Sudafrica, cosmesi all'apartheid di Alfredo Venturi

Sudafrica/ cosmesi all'apartheid Arriva «Gandhi», il film degli 8 Oscar: un duro colpo alla politica segregazionista dei moderni Boeri Sudafrica/ cosmesi all'apartheid Infunano le polemiche dòpo la decisione del Rotary di proiettare la pellicola in un cinema per soli bianchi La comunità indiana replica organizzando una «prima mista» - In perìcolo i progetti del premier Pieter Botha: gli indo-meticci spaccati sulla proposta di un Parlamento trìcamerale, naturalmente senza africani Davvero un bel sovversivo quel Mohandas Karamchand Gandhi. Sono ormai settantanni da quando se ne andò dal Sudafrica, trentacinque' da quando, orinai santificato Mahatma, fu assassinato. Oggi, sia pure in forma di film, torna a turbare l'ordine nel quieto Paese dei Boeri: l'auspicio del generale sudafricano Smuts. al momento della sospirata partenza («if sant'uomo ci ha lasciati, speriamo per sempre-), è stato clamorosamente disatteso. Arriva in Sudafrica il pluridecorato film di Attenborough. Nel Paese dell'apartheid i cinema sono segregati: nel senso che se hai la pelle bianca vai nelle sale per bianchi, se ce l'hai nera o bruna vai nei locali riservati ai negri o al terzo filone razziale, che sarebbe quello dei coloured, i meticci, e degli indiani. Sola eccezione i cinema parcheggio: dove puoi entrare senza die nessuno controlli il tuo grado di pigmentazione epidermica. In questo sistema a compartimenti stagni, presentare la biografia cinematografica di un uomo che ha consacrato se stesso alla lotta contro tutte le discriminazioni appare già un imbarazzante paradosso. Cosi il Rotary Club Sudafricano, deciso se non altro n rendere omaggio agli otto Oscar, ha preso le sue precauzioni. Organizzando per i prossimi giorni la «prima» a Durban, in quella provincia del Natal che ospita la mag gior parte degli ottocentomila indiani del Sudafrica, ha chiesto un'autorizzazione speciale e ha invitato una specie di rappresentanza familiare del Mahatma: una nipote e la nuora settantasettenne. A questo punto, lo scandalo: Invece di ringraziare per il grande onore, le loro facce brune allineate ai rosei rotarlani, le due donne hanno risposto no. Con un argomento ineccepibile: lui. Gandhi, non avrebbe mai accettato un simile invito. Non solo, ma i dirigenti della comunità indiana hanno deciso di organizzare a loro volta una - prima mista» del film di Attenborough, invitando a partecipare bianchi, meticci e, orrore, addirittura i neri discendenti di Cam. Una tempesta di pole¬ miche, insomma, che non ha mancato di coinvolgere lo stesso Attenborough, accusato a Londra di avere accettato l'invito alla «prima» per soli bianchi, o quasi. L'irruzione del fantasma di Gandhi sulla scena politica sudafricana avviene in un momento delicato per questo Paese. Mai come ora le basi stesse dela segregazione razziale sono state in discussione. E' in corso da qualche tempo una blanda riforma del sistema dell'apartheid: ma 11 riformismo del primo ministro Pieter Botha è ben lontano dal soddisfare le aspirazioni della maggioranza africa na, mentre divide indiani e meticci e esaspera la parte lpiù conservatrice dell'opinione boera. Botha ha riassunto in una frase la propria filosofia del mutamento: «Dobbiamo adattarci o morirei. Incoraggiato dall'America di Reagan, che ha abbandonato 1 furori cartcrlani per i diritti civili e desidera in fondo al continente africano un alleato almeno presentabile, il primo ministro ha avviato quella che gli oppositori liberali chiamano «ojKiraa'ione cosmesi», ma che nonostante i suoi limiti colpisce al cuore la tradizionale intransigenza boera. Di che cosa si tratta? Da una parte è un ammorbidimento di alcune fra le mille norme che regolano la separazione razziale nel luoghi pubblici. In pratica si lascia alle comunità locali la possibilità di applicare eccezioni alla norma, che in quanto tale resta inlatta. Ovviamente di questa facoltà si sono servite le comunità urbane, più facilmente progressiste, piuttosto che le chiuse comunità rurali, dove sopravvive intatta l'antica durezza boera. Insomma, per trovare un africano in un albergo per bianchi bisogna andare a Johannesburg. Lo si può incontrare al ristorante o al night, ma non In piscina. Può avere la sua stanza, ma non ballare con una donna bianca, né bere alcoolici se non durante i pasti. Tutto questo soltanto in alberghi di rango internazionale: e davvero non sono molti i negri sudafricani che si possono permettere hotel a cinque stelle. Più sostanziale il permesso ai neri di organizzarsi in sin- ducato. Un processo accompagnato da grandi preoccupazioni politiche ma che è stato favorito proprio da quella parte virligte, illuminata dell'opinione bianca in cui si raggruppa la maggior parte dell'imprenditoria sudafricana. Mentre a contrastare la tendenza erano i verkrampte, gli arrabbiati, forti soprattutto nelle arce rurali. C'è insomma una spinta liberaleggiante del Sudafrica bianco, che si basa sìa su motivazioni di carattere etico, sia sul disagio per l'isolamento del Paese nel mondo, sia infine su ragioni propriamente economiche. Altra faccia del riformismo di Botha, il progetto di rovi-, sionc costituzionale che l'autunno prossimo sarà sottoposto a referendum. Inutile dire che al referendum voteranno soltanto 1 bianchi. La revisione costituzionale mira a cooptare i coloured e gli indiani nel sistema del potere bianco. Si prevede infatti un Parlamento tricamcralc: una Camera per i bianchi, una per i meticci, una per gli indiani. Per gli africani non se ne parla nemmeno. La proposta ha diviso la comunità indomcticcia: una parte 6 tentata dalla seduzione del potere, un'altra accusa 1 primi di tradimento. Il progetto Botha, d'altra parte, ha diviso anche il fronte dei bianchi. Il partito nazionale di Pieter Botha ha visto fiorire una furibonda dissidenza a destra. I verkrampte si sono riuniti attorno a Andries Trcurnicht. meglio noto come il -dottor No- per la regolarità con cui è solito respingere le aperture di Botha, e al suo nuovo partito conservatore. Ma c'è una destra ancora più estrema: il primo partito nazionale hcrstigte guidato da Jaap Maral.?. Costoro hanno una visione del mondo semplice e profonda: che cosa sono tutte queste balle dei negri e dei diritti civili, il potere ce l'abbiamo noi bianchi, ebbene, adoperiamolo. La battaglia del referendum d'autunno sarà preceduta da un'avvisaglia, il mese prossimo, quando è in programma una serie di elezioni parziali. Il riformismo di Botha non intacca più di tanto il sistema della dominazione bianca, ma come osserva il settimanale britannico The Economisl, rappresenta una specie di Rubicone psicologico. Si apre una breccia nel muro dell'apartheid e, dopo molte cose diventano possibili. Questo spiega il furore di uomini come Trcurnicht o Marals. Costoro sanno bene che nel decennio '70-'80 il tasso di natalità della popolazione bianca è stato del 18 per cento, mentre quello dei neri ha raggiunto il 31. E' vero che 1 neri, sospinti a forza nei Bantustans, vengono sottratti alle statistiche demografiche nazionali ogni volta che un Bantustan ottiene una illusoria indipendenza. Ma la pressione del numero non si cura di quei confini, per esercitarsi sui nervi scoperti dell'arcaico boero. L'incidente del film mostra il diabolico intreccio di para-, dosso e iniquità di cui è fatto il Sudafrica. L'uno e l'altra tenaci attraverso le generazioni. C'è una scena, nel film di Attenborough, in cui si vedono i soldati sudafricani che cacciano Gandhi da una vettura ferroviaria di prima classe. Bene: sono passati tre quarti di secolo e oggi accadrebbe esattamente la stessa cosa. Questo contribuisce a spiegare come mai si parli del Sudafrica come del Medio Oriente degli Anni Novanta. Alfredo Venturi , Il giovane Gandhi picchiato da un poliziotto in Sud Africa durante un comizio per l'integrazione degli indiani: è una scena del film di Attenborough, vincitore di 8 Oscar, protagonista Ben Kingsley