I settecentomila dell'azienda kgb di Paolo Garimberti

 ■ _ A SJ ■■■■ A ■ HOT H . — JLJfi. _ , IH WH_ J - BI W _ _ _ H _ Stffl _ H1 settecentomilq dell'azienda Kgb Un'organizzazione moderna e in costante espansione il servizio di spionaggio russo diretto per sedici anni da Andropov ■ _ A SJ ■■■■ A ■ HOT H . — JLJfi. _ , IH WH_ J - BI W _ _ _ H _ Stffl _ H1 settecentomilq dell'azienda Kgb Altrettanti sarebbero i collaboratori occasionali - La Cia avrebbe 130 mila effettivi - Mentre l'Occidente denunciava i servizi americani, quelli sovietici si infiltravano nel mondo libero con una sottile campagna di «disinformacija» ■ Il 70 per cento dei corrispondenti Tass all'estero farebbe la spia - In Francia, dove 47 agenti del Cremlino sono recentemente stati cacciati, Mosca ha 700 diplomatici, contro i 36 di Parigi in Urss - Da «combriccola di assassini» a élite reclutata tra la crema delle università carnosi politicamente I clima sessantottesco del Svezzatosi politicamente nel clima sessantottesco del campus dell'Università di Berkeley e negli «Iona» antiJolmson delle marce per la pace in Vietnam («Hey, hey, L B J, how many kìks d"you kill today?.), Robert Hockney, il protagonista di «dietro le quinte», vince giovanissimo 11 Premio Pulitzer di giornalismo smascherando 1 misfatti della Cia nel mondo, dall'Europa al Vietnam. Ma all'apogeo di una carriera costruita sul talento, sul coraggio, ma anche su una cieca parzialità ideologica, Hockney, come folgorato dalla rivelazione, indirizza il suo brillante giornalismo investigativo in un'altra crociata di segno opposto: contro la manipolazione dell'Occidente libero, e soprattutto del suoi mezzi di comunicazione, da parte del Kgb. Arnaud de Borchgrave e Robert Moss. gli autori di Die tra le quinte, due ex «Inviati speciali» di statura Internazionale e di talento non inferiore a quello del loro eroe Robert' Hockney, hanno semina to nella trama, fantastica ma non troppo, del loro romanzo una tesi politica molto manichea: per anni, l'Occidente e soprattutto l'America, In preda ad un furore quasi messianico, si sono affannati a sco- prire e denunciare le attività della Cia, identificandola nel genio del male; senza accorgersi che. Intanto, la sottile campagna di sovversione Ideologico del Kgb, la disinformadja come la chiamano 1 russi, stava corrodendo lentamente la società occidentale. Oggi, mentre l'Europa sembra teatro di una guerra delle spie senza precedenti, con 47 sovietici espulsi dalla Francia, quasi una decina dall'Inghilterra e due Incarcerati In Italia, quella tesi da romanzo rivive negli editoriali dei giornali più autorevoli e credibili. Ha scritto ad esemplo il Wall Street Journal: .Mentre nell'ultimo decennio la stampa ammaliava se stessa e i suoi lettori con favole sul birbante Ola, il vero birbante, il Kgb, aveva campo libero. I nostri servisi segreti sono stati praticamente evirati dalle dispute e dagli attacchi ideologici che hanno toccato soprattutto i servizi di controspionaggio. Ma il Kgb e i suoi collaboratori del blocco orientale si sono costantemente espansi e sono cresciuti dovunque: Ed ecco le cifre, fornite dagli esperti o dagli stessi disertori del Kgb. In Francia, ad esemplo, vi sono oggi 700 diplomatici sovietici e 2.400 addetti al vari uffici commerciali, turistici e giornalistici. I diplomatici francesi a Mosca sono, Invece, soltanto 36. Secondo un ex giornalista dell'agenzia Tass, Aleksej Antonkin, oggi In Occidente, 1170 per cento del corrispondenti dell'agenzia all'estero sono agenti del Kgb. Vladimir Sa~ charov, un diplomatico-agente che ora vive negli Stati Uniti, afferma che durante la presidenza di Andropov gli effettivi del Kgb (cioè agenti a tempo pieno) sono saliti a 700 mila unità; altrettanti sarebbero i «collaboratori esterni cioè semplici informatori o agenti occasionali. In confronto, secondo le stime del settimanale Time, la Cia avrebbe oggi 130 mila effettivi. Gli agenti del Kgb, cui vanno aggiunti i non meno agguerriti «concorrenti» del Gru, lo spionaggio militare, si dividono in due categorie. I cosidetti «legali, agiscono sotto copertura diplomatica, giornalistica e di agenti turistici e commerciali. Oli «illegali, sono invece spie nel senso più classico e romantico della parola: hanno falsa identità, quasi sempre completata da una storia personale completamente inventata, perché si mimetizzino meglio nel Paese cui sono assegnati; talvolta vengono tenuti Inattivi per anni prima di ricevere un incarico. Quasi tutti 1 sovietologi concordano nell'attrlbuirc a Jurij Vladimirovic Andropov, che ne è stato alla guida per' 16 anni prima di succedere a Breznev nella massima carica del pcus, il maggior merito dell'espansione e dell'efficienza del moderno Kgb. Dice Héléne Carrere d'Encausse: 'Andropov arrivò al Kgb con un duplice compito: ricostruire un efficiente apparato poliziesco e trasformarlo in un moderno, organizsato strumento del partito. E vi è riuscito». Osserva Léonard Shapiro della London Sclwol of Economici, uno dei massimi storici del partito sovietico: .Negli Anni Trenta il Kgb era una combriccola di assassini. Oggi è diventata un'elite die raccoglie la crema delle università». Maksim Isaev, In codice «l'agente Stirlitz», popolare eroe di una serie a puntate della tv sovietica, è in effetti un agente sofisticato, dai modi garbati c dagli abiti di buon taglio (anche se la castissima tv russa gli nega gli exploits amorosi di Bond-007). che disdegna la pistola e la violenza e ricorre piuttosto alla più avanzata tecnologia per concludere vittoriosamente le sue missioni. Oggi il Kgb sceglie le sue reclute tra i migliori studenti delle università, possibilmente con conoscenza di lingue straniere: particolarmente richiesti sono gli allievi del'Istituto di Relazioni internazionali, un tempo diretto da Inozemeev, stretto consigliere di Breznev. E per un giovane ambizioso, curioso del mondo, un lavoro al Kob è un richiamo Irresistibile; come dice un agente disertore: -Stipendi più alti, appartamenti più grandi, vacanze migliori, viaggi all'estero, negozi speciali: in breve, tutto ciò che il sovietico medio cerca di ottenere, quasi sempre senza riuscirvi,per tutta la l'ita». Agenti più sofisticali, anche nel modo di vivere e di comportarsi in pubblico, ma soprattutto agenti tecnicamente e politicamente più preparati servono meglio quelli che sembrano oggi gli obiettivi prioritari del Kgb: non tanto lo spionaggio tradizionale (nel quale oggi gli uomini sono stati in grande misura sostituiti dalle macchine, come i satelliti), bensì la sovversione ideologica e l'acquisizione all'Urss delle più avanzate tecnologie per ridurre il divario con l'Occidente. Secondo un esperto del Coco7n, il Comitato Nato che sovrintende trasferimenti di tecnologie dall'Ovest all'Est, non meno di 20 mila agenti sovietici o del blocco orientale sono addetti a questo obiettivo, e, secondo la stessa fonte, il loro lavoro ha consentito all'Urss di ridurre da dicci a due anni il ritardo tecnologico nei confronti dell'Occidente. Anche se non bisogna dimenticare che buona parte delle attività del Kgb è diretta alla sicurezza interna dcll'Urss, questi nuovi e più complessi obiettivi internazionali non bastano, da soli, a spiegare un'espansione cosi straordinaria in quantità e qualità, né una penetrazione cosi capillare — e certamente molto dispendiosa economicamente —, dell'Occidente. Ci sono ragioni storiche e psicologiche. ™T° iT° '° PU" «"» "tecniche.. che vanno oltre le pure esigenze «tecniche», «/ russi hanno un problema quando si tratta di spionaggio: non sanno quando fermarsi», ha scritto sul Times di Londra Oeorge Walden, che è stato capo del più ambito settore del Foreign Office, il Policy Planning Department. In fondo, ha osservato, 11 Kgb non è che la continuazione di un non meno formidabile (fatte le dovute proporzioni per 1 tempi e le situazioni) apparato di polizia segreta zarista, sparso in Russia con feroci compiti repressivi di polizia, ma anche In Europa alla ricerca degli emigrati con sogni rivoluzionari. Personalmente, ricordo di aver trovato, rileggendone 11 diario, Impressionanti analogie tra la Russia percorsa dal marchese De Coustine e quella di Breznev, nella quale vivevo: la stessa ossessiva insicurezza verso potenziali cospiratori interni ed esterni, lo stesso complesso di inferiorità per l'Occidente più industrializzato. Quali che siano le ragioni dell'espansione dello spionaggio sovietico, per l'Occidente resta il problema gravissimo di come fronteggiarla, tanto più che In una simile «guerra di spie» un sistema democratico e aperto parte già nettamente svantaggiato rispetto ad uno totalitario e chiuso. Forse Mitterrand, espellendo di colpo 47 sovietici, ha voluto anche suggerire una soluzione del problema valida per tutti, al di là delle specifiche motivazioni politiche e tecniche attribuite al suo gesto: una periodica operazione di ramazza serve da avvertimento e anche a ristabilire un po' le proporzioni e perfino la fiducia tra i due campi contrapposti. Può essere un rimedio? Ancora Oeorge Walden, che nel 1971 fu personalmente coinvolto nell'espulsione di 105 sovietici dall'Inghilterra, ha scritto: .Quando cacciammo 105 funzionari sovietici, affermammo die lo facevamo per migliorare le relazioni anglosovietiche. Per Mosca fu difficile ingoiare tale spiegazione. Ma, per curioso die possa sembrare, noi ne eravamo convinti». In effetti, è dificllc per due Paesi avere rapporti rilassati e normali quando l'uno sospetta l'altro di averlo imbottito di spioni c seminazizzanie. Paolo Garimberti Parigi. I .a foto è della settimana scorsa: personale dell'ambasciala sovietica in Francia saluta i colleghi espulsi per spionaggio (Tclcfolo Upi)