Fantacronache di Stefano Reggiani

fFantacronache di Stefano Reggiani fFantacronache di Stefano Reggiani Il sindaco di Roma, Velere è un uomo intelligente e sa cogliere le occasioni. Un insigne storico dell'arte come Argan è stato sindaco di Roma per anni e non s'è mai accorto della necessità di scavare i Fori Imperiali che pure aveva sotto gli occhi; Vetere, appena eletto sindaco, ha capito l'importanza di aprire un grande Buco, uno Scavo archeologico sulla strada e nei giardini voluti dal fascismo e adesso difende il progetto anche dopo il parere duramente negativo di molti studiosi e lo stop imposto dal ministro Vernola. Qualcuno crede che intorno al Grande Scavo, nel centro più centro di Roma, si giochi una concezione moderna della cultura: bisogna solo stabilire se i moderni sono quelli che vogliono scavare o quelli che non vogliono. Ma il sindaco Vetere non è solo un uomo intelligente, e anche un uomo di spirito, che lavora fino a tardi. L'altro giorno era in ufficio da solo quando sono cominciati a cadere calcinacci dalla parete di fronte alla scrivania. Ha alzato gli occhi in tempo per vedere i mattoni crollare e un uomo con elmetto affacciarsi dal varco polveroso. Velere ha subito dominato la sorpresa (poteva essere, ancora una volta, la Procura di Roma che ormai cerca le vie sotterranee) e s'è messo a ridere. Vetere: «Ma come, anche qui? Ho detto che bisogna scavare nei Fori, non sul Campidoglio. Lei è un archeologo, se ho capito bene. (Vigorosi cenni di assenso dell'uomo con elmetto). Probabilmente un archeologo speciale, se ha scelto questa strada per venire da me. Come il conte di Montecristo. Dica purea. Archeologo pentito: «Sono un archeologo pentito, Questa è l'unica strada che mi rimaneva per arrivare fino a lei, le altre sono tutte impedite dagli archeologi irriducibili guidali dal-soprintendente La Regina». t Velere (chiama un usciere e ordina, a sue spese, un caffè e una limonata): «Venga, si sieda, le offro un caffè. Come mai s'è pentito? E' stato plagiato dalla polemica di Zeri, Briganti e altri illustri avversari del Grande Buco?». Archeologo pentito: «Sì e no. E' stalo un processo graduale. So riconoscere subito un errore travestilo da buona idea, ma è più difficile individuare le ottime idee che si trasformano in gravi errori». Velere (beve un sorso di limonata): «Ho capito, vada con ordine, visto che mi sia scavando la terra quasi sotto I piedi, mi piacerebbe sapere se ho torlo a preoccuparmi». Archeologo pentito (seguendo il suo pensiero): «E poi ho trovalo, scavando, il manualetio sui Fori, forse un Marc'Aurelio apocrifo». Vetere: «Forse un Brandi autentico. Legga gli aforismi che la tormentano». Archeologo pentito: «Ecco il primo. Com'è suggestiva da lontano l'idea di scavare i Fori». Vetere: «Mi pare che Marc'Aurelio sia dalla nostra parte». ■ Archeologo pentito: e No, vuol dire che le idee vanno esaminale da vicino. Infatti, ecco il secondo aforisma: no ai fori nei Fori, rispettare la superficie è un diritto della Storia, scavare è un rischio degli uomini». Vetere: «E il terzo?». Archeologo pentito: «Terzo aforisma: seguite la via della priorità». Vetere: «Mi sembra ermetico». Archeologo pentito (spiega): «Vuol dire che non si può chiedere a una commissione di archeologi se vogliono scavare i Fori, sarebbe come chiedere a Veronelli se vuol assaggiare un buon bicchiere di vino. Perché dovrebbe rispondere di no?». Vetere: «E qual è l'ordine delle priorità?». Archeologo pentito: «Bisogna interpellare prima gli urbanisti, poi i tecnici del traffico, poi i sociologi, poi gli storici dell'arte, poi gli storici della cultura, poi i politologi». Vetere (tra sé): «Proprio la trafila che volevamo evitare. Ma perché gli storici della cultura?». Archeologo pentito: «Perché gli archeologi irriducibili vedono la cultura col cannocchiale, quella più lontana è l'unica che amano. Pare che ci sia un conto da saldare col fascismo che costruì lo stradone retorico dei Fori. Ma le graduatorie nella stratificazione delle città sono sempre imbarazzanti. Se leghiamo la tutela delle opere alla democraticità dei governi quanto dovremo scavare?». Vetere (allargando le braccia): «Adesso salta fuori che gli amichi romani erano imperialisti e criptofascisti e che bisogna abbattere anche il Colosseo per trovare le tracce dei popoli sabini...». Archeologo (pentitissi mo): «Non l'ho dello. Però, vede che la decisione deve essere politica e seguire le priorità? Ci pensi lei, faccia conto che io non sono entrato. Me ne vado senza altri danni». (L'uomo con l'elmetto ricostruisce in fretta il muro e scompare). Velere (tra sé): «O starò sempre con gli occhi bassi non potrò far finta di non averlo visto». (Solo un uomo di spirito potrebbe fare il sindaco di Roma). y Il Grande Scavo Romano li

Persone citate: Argan, Vernola, Veronelli, Vetere

Luoghi citati: Briganti, Roma, Zeri