Tasso, la forza della tradizione di Clemente Granata

Tasso, la forza della tradizione Viaggio nella media superiore italiana tra passato e progetti di riforma Tasso, la forza della tradizione Con il Visconti e il Mamiani forma il trio storico dei licei classici di Roma - Dopo il fuoco delle contestazioni si torna a pensare con nostalgia alla scuola rigorosa di un tempo, frequentata da Fermi, Cassola, Luchino Visconti, Bachelet e celebri uomini politici - «Nuova legge? Si dovrebbe prima riformare la media dell'obbligo» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — Sbiadiscono sui muri del liceo classico Torquato Tasso il rosso, blu, verde, violetto delle scritte: promesse e sogni rivoluzionari. Invettive e insulti, stia attento Tizio. Caio la pagherà, guai a CI se prenderà la parola. Autonomia vincerà, non passerete, passeremo noi ecc. ecc. L'..agora--, palestra o aula magna che fosse, dove si celebravano i fasti assembleari e ci s'Illudeva di sperimentare forme di democrazia proletaria, ora è quasi deserta persino quando si tenta d'imbastire una discussione non su nuovi, improbabili Vietnam, ma sulla didattica, i 'L'ultima volta — dice una studentessa — eravamo in quindici. Quindici, capisce?, in una scuola cìie conta quasi un migliaio di studenti. Ci siamo guardati in faccia un po' stupiti, increduli, frastornati...-. C'è chi abbozza un'autocritica: «La colpa è anche nostra. Non abbiamo saputo utilizzare le possibilità offerte dai decreti delegati. Le giudicavamo miserelle. squalliducce...«. I liceali, prossimi alla maturità, che hanno vissuto in modo diretto l'esperienza dell'ultima fiammata contestatrice, s'interrogano: -Ubriacatura?No, è esagerato parlare di ubriacatura. C'erano buoni fermenti, però poi... Ecco, adesso avvertiamo un senso di vuoto, e allora guardiamo al passato della nostra scuola e proviamo una certa nostalgia. SI, quella bella serietà d'un tempo ci affascina: Don Donato Conte, che in questi giorni sostituisce il preside impegnato in una commissione d'esami, sorride: «Ho sempre guardato con occhio indulgente ai sussulti sessantotteschi e postsessantotteschi, qualcosa di buono ■c'era. Sguardo indulgente e .anche un po' ironico. Non era \dtfficile rendersi conio che le accese, populistiche proteste nascevano da un terreno, come dire, poco appropriato. Il Tasso; da sempre, è una scuola della buona e bella borghesia. Come si faceva a pensare alla serietà di certi propositi "rivoluzionari"? Ora è accaduto quello che doveva accadere: la gran commedia è finita. Le sentisse le nuove parole d'ordine degli alunni. Sono parole antiche: selezione, approfondimento, studio. Si. vien fuori la forza della tradizione*. E quale tradizione in questo liceo ospitato in un massiccio edificio in cima a via Sicilia, a ridosso di via Veneto! Con iMamiani e il plurisecolare Visconti, che, prima di Porta Pia, era il gesuitico «Collegio romano» frequentalo da futuri santi, beati e papi, compreso Mastai Ferretti. Pio IX1 : E se i registri delle iscrizio^ni, ormai ingialliti, impolverati e consunti, richiamano alla memoria che il Visconti fu frequentato da Giorgio Amendola e Guido Carli e iMamiani da Lucio Lombardo Radice, Guido Calogero. Pietro Emilio D'Avack. ricordano , anche che il Tasso ebbe, tra gli allievi. Fermi e CassolaLuchino Visconti e AndreottNon era di poco conto un tempo salire in cattedra e accedere ai banchi del Tasso. Cricorda la professoressa Liliana Giovannini che il docentdopo aver sostenuto un regolare concorso a cattedra era \fc$i}ttoposto a una seconda prova, meglio ancora se poteva vantare un'esperienza nell'ambito dell'insegnamento universitario. Non eh? ora, nella nostalgica rimembranza di un illustre passato, al Tasso e in altri licei storici si vogliano riproporre identici modelli, impresa impensabile per i profondi mutamenti intercorsi, "-ma quel certo rigore, impegno, clima austero, quel certo faticar sui libri, ceco questi sono giudicati obicttivi onorevoli auspicabili, raggiungibili. In una slmile atmosfera cala il progetto di riforma della media supcriore. Ed ecco che, reazione mai notata nelle scuole di altro indirizzo, giunge dagli studenti la critica per la mancata riforma della media dell'obbligo, nata nel 1963. -L'assenza del latino — dicono — è un disastro e ci obbliga a disperati recuperi in quarta ginnasio; neppure l'ombra di un metodo di studio, andavamo avanti cosi alla giornata-.. Critiche condivise dagli insegnanti. «Per quanto riguarda la riforma delle secondarie superiori — puntualizza il prof. Luca Sorino — non vedo neppure un accenno a ciò che interessa maggiormente ai docenti: l'effettiva autonomia nell'ambito dellinsegnamen- to. I programmi attuali presentano molte incongruenze, illogicità, sfasature. Una maggior discrezionalità del professore potrebbe porvi rimedio. In compenso, il legislatore insiste sulle aree elettive. Ma non sono un salto nel buio? Dagli studenti non possono giungere le richieste, le pretese più strampalate? Bene, invece, la scelta dell'indirizzo dopo il biennio. Almeno avremo allievi veramente interessati al latino e al greco». Ma detta scelta non conduce anche all'obbligo di iscriversi a facoltà universitarie coerenti con l'indirizzo seguito nelle medie? Non c'è il rischio che lo studente del clasr sico possa poi frequentare soltanto lettere e filosofia? Porre simili domande al Tasso significa ricevere come risposta occhiate incredule e ironiche. -Impensabile una soluzione di questo genere — dice Don Conte —, improponibile, soprattutto adesso che si registra un risveglio d'interesse per l'umanesimo, proprio adesso che dopo una fase di stanca le iscrizioni al "classico" riprendono vigore (non si avverte più il "complesso", infondato, di frequentare una scuola "classista"). No, il liceo classico rimarrà, dovrà rimanere sempre il liceo classico, la' scuola che apre la porta a tutte le facoltà: Clemente Granata

Luoghi citati: Roma, Vietnam