Paolo Uccello torna al chiostro

Paolo Uccello torna al chiostro RIAPERTO A FIRENZE IL MUSEO DI SANTA MARIA NOVELLA Paolo Uccello torna al chiostro FIRENZE — Al momento del loro massimo splendore i Domenicani di S. Maria Novella, 11 più vasto convento della citta, dominavano il Nord-Ovest di Firenze. Accadeva fra la meta del '300 e la 'metà del '400, quando Leon Battista Alberti compi per Giovanni Ruccellal la facciata della clùesa ed era appena stato terminato 11 ciclo del 36 affreschi di storie bibliche, dalla Creazione dell'uomo al' l'uccisione dei maschi della città di Salem da parte di Si' meone e Levi figli di Giacobbe, in «terretta verde» (donde da allora 11 nome del chiostro orientale). Rispetto al grandi rivali al capo opposto, ad Est, della città, 1 Francescani di Santa Croce, erano orgogliosi del loro rapporto con 11 «popolo» emergente, gli artigiani e 1 mercanti, al quali 1 predicatori domenicani si rivolgevano in lingua volgare. Con le private donazioni, convento e chiesa fiorirono di dimensione e di ricchezze d'arte, a partire da quella Maestà di Duccio di Buonin segna portata agli Uffizi nel 1936 per la mostra giottesca e non più tornata nel suo luogo d'origine. È' solo un esempio, non troppo lontano nel tempo, delle traversie subite dal grandioso complesso, cosi legato alla storia viva di Firenze, dopo le soppressioni del 1866. Acquisito 11 complesso dal Comune di Firenze, ancora oggi tutta la parte Ovest, con 11 Chiostro Grande e il Chiostro della Slndlcheria, è occupato da enti che vanno dalla Scuola allievi ufficiali del Carabinieri alla Fratellanza Militare, dalla Società del calcio storico fiorentino alla Sportiva «Llbertas». Emigrarono nel musei fiorentini lo stupendo pallotto gotico di Iacopo Cambi, 11 trittico eburneo di Baldassarre Ubriachi, 1 tre reliquiari dipinti a minia tura dal Beato Angelico (11 quarto è al Museo Gardner di Boston). A partire dal 1908 Ce due campate di Paolo Uccello nel «Chiostro Verde») furono via via staccati 1 fatiscenti af■ freschi del Chiostro Verde e del Chlos trino del Morti. • Una cultura che fossilizzava e spogliava di vitalità il monumento-vertice (in questo caso la chiesa di S. Maria Novella) ignorava, e conse guentemente smembrava e distruggeva e spogliava, la memoria storica impressa su ogni parete, su ogni capitello, su ogni oggetto prezioso di liturgia di quel formidabile stratificato complesso, che aveva ospitato nel 1439 il Concilio di riunificazlone fra le Chiese romana e greca. Solo oggi la scienza storica dell'arte comincia, troppo in ritardo, a rendersi conto del danni Inferii a quella memoria, ovunque, ma soprattutto In Italia, e a rimediarvi per quanto è possibile. Ne è stupendo esemplo la riapertura, e In realtà ricreazione ex novo, del museo civico di Santa Maria Novella. Questa denominazione ufficiale non significa 11 perpetuarsi di quella cultura di smembramento e dissoluzione dell'entità e identità storica, anzi segna fi nalmente una svolta. Infatti ripropone 11 percorso mirabile dal «Chiostro Verde» al «Cappellone degli Spagnoli» con la Cappella del Capitolo, dove sono stati recuperati dal restauro gli affreschi di Alessandro Allori e Bernardino Poccetti del 1592, dal «Chiostrino del Morti» con le sue cappelle, In cui sono stati riportati gli affreschi trecenteschi staccati, agli ambienti della Cappella della famiglia Ubriachi e del Refettorio, che ospitano 1 preziosi superstiti arredi liturgici. Come giustamente osserva la Ciardi Dupré, Introduce» doli catalogo-guida del museo, «la grande protagonista delle storie sacre del Chiostro Verde del Cappellone degli Spagnoli e del Chiostrino dei Morti è la società fiorentina di quel tempo, coi suoi costumi e con le sue acconciature, coi suoi volti, coi suoi gesti e col . suo intero modo di esistere». ! Le colossali allegorìe dell'Ordine, di San Tommaso d'Aquino e delle scienze, le storie della Passione e di san Pietro Martire che Andrea di Buonaluto stese a metà '300 in quella Sala del Capitolo, chiamata poi «Cappellone degli Spagnoli», che Ruskln definì un «libro a volta», erano sempre state visibili e godibili cosi come le due campate di Paolo Uccello staccate dal Chiostro Verde e portate nel Refettorio. Ma ben altra è oggi la profonda sensazione di ritorno della storia, di rinnovato legame fra le forme simboliche e la comunità fiorentina, nascente dalla ricostituzione dei rapporti spaziali e concettuali originari da luogo a luogo, da affresco ad affresco, lungo un secolo: dal tempo del Buonaluto e delle botteghe dell'Or cagna e di Nardo di Clone, operanti nel Chiostrino del Morti, e del giottesco Bernardo Daddl, autore nel 1344 del polittico oggi restaurato e ricollocato nella Cappella del Capitolo, al tempo di Paolo Uccello, di Dello Delli e dell'équipe tardogotica, ancora oggi discussa, operante nel Chiostro Verde. Le 27 storie bibliche del Chiostro, superstiti pur con danni delle 36 originarie, non più visibili da decenni e restaurate, fanno esaltante accoglienza al visitatore. Al di là del fascino unico, fra lucida tensione spaziale e sogno metafisico, delle campate della Creazione e di Noè e il Diluvio di Paolo Uccello, tutto 11 ciclo, pur con varianti di qualità anche notevoli e singolari mescolanze e andirivieni di tempi e modelli formali, rivive con il fascino fantastico delle sue figure verdastre lumeggiate di biacca, campite o intersecate dal bruno-rossastro del fondi, deUe architetture, degli oggetti di vita quotidiana. Pur con 1 danni e l'offuscamento del tempo, ci si muove in una dimensione Illusoria che trapassa dall'affresco allo smalto alla tarsia, dove non valgono più 1 termini dimensionali di grande o di minuto. AUa fine del percorso, l'ai tro grande recupero è quello del superstite tesoro liturgico di Santa Maria NoveUa; dal due busti in legno policromo dell'estremo '300 senese, contenenti reliquie di sant'Orsola e delle undicimila martiri di Colonia, al Bambino Gesù In terracotta verniciata nell'am blto del Verrocchlo; dal mirabile pallotto quattrocentesco «dell'Assunta» alle due Croci processionali ricavate nell'800 dallo smembramento di un'unica Croce d'argento a due. facce dell'orafo cinquecentesco Antonio Mazlnghl, capolavoro di oreficeria manieri' Mc&- Marco Rosei Paolo Uccello: «Cam osserva Noè ubriaco» (parti- , colare dell'ottavo affresco in Santa Maria Novella)