Bufera sulla commissione Rai dopo i sei «no» della Camera

Bufera sulla commissione Rai dopo i sei ceno» della Camera I gruppi di opposizione chiedono le dimissioni di Bubbico Bufera sulla commissione Rai dopo i sei ceno» della Camera Il presidente dell'organismo di vigilanza replica: «La mia persona non è in discussione, comunque ho la maggioranza dei voti» ROMA — 'Hanno chiesto l'immediata convocazione della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai, e l'ho già fatto: la seduta pubblica ci sarà mercoledì 20 aprile. Hanno chiesto le mie dimissioni, ma il voto con cui la Camera ha respinto ieri sia la relazione di maggioranza sia quelle di minoranza non ha messo in discussione la mia persona: io comunque ho la maggioranza dei voti all'interno della Commissione: L'on. Mauro Bubbico, presl- dente della Commissione di Vigilanza, avanza a passo deciso per 1 corridoi di Montecitorio. La grande bufera sollevata dall'esito della votazione di mercoledì sera, con la maggioranza di governo venuta meno, e sei risoluzioni bocciate dai deputati, 11 funzionamento della Rai criticato da tutte le parti, 11 dileguarsi di un possibile accordo per varare una normativa che regolamenti 1 rapporti fra Rai tv e emittenti private non accenna a placarsi. Bubbico rilascia alle agenzie di stampa una dichiarazione in cui si limita ad ammettere che quello scacco 'anche se privo dì un concreto effetto giuridico, è rivelatore dello stato d'animo di disagio provocato dal ritardo della nuova disciplina legislativa, dal difficile rapporto fra la Commissione di Vigilanza e la Rai, dai rilievi che l'informazione del sistema pubblico suscita spesso*. Tentativi di gettare acqua sul fuoco vengono da parte liberale e socialista. L'on. Seppia, vicepresidente del gruppo psi della Camera, parla del •soliti franchi tiratori e di qualche distratto deputato de* come del responsabili del voto contrario alla risoluzione della maggioranza, voto che •non ha un effetto pratico ma esprime interessi precisi a favore di una libertà di antenna che nei fatti non esiste». Quanto è accaduto certo «non è una buona operazione a favore della democrazia*, ma non dovrebbe impedire di lavorare per una legge che finalmente disciplini tutto U sistema delle trasmissioni radiotelevisive. Per 11 liberale Sterpa quel voto «non ha niente di drammatico sul plano politico, in quanto non era in discussione alcun documento governativo ma soltanto un problema delicato quale quello della libertà d'antenna*. Dimissioni a valanga vengono invece sollecitate da tutte le opposizioni. Il missino Servello chiede quelle di Bubbico, del presidente e del direttore generale della Rai, Zavoli e Agnes. Per la radicale Aglietti la conclusione del dibattito è «la sconfessione non solo della commissione del non indirizzo e del non controllo, dell'immobilismo e del rinvio, ma anche della Rai tv*, quindi sia l'intera commissione sia il presidente Bubbico devono dimettersi. Per 11 repubblicano Dutto la vicenda di mercoledì mostra come «de e psi sono isolati sulto condizione della Rai, sulla sua perdita di professionalità e pluralismo*. A chiedere le dimissioni di Bubbico torna 11 pdup. Con un documento in cui si afferma che 'le forze della maggioranza governativa sono uscite battute e l'area dell'opposizione al governo ha riscosso consensi molto rilevanti sulla critica alla gestione del servizio pubblico radiotelevisivo e della Commissione di Vigilanza: Duro anche l'atteggiamento del comunisti. Per l'on. Pavollni, responsabile per 1 problemi dell'editoria del pel e membro della Commissione di Vigilanza, le votazioni di mercoledì «colpiscono rutti; la commissione parlamentare per la sua scarsa Incisività, il governo che non è riuscito a varare da anni nessuna disciplina sulla regolamentazione del settore radiotelevisivo privato e anche il servizio pubblico che, di fronte a indicazioni anche critiche della Commissione, ha la responsabilità di non averle attuate*. 1. m.

Persone citate: Aglietti, Bubbico, Dutto, Mauro Bubbico, Servello, Zavoli

Luoghi citati: Roma