore della Banca d'Italia Guido Carli, fallita in breve tempo. A Camisano c'è anche la Eurobox. che è di Freato, 140 dipendenti ora un po' preoccupati, fabbrica di tappi per bottiglie e di—appunto— contenitori per olii minerali derivati dal petrolio. Il petrolio ha definitivamente sporcato l'Immagine di Freato. Lui, sempre sicuro, àbile nello stemperare la tensione dei momenti difficili (.^Perché preoccuparsi... io sono Sereno», Ironizzava con Moro, e ha ironizzato con i giornalisti a Milano, due anni fa, dopo il suo primo interrogatorio), è stato costretto a ritirarsi nella villetta di Carnisano. A Roma, da allora, non si è più fatto notare. Fatale è stato il suo rapporto, d'amicizia e d'affari, con il petroliere milanese Bruno Musselli, arrestato pochi minuti prima di lui a Las Palmas, nelle Canarie. La magistratura sostiene di aver prove determinanti. In società con Musselli ed altri, Freato avrebbe intascato i miliardi dello scandalo. Avrebbe favorito, dalla sua autorevole posizione, trasferimenti di funzionari del ministero delle Finanze che avrebbero impedito la truffa, a vantaggio di funzionari che la truffa l'hanno agevolata. Alle accuse, ai sospetti, Freato non ha mal risposto, se non con l'ironia del nome di battesimo. Ma da almeno due anni è in disgrazia piena, gli amici di un tempo quasi lo rinnegano, le protezioni forse sono finite. Quanto tempo e cosa accadrà prima che Freato possa tornare alle etichette dell'. Horas non numero nisi serenas»? Giovanni Cerniti