Avanti un altro: «Il cacciatore» di Ugo Buzzolan
Avanti un altro: «Il cacciatore» Momento di kolossal per le tv, dopo «Via col vento» stasera De Niro a Canale 5 Avanti un altro: «Il cacciatore» 11 film di Cimino, grande successo del 1978, dura 184 minuti e narra di tre amici nella guerra del Vietnam Si inseguono sul video i kolossal: è appena finito Via col vento, ed ecco stasera II cacciatore su Canale 5 e dopodomani sera, ancora su Canale 5,11 teleschermo accoglierà La caduta degli dei di Visconti. E cosi si ripresenta la questione: 1 kolossal entrano o non- entrano bene nel rettangolo della tv? Dipende. Via col vento, a mio avviso, ci è entrato benissimo. A parte qualche quadro di insieme, l'incendio della città, alcuni scorci di guerra ecc. ecc. il film, specie nella seconda parte, è tutto fatto di incontri a due, e di scene con pochi personaggi, ed è sempre girato in interni. Curiosamente si poteva avere l'impressione di assistere ad un antenato degli attuali serials: beghe in famiglia, odio e attrazione fra 1 coniugi, smanie per l'affermazione in società, un primo amore che non si scorda mai, avidità per il denaro (e questa Rossella non sfigurerebbe affatto in Dlnasty o in Dallas), e poi sventure a catena (il bambino perso per caduta dalle scale, la bambina morta per caduta da cavallo, Melania che spira soavemente come era vissuta), e sullo sfondo i negri fessi e devoti che cantano, si inchinano e sono contentissimi di essere schiavi, e parlando con un incredibile linguaggio da farsa (verbi sempre all'infinito) non hanno altra aspirazione che quella di vi- vere di riflesso la vita dei padroni. L'idea del clima da serial viene anche dal bruschi e sommari trapassi psicologici. Nel film i fatti sono stati congegnati solo per spremere —in una dimensione convenzionale e tradizionale — le lagrime al pubblico di tanti anni fa. Stati d'animo, credibilità di rapporti e di mutamenti di rapporti, sfumature di qualsiasi tipo non contano. Quello che conta è far trionfare l'emozionalità della storia. Quale impressione può essere rimasta nel telespettatore abituato da anni a vedere in film, o in sceneggiati spesso monumentali, intrighi pseudoromantici di questo genere? Credo che, al di là delle suggestioni e delle infatuazioni che derivano da un mito esagerato trasformato in leggenda dalla pubblicità diretta e indiretta, il telespettatore di una certa età (pare che i giovani se ne siano disinteressati) abbia gradito Via col vento come si gradisce un ben confezionato feuilleton tv, patetica e scintillante vetrina di celebri divi, tutti in ruolo e tutti all'altezza della loro fama, e indubitabile «documento» di una tecnica e di una organizzazione cinematografica allora insuperabili Dicevo del disinvolto adattamento di Via co! vento al piccolo schermo; che stasera invece risulterà probabilmente stretto di spalle a /( | cacciatore di Michael Cimi no, grande successo del '78, con Robert De Niro, John Cazale, John Savage e Meryl Strjeer>. E' un kolossal della durata di 184 minuti che narra della partecipazione di tre amici — americani ma di origine russa — alla guerra del Vlet-. nani, descritta in ogni sua atrocità e disumana spietatezza da una parte e dall'altra. Uno dei tre resta invalido, uno muore giocando all'assurda roulette russa (nota e sadica sequenza), e solo il barbuto De Niro si salverà, ma non sparerà più un colpo di fucile, nemmeno a caccia. Pellicola complessa, diseguale, anche prolissa, ma affascinante, incisiva, crudele e torbida, e testimone di una spaventosa lacerazione non soltanto americana; recitazione di prim'ordine, e aperture da affresco di vasto respiro che avranno qualche difficoltà a distendersi per intero sul video. Ugo Buzzolan l.n scena omini classica del nini di Cimino «Il caccialorc», con De Niro che imbraccia il fucile
Persone citate: Cimino, De Niro, John Cazale, John Savage, Meryl Strjeer>, Robert De Niro, Visconti
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