«Il calcio-scommesse è ancora vivo»
«Il calciO'SCommesse è ancora vivo» Una frase dell'inquisitore Ferrari-Ciboldi mette in allarme l'Inter per il caso Genoa «Il calciO'SCommesse è ancora vivo» Dopo l'interrogatorio dei due giornalisti che hanno rivelato il «pestaggio» di Marassi • Anche Mazzola e Juary sono stati sentiti dal collaboratore di De Biase - Àltobelli multato di un milione per lo schiaffo a Miiller MILANO — L'Inter è implicata in un nuovo calcio-scommesse? Per ora è soltanto un'ipotesi intuibile da una frase detta ieri sera dall'avv. Ferrari-Ciboldi dopo un colloquio dell'esponente dell'ufficio inchieste con i due giornalisti che nei giorni scorsi hanno rivelato il «pestaggio» che sarebbe avvenuto nello spogliatoio dell'Inter a Marassi dopo il 3-2 contro il Genoa. Uscendo dalla sede del «Giorno», dove aveva riportato la deposizione del giornalisti Zillani e Pea, Ferrari-Ciboldi ha rilasciato soltanto una breve dichiazione: »Il calcio-scommesse — ha detto — è ancora vivo». Una frase gravissima n.i, considerato il ruolo del collaboratore di De Biase, deve essere stata dettata da una precisa conoscenza di fatti inoppugnabili. In caso contrarlo si tratterebbe di una leggerezza inammissibile. Si¬ curamente il suo superiore. De Biase, non si sarebbe sbilanciato a quel modo. Ferrari-Ciboldi in mattinata si era incontrato nella sede dell'Inter con Mazzola e Juary e soltanto allora 1 cro- nistl del settimanale appuntamento del lunedi con Marchesi avevano capito perché il tecnico domenica pomeriggio aveva chiesto un «giorno di libertà». Al termine della deposizione Mazzola ha dichiarato: «Ho precisato di essere entrato nello spogliatoio dell'Inter a Marassi cinque minuti dopo la conclusione della partita. Quando sono entrato non c'era assolutamente nulla di anormale. Al pari del presidente Fraizzoli, eredo ciecamente in Ramella, il nostro dirigente-accompagnatore: questi ci ha giurato che non è successo assolutamente nulla». Juary a sua volta ha firmato e controfirmato una breve deposizione: »Ho ammesso di essermi incontrato con due giornalisti e un fotografo nella mia abitazione, ma non abbiamo parlato dello spogliatoio di Marassi bensì di altre cose di poca importanza o comunque non rilevanti. Mia moglie può testimoniare in proposito». Mentre la società decideva di multare Àltobelli per lo schiaffo rifilato a MUller (un milione, un milione e mezzo), Marchesi era tornato sull'argomento Marassi aggiungendo: «Fra me e lo spogliatoio, cioè Za> squadra, c'è sempre stato un ottimo rapporto. I giocatori si sono comportati bene e anche in quella circostanza non è successo assolutamente nulla. Ora dobbiamo pensare ad altre cote, dopo la sosta per la gara degli azzurri noi ospiteremo la Roma e successivamente giocheremo a Torino contro la Juventus. Potremmo anche essere arbitri dello scudetto, ma a me personalmente Interessa che la squadra arrivi in zona Uefa e conquisti la Coppa Italia». Intanto, in società prose¬ guono le «trattative» tra chi voleva che Prisco querelasse «Il Giorno» ed i suoi due giornalisti per diffamazione, e chi Invece chiedeva tempo. L'avv. Prisco a San Siro era sembrato molto scosso, non era 11 solito Prisco, mentre Fraizzoli prendeva tempo, fingeva di non capire o comunque recitava bene la sua parte di dirigente disposto a chiudere un occhio di fronte ad una marachella. Teoricamente l'Inter dovrebbe presentare la querela nella giornata odierna, e in questo caso domani il quotidiano milanese pubblicherà integralmente l'intervista bomba con Juary. Intervista che sembra confortata da una registrazione nonché dalla testimonianza di un fotografo. Insomma è davvero un «Watergate» sportivo. Giorgio Gandolfi
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