Sotto il segno del bilancio

Sotto il segno del bilancio Come è maturata la forte caduta della produzione industriale Sotto il segno del bilancio Emozione ha dcstato.il dato della caduta della produzione industriale, la più elevata dopo il «maggio nero» del 1975. ma nessuno ha sottolineato che nella costellazione economica questo dato matura sotto il segno del bilancio. Vediamo brevemente il perché. A distanza di 8 mesi dalla sua presentazione «d'anticipo» da parte del governo Spadolini, il bilancio si avvicina al traguardo dell'approvazione. Se il 29 aprile il Senato non riuscirà a concludere il dibattito si ricorrerà all'espediente giuridico del «férmo dell'orologio», ossia di mantenere aperta la seduta in corso fino all'approvazione del bilancio. Quello del ritardo nell'approvazione del documento fiscale non è l'argomento più scottante della politica economica, ma non é certamente il minore. Perché, come noto, il bilancio 1983 non è ancora definitivo, in quanto si ritiene sulla base di ragionevoli considerazioni che il disavanzo effettivo sia più ampio del dichiaralo, l'impegno parlamentare continuerà come lo scorso anno per molti altri mesi invadendo l'area temporale dell'impegno da dedicare ai problemi del bilancio 1984. Ogni economista alle prese con le prime nozioni conosce sia l'importanza per la formazione delle aspettative sulla domanda, c quindi sulla produzione, di un bilancio pubblico ben definito, sia l'esistenza di effetti ritardati (lags) provenienti dagli impulsi di spesa e di entrata. Un bilancio per l'anno 1983 approvato e definito a metà anno non avrà quindi effetti nell'anno in corso, al di fuori di quelli di disturbo delle aspettative. Ciò equivale ad ammettere la casualità e non la causalità tra le scelte di bilancio del governo e l'andamento economico corrente. E' auspicabile che il tentativo di approvare il bilancio 1984 entro il novembre-dicembre di quest'anno non venga abbandonato. Quello dell'entità del disavanzo pubblico da finanziare è invece l'argomento più scottante. 1 colleghi fiscalisti ritengono improbabile che il governo riesca ad accrescere ulteriormente la pressione tributaria di ben quattro punti percentuali sul P.i.l. (la torchiatura più intensa dell'Italia democratica) dopo averla accresciuta di 2 punti nel 1982. Altri ritengono improbabile contenere la spesa pubblica entro il tasso di crescita del 13 per cento previsto nel progetto di bilancio in discussione al Senato, dopo essere stato del 33,8 per cento nel 1982. Ne scaturirebbe un disavanzo più ampio di quello di 76 mila miliardi approvato da un ramo del Parlamento, un maggior fabbisogno da finanziare, più elevati tassi degli interessi sui titoli pubblici per permetterne l'accoglimento nei portafogli delle famiglie risparmiatrici, uno spiazzamento ulteriore dell'attività produttiva e degli investimenti oppure una maggiore creazione di credito con un riflesso negativo inevitabile nei conti con l'estero, nella svalutazione, nella crescita salariale e nell'inflazione. Ossia in lutti gli clementi che hanno condotto alla caduta produttiva che ha destato tanta emozione. Se cosi fosse vi sarebbe contraddizione tra gli obiettivi della politica economica e la politica di bilancio, ma questo lo scopriremo solo ad anno inoltralo o del lutto concluso (come avvenuto nel 1982). Ritardi nell'approvazione e incertezze sulla effettiva portata della manovra delle entrate e delle uscite conducono alla conclusione che non ha più significato un bilancio annuale, fatto di una tantum, ticket.'!, condoni e «tetti»: si rende necessario un più serio programma triennale che faccia perno su un bilancio pubblico di pari durala e di contenuti parimenti seri e significativi. Una volta approvato un bilancio triennale, la discussione parlamentare potrebbe annualmente limitarsi, con urgenza, alle sole modifiche per l'anno incombente c, con più calma, alla definizione del bilancio per l'atto terminale del triennio. La riforma Stemmati tolse al ministero del Bilancio e della Programmazione economica il compilo di studiare e proporre il bilancio triennale, attribuendolo al ministero del Tesoro. Tu un errore che è costato la perdita della specializzazione, con relativa confusione, delle funzioni di rigore monetario, per il Tesoro, e di architetto dello sviluppo, per il Dilancio. Comunque il diritio-dovere spelta oggi al Tesoro e credo che esso non possa sottrarsi sia dal costatare che non é più il bilancio annuale a dare credibilità alla politica economica di un qualsiasi governo, anzi esso tende a distruggerla, sia dal recepire la soluzione di portare al centro del dibattito parlamentare un bilancio triennale. Paolo Savona

Persone citate: Paolo Savona, Spadolini

Luoghi citati: Italia