Beatrice e Dante divi del cinema
Beatrice e Dante divi del cinema Rassegna a Milano Beatrice e Dante divi del cinema MILANO — Spettatori dal 16 ai 60 anni, l'altra sera, con ricambio più o meno ogni mezz'ora In media, nella sala — 100 posti — del Centro Internazionale di Brera, dove si è svolta la «serata no stop» di film ispirati a Dante e alla «Divina Commedia». Il programma — «Pia de' Tolomei» del 1909, durata 8-10 minuti, produzione della Film d'Arte Italiana (la stessa che aveva sotto contratto Francesca Bertlni, che però nel film non appare); uno spezzone di un •Conte Ugolino» del 1909, della Itala-Film e 11 lungometraggio omonimo realizzato da Riccardo Freda nel 1949 con Carlo Nlnchi nel panni di Ugolino e Gianna Maria Canale nel ruolo della primogenita; una copia con didascalie in inglese di un filmato (50 minuti) girato da Mario Caserini nei 1913 e intitolato «Dante e Beatrice»; e infine 11 lungometraggio «Paolo e Francesca», di Raffaello Matarazzo, del 1950, con Armando Franciosa Odile Versois e Andrea Checchi. Il pubblico — Più che altro, si divertivano, specialmente di fronte ai «muti» e al gestire di un «divino poeta» e della sua «musa», floridi e improbabili come i protagonisti di un melodramma Urico. Molti gli studenti, non rari gli insegnanti; qualche anziano ricordava di avere visto film di questo genere nel 1921, ai tempi delle celebrazioni per i seicento anni dalla morte del poeta. L'autore della rassegna —Il prof. Alberto Farasslno, docente di storia del cinema alla facoltà di Lettere di Trieste e critico cinematografico, spiega di avere finora reperito e studiato oltre trenta film «danteschi» girati, non solo nel nostro Paese, dal primi del Novecento a oggi. Precisa che il titolo della serata — «Fllmlng Inferno», una commistione anglo-italiana simile a quelle che sempre più sovente si sentono nel modo di parlare di oggi — è stato un omaggio a Dan te, autore del «De vulgari eloquentia» e sostenitore delle forme di linguaggio a suo tempo correnti. o. r.
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