Una soluzione per i debiti
Una soluzione per i debiti Una soluzione per i debiti A quanto scritto nel precedente articolo vorrei aggiungere che non è nell'interesse né dei debitori né dei creditori che si arrivi ad un non rispetto degli impegni. Sarebbe un cattivo esempio, un pessimo precedente, un incitamento al mal fare, una cattiva strada che una volta imboccata porterebbe a gravi conseguenze per i debitori stessi se non vogliono allungare all'infinito i tempi del loro sviluppo, e accollarsi un premio di rischio eccessivo per i finanziamenti di cui continueranno ad avere necessità. Sono quindi contrario alle soluzioni del tipo suggerito dal signor Moahym, che non risolverebbe la situazione. Un debitore inadempiente o, peggio, fallito non trova credito per molto tempo, avendo egli distrutto la sua immagine, la sua reputazione, il suo credito. Sarebbe la distruzione del «credito» in genere, per un periodo abbastanza lungo. Non è dunque da stupirsi se governatori di banche centrali e governi premono per la conclusione di accordi che, attraverso il tempo, consentano di diluire il debito in proporzione alle capacità di pagamento dei debitori. Infatti essi sanno che i maggiori colpiti sarebbero proprio le autorità garanti delle esportazioni che hanno originato per quota rilevante i debiti dei Paesi in questione, debiti ai quali, in caso di riconosciuta inadempienza, dovrebbero far fronte, per tutti quelli garantiti dallo Stato, essi stessi. Per Londra poi v'è la situazione, anomala, delle banche multinazionali, che si sono divertite a usare i fondi messi a loro disposizione, a breve termine, dal mercato, per fare crediti a ■ungo, per cui è più che comprensibile che il saggio governatore della Bank of England raccomandi di continuare a far credito. In questa situazione una soluzione abbastanza logica potrebbe essere quella di: a) raddoppiare, per i debiti garantiti da assicurazione da parte degli Stali industrializzati, la durata del piano finanziario di ammortamento e con ciò dimezzare il carico annuale. Gli Stati garanti dovrebbero fin d'ora correggere l'errato calcolo di cui detto al punto 4 del precedente articolo, e annunciare perciò che alle scadenze, pagheranno essi il 50 per cento dell'importo, assumendosi direttamente il finanziamento per altri 7-9 anni, a partire dalla scadenza. b) I debitori troverebbero un immediato — massiccio — sollievo per i loro impegni. c) Il principio che gli impegni sono da rispettare sarebbe assolto almeno nei confronti delle banche che hanno finanziato i Paesi esportatori (assicurazione del credito) e degli Stati che hanno garantito il finanziamento stesso beneficiando dell'apporto in divisa che ne hanno ricevuto. d) L'assicurazione del credito verrebbe data con migliore valutazione del rischio che comporta il dare una fidejussione e per la durata che occorre, se darla si vuole. E i finanziatori a loro volta ricorderebbero un po' meglio che l'arte del banchiere è proprio quella di rendersi conto di come può fare un debitore, senza rovinarsi, a rimborsare. Cioè essere d'accordo sull'uso che il cliente fa del credito concessogli. e) Non sarà difficile, con l'opportuna preparazione, in 5/6 anni, ai Paesi che hanno dato garanzie, di rifinanziarsi, occorrendo, sul mercato internazionale. Gli Stati Uniti saranno certo disposti a favorire una simile iniziativa. (2 • FINE) Carlo Bombieri
Persone citate: Carlo Bombieri
Luoghi citati: Londra, Stati Uniti
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