Un lungo viaggio

Un lungo viaggio Un lungo viaggio Se oggi le Camere decideranno, come è previsto, la creazione di una commissione parlamentare con compiti di proposta di riforme istituzionali il passo in avanti sarà importante. Tanto più che, secondo buona logica di politica costituzionale, vi sarà anche il consenso del maggior partito di opposizione. Questa partenza rischia però di essere assai faticosa e lenta se resterà immutato il testo del documento che, dando vita alla commissione, ne costituirà, in un certo senso, il primo programma di lavoro. Tale documento pare, infatti, un classico esempio di «non scelta». Esso, dopo una premessa assai lunga e vaga, elenca ben 16 punti di intervento: dai sistemi elettorali al bicameralismo, dalle decisioni legislative a quelle amministrative di governo, dai problemi del presidente della Repubblica a quelli dell'amministrazione degli Enti locali, dai problemi' della giustizia a quelli del Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro, dal diritto di sciopero al referendum, e cosi via. Gli studenti di giurisprudenza ne possono trarre un utilissimo elenco, compilato dagli stessi protagonisti della nostra vicenda politica, dei «punti di crisi» del sistema istituzionale. Il Parlamento ha già scontato una fase di «ammasso» dei problemi sul tappeto. Per due mesi i «comitati di studio per l'esame dei problemi istituzionali», coordinati dal senatore Franco Bonifacio e dal deputato Roland Riz, hanno lavorato a questo censimento e ne hanno pubblicato i risultati, corredati da relazioni di sintesi di ottima fattura. Sembrava dunque venuto il momento per passare dall'elenco al progetto. Non ancora ovviamente un quadro di orientamento sul merito dei singoli problemi, ma certo la selezione di questi secondo un ordine di priorità, di urgenza che desse alla gente segnali di praticità e rapidità, coerenti alle preoccupazioni più vive e generali. Per quanto diverse siano infatti le interpretazioni della nostra struttura sociale, cosi complessa e di difficile governo e dunque bisognosa di interventi istituzionali differenziati e flessibili, non vi è dubbio che vi sia preminente un problema di interconnessioni statali centrali, senza delle quali vi è impaludamento del sistema ed emarginazione dei soggetti — persone e istituti—più deboli. Su queste . interconnessioni che reggono tutto deve dunque poter agire un apparato centra le (governo-Parlamento) capa' ce di decisioni pubbliche garantite nei tempi e certe nei significati; un sistema partiti-istituzioni, garantito da meccanismi di trasparenza dei partiti e di autonomia delle istituzioni pubbliche; uh nuovo ordinamento degli istituti pubblici e di governo dell'economia, ga< ramilo nei ruoli ponderati dei suoi soggetti (comitati ministeriali, commissioni parlamenta' ri, sindacati, imprese pubbliche e private, enti economici), in ferree regole di equilibrio e di programmazione e nella certezza conoscitiva delle grandezze economiche e finanziarie per cui agisce. Era proprio impossibile porre in testa, sin d'ora, ai lavori della commissione questi temi, ancora ieri apparsi i veri temi di fondo nel dibattito del Senato e su di essi, insieme, concentrare l'attenzione civile e culturale dei cittadini? Andrea Manze Ha czdlBcasm

Persone citate: Andrea Manze, Franco Bonifacio, Roland Riz