Tritolo anti Usa, 40 morti

Trìtolo antì Usa, 40 morti BEIRUT: Distrutta un'ala dell'ambasciata americana Trìtolo antì Usa, 40 morti Esplosa un'auto-bomba - Secondo l'ambasciatore, illeso, potrebbe essere un attentato-suicida - Rivendicazione di un gruppo filoiraniano «Guerra Santa islamica» - Habib nel mirino (ma era al palazzo presidenziale) NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BEIRUT—La luna di miele politica degli Stati Uniti In Libano è finita tragicamente ieri, quando una bomba, a quanto pare nascosta in un'auto della polizia e fatta esplodere con un telecomando, ha distrutto parte dell'ambasciata americana a Beirut, uccidendo almeno 40 persone e ferendone 105; tra questi, funzionari . dell'ambasciata, marines di guardia e civili libanesi che erano in attesa di ricevere il visto. L'ordigno era tanto potente che la parte centrale dell'edificio, sette piani, si è come dissolta in una nube di polvere e fuoco, uccidendo tutti coloro che vi si trovavano. Un mezzo corazzato dell'esercito libanese è stato letteralmente scagliato al di là del viale che fronteggia l'ambasciata ed è finito in mare, mentre i corpi di alcuni funzionari sono stati gettati in aria, per ricadere tra vetri e detriti. L'esplosione ha distrutto anche la fiducia in se stessa della Forza multinazionale di pace e il senso di sicurezza che la presenza americana aveva dato a decine di migliaia di libanesi. A pochi giorni dal fallimento dell'iniziativa di pace di Reagan e in un momento in cui gli Stati Uniti stanno cercando invano di ottenere II ritiro delle truppe israeliane e siriane dal Paese, la bomba ha» voluto chiaramente mettere in crisi la politica mediorientale di Reagan. Dieci minuti dopo l'esplosione, è arrivata la rivendicazione di un gruppo che si è autodefinito «Guerra santa islamica». Un uomo, che parlava lentamente e con accento libanese, ha telefonato al giornale di Beirut Al Lima e all'agenzia di stampa francese Afp, affermando che l'attacco fa -parte della campagna della rivoluzione islamica contro la presenza imperiali¬ sta in tutto il mondo-. Il movimento, ha aggiunto, continuerà a -colpire la presema imperialista in Libano, compresa la forza multinazionale-. -Guerra santa islamica» è una fazione del gruppo sciita Amai, i cui membri più eatre-1 1 misti hanno la loro base nella valle della Bekaa. nella parte libanese occupata dai siriani. Il gruppo ha stretti rapporti anche con le centinaia di guardie rivoluzionarie iraniane che si trovano a Baal bete, nel Libano orientale. Funzionari del governo libanese, tuttavia, hanno dichiarato che israeliani e siriani hanno continuato ad armare le milizie sciite libanesi negli ultimi mesi e che i due Paesi trarrebbero vantaggi politici se gli americani dimostrassero di non essere in grado di prevenire l'anarchia a Beirut. Ma considerazioni del genere sembravano irrilevanti ieri pomeriggio. Quando ho raggiunto l'ambasciata, quattro minuti dopo l'esplosione, dall'edificio e dalle decine di auto parcheggiate uscivano ancora le fiamme. Un gruppo di soldati francesi e libanesi stavano disperatamente togliendo 1 corpi dalle macerie. Sulla strada, acqua e sangue si mescolavano ai vetri infranti e ad altre cose più tremende che un gruppo di giovani volontari della Croce Rossa Libanese cercava di ricomporre sulle barelle. Una ragazza In divisa da crocerossina si spostava tra le macerie ancora fumanti con un secchio. In quella parte dell'edificio, nessuno sembra essere sopravvissuto; 1 volontari hanno trovato solo i corpi carbonizzati di uomini e donne, alcuni dei quali senza abiti per la violenza dell'esplosione. La portaelicotteri americana Ouadalcanal si è avvicinata alla costa, fronteggiando l'ambasciata insieme a un cacciatorpediniere; simbolo di una forza resa inerte dal particolare tipo di guerra che si combatte in Libano. Morris Draper. uno degli inviati di Reagan in Medio Oriente, è arrivato sul luogo dell'esplosione quasi in lacrime. -Dov'è mia moglie?-, continuava a chiedere. Finché qualcuno non gli ha detto che era salva, appena un graffio. Oli attentatori forse volevano uccidere Habib, che in quel momento si trovava però nella residenza del presidente A min Oemayel, a Baabda. L'ambasciatore Robert Dillon si trovava in ufficio quando è scoppiata la bomba. Ma é stato salvato da alcuni colleghi. Al giornalisti ha dichiarato che l'America -deve continuare, i suoi sforzi di pace in Medio Oriente. «/ negoziati proseguiranno-,ha. detto. -E'una tragedia ed è facile immaginare la nostra tristezza, in questo momento, ma non cambierà nulla; la missione degli Stati Uniti continuerà.. L'ambasciatore ha anche fatto l'ipotesi che la bomba sia stata portata da un automobilista suicida che potrebbe aver superato i cordoni di sicurezza. In realtà la sorveglianza non era molto stretta intorno all'edificio. I soldati libanesi probabilmente si sono resi conto di questo, perché nel pomeriggio, qualche ora dopo lo scoppio, hanno cominciato a minacciare 1 giornalisti stranieri, strappando le pellicole dalle macchine fotografiche e colpendo uno di loro al viso con il calcio di un fucile. Robert Fisti Copyright «Times NewipaperM e par l'Italia «La Stampa* i mvlIagnnntitssrrielnirtdaad Beirut. Un marine Usa in assetto di guerra davanti all'ambasciata americana pochi minuti dopo che lo scoppio di un'auto imbottita di esplosivo ha semidistrutto il palazzo, alto sette piani

Persone citate: Baal, Morris Draper, Reagan, Robert Dillon, Robert Fisti