Volano i falchi di Igor Man

Volano i falchi Volano i falchi 11 presidente Reagan «deluso» per il fallimento del negoziato Hussein-Ai afat che chiude, almeno pel momento, la possibilità di un'ampia trattativa di pace in Medio Oriente, ha definito l'assassinio di Issam Ali Sartawi «una tragedia». E lo è, invero, perché dimostra come nel Vicino Levante il partito della destabilizzazione sia più forte di quello della ragione. Codesto partito è un iceberg che molli vogliono sia mosso da una «corrente gelida che parte dall'Urss». La punta dell'iceberg è visibile e composita; spiccano i gruppi oltranzisti dell'Olp: il Fronte popolare di George Habbash, il Fronte democratico di Nayef Hawatmeh, il Fronte popolareComando generale di Ahmed Jibnl. il Fronte palestinese di Lotta popolare (Flp). Il 16 gennaio, a Tripoli, le quattro organizzazioni, sotto l'egida di Gheddafi e con la benedizione della Siria, diffusero, dopo una settimana di lavori, un comunicato inteso a sabotare l'imminente Consiglio Nazionale Palestinese di Algeri. E in febbraio, durante le tumultuose sedute di quel congresso, i leaders dei quattro gruppi attaccarono in toni deliranti l'opzione politica di Arafat e dei moderati arabi riaffermando la validità della lotta armata a oltranza nel segno di un rapporto sempre più stretto con il «fronte della fermezza», con l'Urss. I radicali hanno solo il 10 per cento in seno al Cnp, ma dietro di loro c'è appunto la Siria che tiene praticamente in ostaggio settemila fedayn, sicché Arafat per non spaccare I'Olp e assicurarsi una rielezione unanime a presidente del Comitato esecutivo (il governo) scese a patti. Fu cosi che vietò a Issam Sartawi di prendere la parola. Issam Sartawi era l'uomo della pace con Israele. Nel 1976 organizzò, insieme con il presidente del Consiglio mondiale ebraico, Goldmann, c con Mendès-France cinque incontri fra palestinesi e il Comitato israeliano per la pace. Nel gennaio di quest'anno, pochi mesi dopo i massacri di Beirut, fece incontrare, a Tunisi, Arafat con i pacifisti israeliani Uri Avnery e Mathiau Pelcd. Era riuscito a far invitare Avnery a Algeri ma non se ne fece nulla, però ottenne che il giornalista israeliano Amnon Kapeliuk seguisse i lavori del Cnp. Se avesse potuto prender la parola, Sartawi avrebbe detto quel che nel marzo scorso disse in un'intervista a Mondoperaio e cioè che il rifiuto del Piano Reagan comportava l'eliminazione delle prospettive di uno sforzo negoziale giordano-palestinese. «Tanto varrebbe, allora, mordere il nocciolo e arrivare a un reciproco riconoscimento fra Olp e Israele*. L'assassinio di Sartawi è stato rivendicato dal commando di Abu Nidal, già condannato a morte da Arafat perché autore della strage di Fiumicino. Abu Nidal ha uffici a Damasco e Baghdad ed è protetto da due gruppi della struttura politica dell'Olp, il Fronte di liberazione arabo e la Saika. Pochi giorni prima di morire Sartawi disse al Quotidien de Paris: «Resto fedele ai miei amici, sia palestinesi che israeliani, ma so che c'è chi mi vuol male e i miei nemici si trovano forse anche nei nostri ranghi». Quella di Abu Nidal è una «anonima omicidi» senza anonimato, al servizio di chi non vuole la pace. Arafat ha detto che la rivendicazione di Abu Nidal non può escludere che gli assassini siano stati manipolati dal Mossad, il servizio segreto israeliano. Ma il governo israeliano ha smentito, con sdegno, che Israele abbia potuto uccidere un «uomo di pace» come Sartawi, che ha paragonato a Sadat. Igor Man (Continua a pagina 2 In seconda colonna)