Il Manifesto forse eviterà la chiusura Più grave la situazione di Paese Sera

Il Manifesto forse eviterà la chiusura Più grave la situazione di Paese Sera Esaurito il numero a 10 mila lire, prestiti dal pei e dai radicali Il Manifesto forse eviterà la chiusura Più grave la situazione di Paese Sera DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La lotta per la sopravvivenza ingaggiata da qualche giorno da Paese Sera e da 11 Manifesto sta dando i primi frutti concreti e ci sono buone speranze che i due quotidiani riescano ad allontanare lo spettro della chiusura. Le numerose iniziative intraprese nelle ultime óre dai due giornali dell'area di sinistra per sensibilizzare l'opinione pubblica alle loro vicende stanno dando frutti incoraggianti. Per II Manifesto la speranza, sostenuta dalle garanzie di prestiti offerte dal partito radicale (fino a 600 milioni) e dal partito comunista (lino a 150 milioni), risulta ulteriórmente rinforzata dal successo avuto Ieri dal numero speciale di 16 pàgine venduto (in edicola, nelle sedi sindacali, nelle sedi dei partiti, nelle redazioni del giornali e nelle strade) ai prezzo di 10 nula lire a copia. Prima di mezzogiorno, secondo quanto afferma la direzione del giornale, le 10 mila copie stampate per Roma erano già esaurite. Stessa si tuazione a Milano. Nelle edicole le vendite sono state mediamente identiche a quelle dei giorni precedenti, quando il giornale costava appena 600 lire. Solo in poche edicole le vendite sono drasticamente diminuite. Piti problematico, invece, 11 futuro di Paese Sera, che da martedì 6 aprile continua ad uscire in autogestione. «Se continua cosi possiamo farcela — titolava Ieri in prima pagina —i La situazione è ovviamente drammatica ma tentiamo di tener duro, anche se abbiamo la carta alla gola». Per II Manifesto la crisi è scoppiata quando il tribunale di Roma ha bloccato l'erogazione di una provvisionale di 600 milioni riconosciuti dalla lègge sull'editoria. Per Paese Sera lo shock è derivato dalla improvvisa decisione della proprietà, sulla cui identità non si è ancora riusciti a far chiarezza, di chiudere il giornale il 3 aprile scorso.. Si pensava che un incontro fra la proprietà e i rappresen tanti dei giornalisti e dei poli¬ grafici, organizzato nel pomeriggio di mercoledl, riuscisse a rischiarare almeno in parte le numerose zone d'ombra dell'intricata vicènda di Paese Sera. Ma l'incontro è stato deludente: l'editore non si è presentato e in stia vece ha mandato un rappresentante, e per di più con deleghe limitate. Un comunicato diramato ieri sera dalla proprietà. (Iinpredit S.p.A.) informava però che «te rilevanti perdite di gestione di Paese Sera sono''superiori ad un miliardo e'100,milioni e da ottobre ad oggi hanno comportato l'esborsò, da parte della Impredlt diottre sei miliardi di lire,. Di qui la necessita della chiusura. Nell'incontro con il comitato di redazione e U consiglio di fabbrica di Paese Sera, avvenuto nella tarda serata di mercoledì a Palazzo Chigi, il sottosegretario Orsini si è impegnato ad operare nell'ambito della legge per lncÙviduare i veri soci della lmpredit e ha assicurato cheli governo si adopererà in ogni modo per favorire la prosecuzione del l'attività def giornale.

Persone citate: Orsini

Luoghi citati: Milano, Roma