De Berardinis: «Io, un alcolizzato vi recito il dramma della droga» di Osvaldo Guerrieri
De Berardinis: «Io, un alcolizzato vi recito il dramma della droga» De Berardinis: «Io, un alcolizzato vi recito il dramma della droga» BOLOGNA — Leo De Berardinis è salito al Nord, dopo cinque anni d'assenza. Da stasera rappresenta al Testoni The Connection di Jack Gelber, prodotto dalla cooperativa Nuova Scena. Lo spettacolo è importante perché restituisce De Berardinis a un teatro perfettamente strutturato, affronta il problema della droga e costituisce un esempio di «stage itinerante». - •Ero giunto all'Improvvisazione totale, all'urlo — dice De Berardinis —. Par, cevO un teatro che per lo più non è stato capito. Salivo In scena e. Illuminato da un riflettore, facevo quel che avevo voglia di fare. Ero come Michelangelo, abbozzavo in scena. Mi trovavo in un momento abbastanza pericoloso. A quel punto, o smettevo o riprendevo un discorso strutturato». Fu proprio allora che Nuova Scena gli propose The Connection. «La cosa mi interessò subito — dice Leo — poiché coincideva con i miei interessi artistici,, mi permetteva d'inserire l'improvvlsazlone In uno schema predeterminato. Sarà quindi uno spettacolo jazz, non solo per la presenza della musica, per la quantità di contaminazione che contiene, ina perché segue fedelmente uno schema». La vicenda ruota intorno al problema della droga, all'incontro (connection; co» gli spacciatori, alle crisi d'astinenza. «Il contenuto — dice De Berardinis — mi tocca esteticamente, ma anche personalmente, investe la mia condizione di alcolizzato, per cui conosco perfettamente le crisi di astinenza, t tentativi di recupero da parte degli amici, dei parenti. Ma in scena tutta questa faccenda della droga viene sdrammatizzata. Ironizzo, sfrutto i drogati per aprire una fabbrichetta. Dal momento che la società non sa recuperarli, dico, allora usiamoli per aprire una fabbrichetta. Pongo il problema In termini tragici, ma lo sdrammatizzo e lo rendo cosi ancora più crudele, come voleva Artaud». Un altro problema die lo spettacolo affronta è il teatro nel teatro. Pirandello non c'entra, avverte Leo. C'è uno schermo die separa fisicamente il palcoscenico dalla platea. Le due entità avranno in De Berardinis il punto di connessione (un'altra connection;. Egli reincarnerà Tota, «il più grande attore jazzista di tutti i tempi. Totò esiste in me come finzione, esiste con Leo da sempre». Per questo Connection, tradotto dalla Pivano, De Berardinis avrà a disposizione un gruppo di attori bolognesi che non conosceva prima, ma con i quali ha lavorato benissitno. «Il teatro non s'insegna, ma si può imparare accanto a un leader; a un'attore neoromantico che ridia dignità a questo lavoro e abbia a disposizione del giovani vergini ai quali possa dare qualcosa. A Bologna ho trovato giovani più o meno vergini che hanno funzionato benissimo, come i miei rapporti con Nuova Scena. E' la prima volta che collaboro con un'organizzazione esterna ed è la prima volta che non litigo. Quasi da non crederci». Le recite bolognesi di The Connection termineranno il 16, con un convegno sul rapporto tra la droga e la produzione artistica al quale parteciperà anche JadcGerber. Osvaldo Guerrieri
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