Riforma delle pensioni Scotti stringe i tempi

Riforma delle pensioni Scotti stringe i tempi Ma il provvedimento rischia il blocco alle Camere Riforma delle pensioni Scotti stringe i tempi Il ministro ha convocato per il 6 maggio sindacati e imprenditori ROMA — Il ministro del Lavoro Scotti ci riprova. La sua riforma delle pensioni giace ormai in Parlamento dal 1980 e dopo essere stata rivista, manomessa, quasi del tutto vanificata, dal luglio scorso non se ne paria proprio più. Cosi, probabilmente dietro le pressioni di alcune forze politiche a cominciare dal pei e il malumore dei sindacati per alcuni segnali inquietanti provenienti dagli ambienti della Coniindustria, Scotti ha rotto improvvisamente gli indugi e ha spedito le lettere di convocazione alle parti sociali. Il ministro intende discutere con i sindacati e gli imprenditori il 6 e 7 maggio e con i rappresentanti dei lavoratori autonomi il 10 maggio. Nel frattempo i suoi esperti stanno elaborando una serie di profondi ritocchi (tenuti gelosamente segreti dal ministro) alla riforma, o meglio a quello che resta del progetto iniziale, che saranno presentati dal governo entro la fine di maggio. Per quella data, infatti. Scotti intende chiudere il confronto con sindacati e Confindustria. questa volta seduti intorno allo stesso tavolo. Quante probabilità ci sono che le proposte contenute nei disegno globale possano venire approvate in tempi relativamente brevi? Scotti ieri non se l'è sentita di rispondere ai giornalisti, limitandosi ad allargare le braccia in quanto è un tema che dipende in via esclusiva dal Parlamento. L'impressione è che anche su questo punto, estremamente delicato perchè tocca milioni di persone e di elettori, i partiti della maggioranza non intendano impegnarsi' più di tanto. Come sta accadendo'per l'equo canone, è probabile .ciie prevalgano i giochi preelettorali e che si combini assai poco. Lo stesso ministro ha ammesso che se ne parlerà, dopo le amministrative del 26 giugno. Ma è facile prevedere che nelle settimane successive il dibattito politico sarà incentrato sul responso delle urne, poi ci saranno le vacanze estive. Sempre che non si arrivi a situazioni traumatiche del tipo elezioni politiche anticipate come si intravede nelle dichiarazioni di alcuni leader in questi giorni: in tal caso tutto resterebe nel cassetto e la buona volontà del ministro potrebbe essere annullala dalla crisi Del resto l'argomento riforma pensioni non è tra quelli inclusi dai capigruppo della Camera nei lavori dei prossimi due mesi. Scotti ha spiegato ieri che le misure pensionistiche rientrano negli accordi sul costo del lavoro del gennaio scorso. Allora si parlò di scala mobile e di contratti tralasciando appunto ad un momento successivo gli oneri sociali che pure avevano inciso sull'aumento del costo del lavoro per il 2.50 per cento. «Il mutato quadro economico e i gravi problemi della spesa pubblica, l'approvazione a stralcio di molte norme del progetto originario di riforma rendono più drammatiche l'espansione della spesa previdenziale e l'esigenza di contenimento del costo del lavoro», ha detto Scotti. La strategia del ministro punta a due obiettivi: 1) una netta separazione tra «assistenza» e «previdenza». La prima non può essere scaricata solo sui lavoratori dipendenti ma sulla collettività. 2) La parte che attiene alla previdenza deve avere un suo equilibrio e cosi deve essere per i lavoratori autonomi (commercianti, artigiani, coltivatori diretti). Tutto ciò significa anche aumenti adeguati dei contributi e forse anche da questo dipende la melina dei partiti. Qualcuno ha fatto notare allo stesso Scotti che, mentre da una parte il disegno di riforma è bloccato, dall'altra partiti come la de e il psdi stanno spingendo a ritmo serrato il progetto di stanziare 1800 miliardi per la sistemazione delle cosiddette pensioni d'annata per il solo settore pubblico. e.pa.

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