Morto Cippico, il monsignor Cagliostro di Guido Rampoldi

Morto Cippico, il monsignor Cagliostro Nel 1948 il prelato fu protagonista di un clamoroso scandalo Morto Cippico, il monsignor Cagliostro Alla fine della guerra aveva aiutato alcuni finanzieri ad esportare capitali attraverso ordini religiosi Il Vaticano lo processò e lo obbligò al domicilio coatto, dal quale evase - Ripreso, fu condannato a cinque anni di carcere per truffa e privato della tonaca - Papa Pacelli ne decise più tardi la riabilitazione ROMA — 'Ho visto morire tutti i miei nemici, adesso tocca a me. Non li giudico. Ma perdonarli, no». Racconta la. perpetua che neppure sul letto di morte monsignor Edoardo Prettner Cippico ha voluto chiudere l'amaro contenzioso; aperto con 11 mondo 25 anni fa, quando per la sinistra era «monsignor Cagliostro», per la destra una, spia di Tito, per 11 Vaticano — che più tardi gli restituì papalina e stola, ma non la fiducia — ladro e truffatore, n diabete l'ha stroncato a 73 anni, la sera di giovedì nella sua casa di via Porta Angelica, che a lungo fu per lui cella di forzata clausura: ieri pomeriggio 1 funerali, a Trieste, sua città natale. Lo piange 11 piccolo drappello di un cattolicesimo un po' retro che gli è stato vicino fino all'ultimo: l'anziano marchese Bagglo, 11 cardinal Sabbatanl, padre Spiazzi, il deputato missino Greggi, che vorrebbe 'dedicargli una biografia. Avrebbe voluto andarsene In punta di piedi. Era anche l'auspicio del Vaticano: -Mi raccomando, niente clamore», ha telefonato un cardinale insieme alle condoglianze di rito. 'Ma un giuda, un giuda ci ha tradita', geme sull'uscio la perpetua; giù in fondo, oltre 11 vestibolo misero, il raso rosso di una bara sistemata su due sedie da cucina attende la salma. Qualcuno «ha tradito», la notizia è pubblica, monsignor Cippico torna ad essere un caso. Né i processi né 25 anni hanno chiarito definitivamente chi sia stato davvero questo prete dal modi gentili e dalla vita travagliata, che alterne cronache hanno dipinto ora a braccetto di avve- nentl signore, chissà se sedotte o truffate, ora dedito ad esercizi spirituali. Cagliostro o capro espiatorio? A rileggerne adesso il passato, o quel poco che se ne conosce, si può anche avere l'Impressione di imbattersi nel precursore di certe spregiudicate operazioni condotte a metà strada tra Curia e finanza. Forse oggi lo scandalo sarebbe minore. Ma quelli erano altri tempi. Alla vigilia delle elezioni del 1948, le prime dalla fine della guerra, 1 comunisti del Fronte Popolare «mangiavano bambini», mentre 1 democristiani erano tutti «forchettoni». All'epoca, Cippico era un promettente funzionarlo della Segreteria di Stato, con' buone entrature nei salotti che contavano. Intorno al 1946 alcuni finanzieri si rivolsero a lui per esportare capitali all'estero, anche nel timore di un successo elettorale della sinistra. Cippico escogitò un sistema poi collaudato con maggior successo: 1 suol amici gli versavano le somme da esportare, e alcuni ordini religiosi, che prima della guerra -avevano costituito capitali all'estero, accreditavano il corrispettivo presso banche straniere: questo almeno quanto ricostruito in seguito. Ma qualcosa s'inceppò, i finanzieri protestarono, il Vaticano intervenne. Cippico, fermato nella sede della Congregazione del Concilio, venne portato nella Santa Sede e interrogato dall'avvocato Carlo Pacelli, nipote del Papa. -Insisteva nel domandarmi dove fossero finiti i denari delle operazioni — dirà più tardi Cippico, in un'intervista — e io feci i nomi di istituti religiosi attraverso i quali erano stati aperti l famosi crediti. Ma loro si attendevano una confessione. In verità, non ho toccato una lira di quelle somme». Non creduto, Cippico venne trasferito nella Torre dei Venti, in un confortevole appartamento-prigione. E' da 11 che scappò, 11 3 marzo 1948. Chiese alla guardia pontificia che vigilava davanti alla porta di alutarlo a trasportare una pila di libri. Il gendarme entrò, Cippico si precipitò all'esterno e richiuse. Quindi corse a perdifiato giù per le scale della torre, attraversò le sale pontificie e sbucò in San Pietro, salutato con deferen- za dai gendarmi, mentre la guardia Imprigionata al posto suo—raccontano le cronache del tempo — * ululava come un lupo». La fuga fece precipitare la situazione, perché la notizia trapelò all'esterno delle mura vaticane. L'Unità, che aveva già fiutato l'aria, stava per suonare la grancassa, ma venne presa in contropiede dall'Osservatore romanao. Una notlzlola, buttata In pagina Interna, per far sapere in una prosa sibillina che monsignor Cippico era stato ridotto allo stato laicale, perché accusato di truffe e furti, e che era scappato. Lo scandalo esplose lo stesso. Il volto triangolare del prelato apparve sul muri di Roma, in un manifesto elettorale stampato in migliaia di copie: .Questi avrebbe votato per la democrazia cristiana», era scrìtto sotto. La de rispose In sintonia. Iscrivendo d'ufficio al pel 11 «mostro di Nerola», accusato di orrendi delitti. Quanto a Cippico, solo alcuni amici ricordarono a bassa voce che durante la guerra aveva salvato dalla deportazione molti ebrei. La latitanza del prelato durò appena sette giorni, la detenzione — stavolta nelle carceri Italiane — due anni. I giudici gli contestarono una valanga d'accuse: 19, poi ridotte a 14, per episodi diversi, compreso 11 furto di gioielli che gli erano stati affidati dal barone Salemi D'Angeri, ex podestà di Trieste. Alla fine, si prese cinque anni, ma solo per le truffe «minori». Nella motivazione della sentenza, la corte scrisse che aveva agito in proprio, non su Incarico vaticano, e che era indegno di portare la tonaca. La sentenza venne comunque annullata nel 1956 dalla Cassazione, per vizio di forma. Anche 11 Vaticano si ricredette. La sua riabilitazione, decisa da papa Pacelli, fu' Interpretata da alcuni come perdono, da altri come riparazione di un torto. E' morto monsignore e incensurato. Come ha vissuto questi ultimi anni? La perpetua che gli è stata vicina dal 1965 racconta di collaborazioni sotto pseudonimo. Aveva una penna brillante, anche se la scrittura era un po' barocca. Le Idee, quelle di sempre: nazionalismo, tradizionalismo. E la Curia? Adorava Pacelli, gli altri papi un po' meno. Ma mal una parola contro la Chiesa. Diceva: «Si deve passare sopra tutto, essere disposti ad accettare tutto, purché non vi sia discredito per la Chiesa». Guido Rampoldi Roma. Monsignor Edoardo Prettner Cippico in una fotografia del 1949 in tribunale durante il processo in cui era accusato di truffa e traffico illegale di valuta (Tclcfoto Ansa)

Persone citate: Carlo Pacelli, Curia, Edoardo Prettner Cippico, Monsignor Edoardo Prettner, Pacelli, Papa Pacelli, Salemi D'angeri

Luoghi citati: Nerola, Roma, Trieste, Vaticano