Ora Bologna trema per la paura di retrocedere di Mario Bianchini

Ora Bologna trema per la paura di retrocedere Trentanni fa faceva tremare il mondo, oggi all'ultima spiaggia contro il Como Ora Bologna trema per la paura di retrocedere DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — /( Bologna -che tremare il mondo fa», si leggeva negli Anni 30 sulle bandiere agitate orgogliosamente dagli appassionati emiliani. Sette scudetti, una consolidata fama ai vertici del calcio europeo, rischiano di rimanere isolati nel mondo di nostalgie lontane. La realtà di oggi è colma di amarezze e di timori. La squadra è arrivata ad un passo dalla serie C. Gli sportivi sembrano sorpresi, meravigliati. Tentano di mascherare le loro tristezze dietro un feroce sarcasmo che tuttavia lascia trasparire chiari significati di un amore che non si dimentica. Si discute interi poìneriggi davanti al bar Otello di via degli Orefici, in pieno centro storico, tradizionale ritrovo dei tifosi. E'un •.termometro- efie fornisce l'esatta temperatura ' della ••grande malata-. La prognosi è estremamente riservata. I consistenti pericoli che può ri servare il Como, aspirante alla serie A, che scende oggi sul terreno del Comunale, alimentano le critiche e le recriminazioni. ..Tutta colpa della società — dice un distinto signore interpretando il pensiero di un foltissimo capannello —; prima di andare in galera Fabbretti ha compiuto tanti di quei misi atti da mettere in serio pericolo l'esistenza stessa del Bologna. La vendita di Mancini, una campagna acquisti sbagliata in maniera ridicola, la sconcertante altalena di allenatori, e indebitamenti di miliardi, hanno finito per creare il caos. Tutto questo si rl])crcuote sul rendimento dei giocatori i quali, tuttavia, non so no anch'essi esenti da colpe ». ..Non andiamo più allo sta dio — aggiunge un altro tifoso con i capelli bianchi — dopo 40 anni di fede rossoblu, non mi va di assistere a spettacoli indecorosi. Mi sento tradito. Questi giocatori non ci meritano. La squadra è lo specchio fedele di una società allo sbando». Giacomo Bulgarelli, sfortunato general manager di un Bologna al quale ha dedicato 22 anni della carriera sportiva, non fornisce un quadro meno inquietante. Si intuisce che è sostanzialmente d'ac¬ cordo con gli umori della tifoseria. Ma il ruolo gli impone qualche difesa d'ufficio che illustra senza troppa convinzione: «A volte il calcio riserva certe sorprese. La campagna acquisti d'autunno sembrava aver colmato i punti deboli. L'arresto del presidente Fabbretti ha praticamente bloccato la vita della società. Il vicepresidente Mariniello manda avanti l'ordinaria amministrazione. Sono venuti a mancare la programmazione, l'immagine del club, i rapporti con la vita federale». L'amarezza di Bulgarelli somiglia più a quella del tifoso die del dirigente. Dice die le colpe vanno divise, ma la sua iflessione sembra abbastan- a eloquente: «I giocatori fanno il loro dovere, ma molti sono qui da noi da pochi mesi. Non hanno avuto il tempo di mettere le radici affettive. Inoltre si sono un po' adagiati credendo forse che il nome del Bologna possa essere sufficiente da solo per battere gli avversari. Tuttavia se vari elementi negativi non avessero congiurato tutti insieme contro la società, io penso che la squadra avrebbe potuto disputare almeno un tranquillo campionato di centro classifica». La situazione è totalmente diversa. «SI, e molto pericolosa -v- ribatte .sconsolato Buigarelli —: ogni tanto si parla di fantomatici personaggi che vorrebbero risanare la socie In, Invece si continua ad an dare avanti nell'incertezza. Siamo rimasti soltanto lo c Cervellati a sostenere la bar E' un fratello, è tifoso del Bologna come me. Cerchiamo di infondere ai giocatori tutta la nostra passione, li incitiamo, stiamo loro vicini. Cosa potremmo fare di più? A volte mi viene la voglia di tornare in campo. Penso che ci salve remo. Ma sono realista, il logna rischia di sparire Mario Bianchini IBo-

Persone citate: Bulgarelli, Cervellati, Fabbretti, Giacomo Bulgarelli, Mancini, Mariniello

Luoghi citati: Bologna