Esso, a 58 miliardi le perdite del 1982
Esso, a 58 miliardi le perdite del 1982 Verrà utilizzata la Visentini bis Esso, a 58 miliardi le perdite del 1982 ROMA — La Esso Italiana ha perso l'anno scorso 58 miliardi di lire ed imputa questo risultato negativo oltre che alla situazione del mercato, anche ad «oneri e vincoli» imposti dal governo: chiede perciò l'estensione del regime di sorveglianza' alle benzine, la revisione delle disciplina fiscale con il ripristino del pagamento differito delle Imposte di fabbricazione, la revisione della disciplina delle scorte che considera «troppo onerosa ed anacronistica». Nel presentare 1 risultati del bilancio 1982,1 responsabili della società hanno messo in rilievo che il margine operativo ha presentato un risultato negativo per 220 miliardi di lire (con una netta inversione di tendenza rispetto agli anni precedènti)' àT duali si devono aggiungere' 62 miliardi di interessi passivi. La perdita è stata contenuta In 58 miliardi — è stato affermato — grazie ad utili derivanti dalla riduzione degli Inventari. Il capitale, eroso per le perdite, troverà una nuova consistenza con la rivalutazione dei cespiti, in base alla «Visentini bis»; la stima della rivalutazione è di circa 130 miliardi di lire per cui il capitale netto dovrebbe attestarsi sui 170 miliardi di lire dai 40 del bilancio 1982. Nonostante la pesantezza del risultati — è stato ancora rilevato — la struttura finanziaria dell'azienda «si è mantenuta solida, anche per l'attenta gestione delle risorse finanziarie, che ha portato addirittura a un miglioramento della situazione debitoria verso le banche rispetto al 1981». I fattori che hanno determinato il negativo andamento del 1982 vanno ricercati — secondo la Esso — nella scarsa remuneratlvltà del prezzi e nella stagnazione del mercato. A questi due fattori si devono poi aggiungere 1 maggiori costi sostenuti dalla Esso per l'approvvigionamento della materia prima rispetto alla media dell'industria. Ad aggravare la situazione ha contrlnuito poi «il campionario di contraddizioni vecchie e nuove nella normativa e nei comportamenti dei pubblici poteri».
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