Mosca esalta i vecchi rapporti con Parigi, niente ritorsione? di Fabio Galvano

Mosca esalta i vecchi rapporti con Parigi, niente ritorsione? Sembra cercare una «scusa» alla Francia per le espulsioni: colpa degli Usa Mosca esalta i vecchi rapporti con Parigi, niente ritorsione? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'Urss rinuncia a una ritorsione contro la Francia per i 47 sovietici espulsi il 5 aprile da Parigi? Come qualsiasi ipotesi politica formulata dal diplomatici occidentali a Mosca, anche questa rischia di essere smentita dai fatti già oggi o domani: eppure una serie di «segnali» parrebbe indicare che Mosca è decìsa a non peggiorare i suoi rapporti con l'Eliseo. Anzitutto sono passati 17 giorni, e in genere le contromisure sovietiche non si fanno attendere più di due settimane; ma si assiste anche a un'insolita campagna di stampa, che sembra voler spiegare benevolmente perché i francesi si siano comportati In un certo modo, c rovescia la responsabilità sul «cattivi» americani esaltando 'invece quelli che sono stati in passato i rapporti franco-sovietici. Contro ogni aspettativa, attraverso la Pravda, le Izvestlja e gli altri giornali, il Cremlino sembra intento a gettare olio sulla burrasca Da una settimana i mass- -medla sovietici pubblicano le lettere di comuni cittadini che descrivono la decisione francese come «vergognosa». Espressioni di «indignazione popolare» per questo «atto senza precedenti»; denunce di operai, militari, artisti e scienziati contro la «sporca campagna di calunnie e menzogne» orchestrata in Francia; accuse alla stampa di Parigi, che si proporrebbe di «fomentare una campagna d'isterìa antisovietica» Eppure tutto questo è som-i merso da idilliache testimonianze di un'antica amicizia, come quando 11 cosmonauta Ivanchenkov ricorda 11 volo dell'anno scorso con Jean-1 Loup Chretien, il «calore» e la «stima» del popolo francese per l'Urss. Molte accuse e denunce. Ma da quegli Interventi, orchestrati con la consueta abilità dal Cremlino, emerge soprattutto li desiderio di superare le attuali difficoltà. Ed è questo che, più di ogni altra cosa. : Interviene la Pravda, In prima persona, suggerendo (mercoledì) che le espulsioni decise da Parigi sono state frutto del panico, decise da un governo alle corde, squassato dalla pubblica opposizione alla sua politica economica, insomma convinto che la «bomba» delle espulsioni avrebbe alleggerito le pressioni su altri fronti. E le levestija, la sera prima, si erano adoperate per dimostrare che la longa manus di Washington era riuscita a infrangere l'autonomia francese gettando su Parigi 11 seme dell'aniisovielistilo. Ma sono finiti, salvo al¬ cuni rilievi che in passato erano stati del tutto ignorati (gli esperimenti nucleari francesi nel Pacifico, la bomba «N» ormai messa a punto), gli attacchi frontali. A questo, si dice a Mosca, il Cremlino potrebbe essere spinto da due considerazioni: V 11 timore che Parigi possa, come ha fatto Londra la settimana scorsa, replicare con un'altra ondata di espulsioni.' Sarebbe stata anche ventilata da parte francese l'ipotesi che una ritorsione sovietica potrebbe indurre l'Eliseo a decidere di pareggiare il numero dei rispettivi rappresentanti diplomatici, e questo significherebbe ridurre di due terzi l'ambasciata sovietica in Francia. 2° su un piano puramente politico potrebbe non convenire al Cremlino — in un momento di estrema tensione con gli Stati Uniti — esacerbare i rapporti con l'Europa e in particolare con una Francia che resta, a dispetto delle 47 espulsioni, il Paese dell'Occidente più strettamente legato a Mosca. Fabio Galvano

Persone citate: Loup Chretien