La «sconfitta» di Moser mette nei guai Saronni di Gian Paolo Ormezzano

La «sconfitta» di Moser mette nei guai Sarònni Confronto a distanza dopo la Parigi-Roubaix La «sconfitta» di Moser mette nei guai Sarònni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROUBAIX — Francesco Moser ha semplicemente «non vinto* la sua decima Parigi-Roubaix. Nessuno, ieri l'altro, nel tristissimo velodromo pieno più di belgi che di francesi, ha' parlato di Moser sconfitto. A costo di far della retorica si deve certificare che Moser ostato definito un non-vincitore. Gli sconfitti grandi a Roubaix caso mai sono stati il folle Hinault dell'andata-ritorno tra Francia e Usa e il Raas che si è lasciato atterrire da una crisi di vomito. A Moser si fa ancora credito, nella Roubaix, di una possibile partecipazione vittoriosa nel 1984, per salire a quattro successi ed eguagliare De Vlaeminck e spartire con il belga il titolo di «monsieur Roubaix*. Moser il prossimo anno avrà un anno e mezzo meno del Kuiper che ieri l'altro ha vinto da campione, pur essendo corridore, nel complesso della sua carriera, indubbiamente meno grande di Moser. Il quale Moser è sì, fisicamente, «alla frutta*, però la frutta è pregiata. A proposito di Kuiper, trentaquattrenne, si deve precisare che ben diverso é il logorio di un ciclista olandese rispetto a quello di un ciclista italiano. Kuiper ha fatto un po' di Tour, vero, però da tempo la sua stagione finisce ad aprile, con lungo riposo estivo e riaccensione di un paio di razzi per U campionato del mondo (non sempre) e il Giro di Lombardia (idem). Già solo mentalmente, un Giro d'Italia come i molti e forse troppi che ha fatto Moser è un affaraccio. Ma precisalo Kuiper anche nei riguardi di Moser, e conclusa più che dignitosamente da Moser e Gavazzi (i soli due italiani a finire la corsa) la «pratica* della Parigi-Roubaix, il discorso può tornare ad un ormai antico tema italiano, die diventa internazionale per la caratura dei corridori interessati, uno dei quali porta la maglia di campione del mondo: trattasi del confronto Moser-Saronni, un confronto che all'estero adesso avviene a distanza, intanto die in gara i due, almeno in Italia, si spartiscono la ribalta, il che mollo spesso significa spartirsi i successi. Il confronto, insomma, è ora più teorico che pratico: ma forse cosi rlsultapiù affascinante. Saronni è arrivato ieri in Belgio, mentre Moser tornava dal Nord in Italia. Oggi Saronni corre il Gran Premio Cerami, una kermesse si spera nobilitata da molto impegno di molti, dopodomani Saronni corre la Freccia Vallona che ha già vinto, domenica fa la Liegi-Bastogne-Liegi. C'è chi pensa che. proprio nell'anno in cui Saronni in maglia iridata ha vinto la Milano-Sanremo, Moser stia vincendo una specie di confronto sentimentale. E cioè Moser «finisce* benissimo da combattente, riesce a perdere gloriosamente (massi) una Parigi-Roubaix che Saronni manco tenta. Al punto die adesso Saronni, per bilanciare il confronto sul piano della simpatia, è obbligato almeno a vincere: cosa difficile anche se non im¬ possibile pensando che una certa parte del ciclismo internazionale ieri l'altro ha «staccato*, avendo tutto calcolato per arrivare col serbatoio a Roubaixe basta. L'uomo Moser, il corridore della Parigi-Roubaix che è per uomini veri, contro il ragazzo Saronni? Grosso modo, si, ancora e più che mai. In altre parole, Moser in fondo poteva permettersi di non vincere a Roubaix, sicuro di riuscire intanto a fornire una buona immagine di sé, mentre Saronni non può permettersi di non vincere giovedì e domenica, o almeno una volta. Paradossalmente, ma mica tanto, se Moser avesse vinto a Roubaix, per Saronni sarebbe stato quest'anno un Nord più facile: entusiasmi, bilanci, statistiche, echi, e magari Saronni, se sconfitto, presentabile come coalizione straniere, messa su per evitare la eccessiva dominazione italiana. Cosi invece Saronni deve: 1) confermare la vittoriosa Milano-Sanremo che Moser secondo taluni gli avrebbe facilitato; 2) reagire al possibile ritorno di Hinault, che mica può chiudere la prima parte della stagione in maniera troppo buffonesca, nonché di Raas; 3) fare «almeno* quello che Moser Ita fatto a Roubaix. L'ultimo problema è il più diffldle, Saronni non sembra avere pelle da eroe. Tutto sommato, gli è più facile vincere, magari con astuzia, che arrivare terzo con «martirio* e sentimento. Gian Paolo Ormezzano