Rapporto sullo stato dell'editoria «La crisi è grave, ma superabile» di Giuseppe Fedi

Rapporto sullo stato dell'editoria «La crisi è grave, ma superabile» La relazione di Giovannini all'assemblea generale degli editori Rapporto sullo stato dell'editoria «La crisi è grave, ma superabile» Determinante rapporto delle nuove tecnologie e della legge di riforma - Superato il muro dei cinque milioni di copie di quotidiani - Condanna al comportamento dei responsabili del gruppo Rizzoli ROMA — Nel processo di trasformazione tecnologica la stampa italiana ha una possibilità Irrinunciabile per uscire dalla crisi. Una crisi grave, dovuta alle mutilazioni subite negli ultimi dicci anni dal settore, privato di quasi tutti gli strumenti di una normale gestione imprenditoriale (prezzo di vendita, rinnovamento tecnologico, nuovi canali di diffusione) e In taluni casi ai macroscopici errori compiuti da alcune imprese editrici. Quest'emergenza, ha detto ieri Giovanni Giovannini all'assemblea generale della Ficg, può, comunque, essere superata. I sintomi del malessere sono stati individuati, cosi come le terapie di risanamento. La cura sarà lunga e difficile, ma nella radiografia sulla stampa nazionale tracciata dal presidente della Federazione editori non mancano, nonostante una serie di dati allarmanti, segnali che inducono ad un ragionevole ottimismo. Primo fra tutti il superamento, ormai da due anni, del muro del cinque milioni di copie vendute al giorno da parte del quotidiani: un balzo avanti incoraggiante, ma ancora poco rispetto ad altri Paesi europei, dove 11 rapporto, come informa il «libro bianco» diffuso dalla Ficg, è di una copia ogni 2,4 abitanti (Inghilterra), una ogni 5,5 (Francia), una ogni 2.7 (Germania). Partendo dal ruolo dell'editore, dalle difficoltà del passato, dalla vicenda Rizzoli, la relazione di Giovannini. il quale ha letto un affettuoso messaggio di Pettini, è passata ad esaminare, citando anche i risultati raggiunti, le nuove tecnologie, la legge sull'editoria, 11 «quadro» attuale della carta stampata (costi, ricavi, diffusione e pubblicità, iniziative per aumentare queste ultime). Il presidente della Fieg ha quindi commentato — per la prima volta pubblicamente — la vicenda Rizzoli. •Oggi che la crisi è esplosa — ha detto —, viene considerato quasi un dovere quello di condannare l comportamenti dei responsabili del gruppo negli anni scorsi. Ma ieri, quando la Rizzoli sfornava ogni giorno nuove iniziative ed era, o sembrava, in ascesa, il suo espansionismo veniva salutato (non da noi, e i dissensi furono aspri qui in Ficg) come sintomo di un benefico attivismo imprenditoriale*. Quanto all'attuazione della riforma dell'editoria, finora incerta e tardiva, Giovannini si è dimostrato cautamente ottimista. Al governo ha dato atto di aver compiuto negli ultimi mesi «una serie di atti positivi che ci autorizzano a nutrire la speranza che questa singolare vicenda possa rapidamente concludersi*. Dopo essersi soffermato sull'andamento della diffusione di quotidiani e periodici di cui va rivista la rete distributiva, Giovannini ha affrontato a lungo il nodo-pubblicità che ha subito una pesante riduzione nelle entrate. «/ ricavi erano ripartiti tra Rai e stampa, nel 1980, nel seguente modo: 31,3 alla prima, 68,7 alla seconda. Nel giro di tre anni scszccqdphudi"sqmspsfspsgcnidlOnn si è giunti, nel 1982, al 36,5 per cento alla Rai ed al 63,5 alla stampa. E quest'anno il servizio pubblico ha avuto un incremento del 22 per cento*. Ancora un'annotazione: il costo del lavoro, seguito da quello della carta, ha fatto registrare nei quotidiani ritmi di crescita costantemente superiori ai tassi di inflazione. 'Combattere l'emergenza — ha concluso Giovannini, dopo un accenno all'importanza dei new media (l'Introduzione in Italia del "Videotel" e di "Televideo") — non vuol dire solo alzare grida di dolore quando chiudono le testate, ma individuare per tempo i sintomi di una malattia che, prima o poi, porterà a quel risultato. E'ciò che tentiamo di fare ed è per questo che, anche se i risultati negativi non sono per fortuna caratteristica di tutte le aziende del settore, ci sentiamo ugualmente impegnati ad agire per creare le condizioni affinché il rientro nell'area dell'economicità sia il più generale possibile: Sono quindi intervenuti nel dibattito 11 sottosegretario alla presidenza del Consiglio Orsini, prodigo di assicurazioni sull'avvio della legge, 11 ministro Forte, sulle difficoltà fiscali legate all'editoria per la differenziazione delle aliquote Iva fra le varie pubblicazioni, 11 garante della riforma, Sinopoli, il repubblicano Mammi e, nel pomeriggio, il ministro dell'Industria. Pandolfi ha reso noto, tra l'altro, il completamento sino a 315 miliardi della dotazione finanziaria occorrente per far fronte agli impegni derivanti dalla legge sull'editoria per il 1981 e '82. Giuseppe Fedi -

Persone citate: Giovanni Giovannini, Giovannini, Mammi, Orsini, Pandolfi, Sinopoli

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Roma