Confermata la pista di droga e armi dai periti del delitto Dalla Chiesa

Ce «f ermata la pista di droga e armi dai periti del delitto Palla Chiesa Le pallottole usate collegano la mafia palermitana con i clan catanesi Ce «f ermata la pista di droga e armi dai periti del delitto Palla Chiesa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Da tre periti nominati dal tribunale di Palermo viene la conferma che 1 più grandi delitti sono stati perpetrati dalla mafia con fucili mitragliatori «Kalashnikov» di fabbricazione sovietica, armi micidiali di straordinaria potenza. La perizia è stata consegnata ieri mattina al giudice Istruttore Giovanni Falcone, che indaga su mafia e droga da più tre anni, e nel suo ufficio-bunker al pianoterra del Palazzo di Giustizia conserva 1 più scottanti «dossiere» sulle attività criminali delle cosche. I mafiosi hanno avuto l'accortezza di usare due «Kalashnikov» diversi ma non quella di utilizzare pallottole diverse. Infatti 1 periti, sulla cui identità viene comprensibilmente mantenuto 11 riserbo, hanno stabilito Inequivocabilmente che le pallottole provengono dallo, stesso lotto e sono prodotte nell'Europa Orientale (non è stato precisato in quale Paese). Cosi uno squarcio1 di luce In più viene gettato sullo sconvolgente agguato del 3 settembre scorso iti via Isidoro Carini, a Palermo, dove pochi Istanti prima delle:21 venne trucidato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, cinque mesi prima Inviato prefetto a Palermo per stroncare la mafia. Dalla Chiesa s'era insediato lo stesso giorno dell'assassinio del leader comunista Pio La Torre e dell'autista de! comitato regionale del pei, Rosario DI Salvo. La mafia, che temeva 11 coraggio e la capacità del prefetto-generale, decise di eliminarlo. Cori lui furono uccisi la giovane moglie, Emmanuela Setti-Cassa-; ro e l'agente che 11 scortava su un'altra vettura, Domenico Russo, padre di due bambini Ebbene, 1 periti hanno accertato che in via Cai ini fu un' «Kalashnikov ÀK2» ad uccidere i coniugi Dalla'Chiesa e - i -; u o n' e l'agente Russo. Lo stesso fucile mitragliatore, secondo 1 periti, era servito il 16 giugno precedente in viale Regione Siciliana — la circonvallazione di Palermo — per eliminare, il boss della malavita catanese Alfio Feriito, mentre veniva portato nel carcere San Giuliano a Trapani. Con Ferii to caddero nell'agguato 1 tre carabinieri della scorta e l'autista di una «Mercedes» noleggiata per trasferire il detenuto a Trapani, dove si supponeva che sarebbe stato al sicuro. Lo stesso fucile mitragliatore per 1 casi Dalla Chiesa e Ferii to prova allora la fondatezza dell'Ipotesi di stretti col-Piegamenti tra mafia palerml tana e malavita catanese. Legami sui quali il prefetto-generale indagava, incuriosito tra l'altro da certi passaggi di droga e di armi da Catania e sul quali sta da tempo cercando importanti dettagli anche 11 giudice di Trento, Carlo Pa¬ lermo, nell'ambito della sua maxi-inchiesta sul traffico di stupefacenti e di armi tra l'Europa Orientale e le frontiere italiane con Austria t Jugoslavia. Le conclusioni cui sono pervenuti i periti dopo mesi di lavoro inoltre provano importanti connessioni in altri delitti rimasti impuniti. Infatti di un «Kalashnikov AK1» 1 gruppi emergenti della mafia di Palermo, che per il momento sono considerati 1 vincitori, si servirono per capovolgere In loro favore la situazione nella primavera del 1981. Con quest'altro fucile mitragliatore, munito di pallottole dello stesso lotto che- furono poi esplose nel 1982, vennero uccisi 11 23 aprile e VII maggio capimafla Glovan Battista Bontate e Salvatore InzerlUo, mentre venne ferito 11 boss Salvatore Contorno, catturato poi l'anno scorso in una vii la di Bracciano, sul Colli Albani, Antonio Itavidà